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La frottola anti-russa del giorno: spazi aerei “a rischio”

di Enrico Galoppini - 12/10/2015

Fonte: Il Discrimine


missilirussimarcaspioEcco l’uscita del giorno che dovrebbe accrescere il biasimo nei confronti della Russia: l’Agenzia Europea per la sicurezza aerea è seriamente preoccupata per i missili sparati dal Caspio sulla Siria.

Che incoscienti e che cattivoni questi russi. Non vorranno mica ripetere la strage avvenuta sui cieli ucraini che tutta la stampa di regime occidentale attribuisce loro senza ombra di dubbio? Peccato, però, che alla prima richiesta russa di addurre prove convincenti gli occidentali abbiano smesso di abbaiare perché Mosca possiede prove inconfutabili, tracciate dai suoi satelliti, che le vittime del volo delle linee aeree malesi sono tutte sulla coscienza dell’esercito ucraino filo-Nato.

Transitare sui cieli dell’Iraq, poi, prima dell’iniziativa militare di Mosca, era un’attività esente da rischi, vero? Macché, solo ora è diventato pericoloso! E non parliamo di un volo sulla Siria, la cui aviazione civile è stata mandata praticamente in rovina in questi quattro anni.

Ma se proprio mi dovessi “preoccupare”, alzerei gli occhi al cielo in un qualsiasi momento, e cercherei di capire come mai i cieli di praticamente tutto il mondo (ma quello siriano no!) sono costantemente imbrattati da strisce di nanoparticolato metallico che in determinate condizioni meteorologiche si espandono a formare una cappa lattiginosa che impedisce la normale fruizione dei raggi solari.

scie_torinoUna cosa un tantino più “preoccupante”, per chi dovrebbe vegliare (ben pagato) sulla sicurezza dei cieli, è poi il continuo transito di aerei senza contrassegno adibiti alla suddetta irrorazione, i quali non vengono segnalati dai radar, né risultano visibili dalle torri di controllo degli aeroporti dell’aviazione civile. E che succede se un giorno accade uno scontro tra uno di questi velivoli “clandestini” ed uno pieno di passeggeri?

Succederà la stessa cosa del 27 giugno 1980 sui cieli di Ustica. La verità ormai la sanno tutti, comprese certe “agenzie”, eppure i familiari delle vittime attendono ancora una sentenza che sancisca che anche lo spazio aereo italiano può risultare assai pericoloso quando di mezzo c’è il grande “alleato” a caccia di nemici (Gheddafi). Il quale si adopererebbe ad insabbiare ogni traccia della sua responsabilità, qualora si verificasse uno scontro tra uno dei “tanker” che passano di continuo ed un aereo di linea (l’unico che, alla quota di circa 8.000 metri, può rilasciare per l’appunto le “scie di condensazione”).

Nessun aereo civile è di fatto sicuro se viene preso di mira da questi personaggi senza scrupoli.

La Libia – per accettare un “appeasement” con l’America poi rivelatosi inutile – si fece carico della responsabilità della strage di Lockerbie (21 dicembre 1988), anche se dichiarazioni prodotte da ufficiali della Cia di stanza in Libia dichiarerebbero nulla la responsabilità della Jamahiriyya. Oggi si cerca di addossare la colpa all’Iran, ma ci sta tutto, compresa un’inconfessabile manovra per far ricadere eternamente la colpa sul nemico numero uno del momento.

655-kids-martyredL’esempio più ignobile di strage deliberata di passeggeri civili a bordo di un aereo di linea non poteva che vedere protagonisti proprio gli Stati Uniti, che il 3 luglio 1988 (siamo dunque agli sgoccioli della guerra Iraq-Iran) centrarono, con l’incrociatore Vincennes, il volo Iran Air 655, causando quasi trecento morti, tra i quali sessantasei bambini. Si noti bene che l’aereo civile iraniano stava solcando lo spazio aereo iraniano e che la nave da guerra americana si trovava in acque iraniane del Golfo Persico. Prepotenze, queste, che se messe in atto da chiunque altro darebbero il diritto alla parte offesa di scatenare una rappresaglia senza limiti.

La stampa servile prona all’America, in coro, ha sempre affermato la fatalità dell’accaduto[1], sfruttando l’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines il 17 luglio del 2014 per attribuire almeno ad un “errore” russo (o dei filo-russi) la strage del 1988, quando in realtà è vero l’esatto contrario.

L’abbattimento del volo di linea iraniano fu fatto apposta, per ripicca, perché l’Iran non s’era piegato alla guerra scatenata per interposta persona dall’America e dal suo contorno di petromonarchi. E l’aereo malese non è precipitato per colpa della Russia, nemmeno per un “errore”.

2nd-hit_Clark_RobertA proposito di “cieli sicuri”, che dire infine dell’11 settembre 2001? A voler credere alla fantascientifica versione ufficiale, quel giorno l’America ha dimostrato che, se il suo spazio aereo può andare completamente fuori controllo per l’azione di una ventina di “arabi armati di taglierino” e per giunta addestrati a pilotare aerei da turismo, ciò significa che prendere un volo di linea negli Stati Uniti è assai più pericoloso che sorvolare l’Iraq e la Siria messi insieme. Stando alla versione ufficiale, intendiamoci, ché lì non s’è mai visto mezzo “arabo”.

Quanto allo spazio aereo iraniano, anch’esso messo a repentaglio dai missili russi sparati dal Caspio, c’è da dire che se Teheran e Mosca collaborano nella repressione della “ribellione siriana” non saranno così sprovvedute dal centrare, con missili che volano a quote molto basse, aerei di linea di qualsivoglia bandiera.

Come se fosse la prima volta che i missili arrivano da un incrociatore: ne sanno qualcosa gli iracheni, i libanesi ed i palestinesi, abituati a veder attraversare, per abbattersi sulle loro città, il loro spazio aereo da ordigni provenienti da navi da guerra americane ed israeliane.

Pensavano di essere gli unici a poter lanciare missili da così lontano? Forse sì, e per questo adesso si “preoccupano”.

NOTE:

[1] Cfr. i segg. articoli dell’Huffington Post, del Post e, ovviamente, del Corriere e di Repubblica.