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Zika

di Simone Torresani - 07/02/2016

Fonte: Il giornale del Ribelle

 


 

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La psicosi di "Zika", il virus trasmesso dalla zanzara "Aedes Aegypti" e presunto colpevole dei numerosi casi di microcefalia registratisi in Brasile, continua a dilagare nel mondo e certamente i mass media e l' Organizzazione Mondiale della Sanità non fanno molto per porre concreti argini al panico, i primi enfatizzando e ingigantendo le notizie, i secondi invece lanciandosi in cifre e dati quanto meno opinabili: non si capisce come si possa prevedere "sino a 4 milioni, forse 5 milioni di casi solo in Sudamerica entro la fine dell' anno", così come risulta incomprensibile il termine pandemia, in quanto le zanzare vettori del virus difficilmente possono vivere, svilupparsi o resistere nei climi temperati come i nostri.

Lasciamo perdere i soliti allarmismi e cerchiamo di analizzare razionalmente questo ennesimo allarme sanitario mondiale.

Il virus Zika è conosciuto dal 1947, quando venne isolato nell' omonima foresta ugandese, perciò non è nulla di nuovo e neppure di sconosciuto agli addetti ai lavori; resta forse l'interrogativo di come possa essersi diffuso dall' Africa all' America Latina, ma nel mondo globalizzato, dove tutto è in movimento e mai fermo, la cosa più di tanto non stupisce e una certa similarità climatica tra i due Continenti ha sicuramente facilitato negli anni l'attecchimento.

Veniamo ora alla microcefalia e ai pericoli per le donne incinte, che sono il vero problema di "Zika", in quanto negli altri individui o soggetti colpiti il virus non provoca alcun danno: si tratta solamente di una fastidiosa influenza, con dolori articolari e debolezza, curata generalmente col paracetamolo e che passa in una settimana circa, una volta che il sistema immunitario identifica il virus e quindi reagisce.

Va detto innanzitutto che la relazione tra microcefalia e "Zika" è del tutto ipotetica e non ancora scientificamente ufficializzata. Un aumento dei casi di microcefalia in Brasile è senz'altro preoccupante, ma non si capisce perché debba essere per forza collegato alla puntura delle fastidiose zanzare.

Come ha fatto ben notare un fotografo e viaggiatore, Mauro Villone, nel Nord-Est del Brasile praticamente tutti (o quasi...) nella vita soffrono di un episodio di Zika e questo ormai da diversi anni, quindi se così fosse nel "Sertao" (così viene chiamata la macroregione nordorientale brasiliana) i casi di nascite microcefale avrebbero dovuto essere fuori controllo, con cifre allarmanti, già da parecchio tempo, eppure sono sempre stati nella media nazionale.

Sono molteplici le cause della microcefalia, non da ultime l'assunzione di sostanze stupefacenti in gravidanza. Inventarsi presunte pandemie mondiali, ingigantire ceppi virali e creare emergenze a tavolino sta diventando una specialità delle multinazionali farmaceutiche, bene appoggiate dall' Organizzazione Mondiale della Sanità -loro sodale e portavoce internazionale- e facilitate dalla stupidità dell' uomo postmoderno, che si impaurisce anche della propria ombra, è acritico, non vaglia le notizie e soprattutto è diventato un "sano malato cronico", pronto a buttarsi su qualsiasi medicinale, pillola ed intruglio, complice-vittima di un Sistema che vorrebbe tutti malati o presunti tali.

State sicuri che una volta creato un vaccino, venduti qualche decina di milioni di repellenti antizanzare, movimentato un poco una economia mondiale ormai asfittica e limitata nella crescita, ecco che clamorosamente i casi caleranno e ben presto "Zika" finirà nel dimenticatoio, magari qualche ignorante la confonderà con Zico nelle chiacchiere annoiate e inconcludenti da bar.

Così come nel dimenticatoio moderno -talmente pieno di ciarpame, notizie gonfiate e sgonfiate, che persino il paladino Astolfo e l' Ippogrifo non riuscirebbero a capacitarsi nel trovare qualcosa, figuriamoci il senno dell' Orlando/uomo postmoderno- delle pandemie che avrebbero dovuto provocare ecatombi, contagi di massa, scene da quadri di Micco Spadaro di novelle pesti bubboniche ci metteremo anche questa, dopo aver da poche settimane archiviato Ebola che avrebbe dovuto far tremare il mondo: 11.300 decessi in venti mesi e tutti in dieci Stati africani

- per la cronaca, la peste del 1656 nel Sud Italia fece dai 600 agli 800 mila decessi in quindici mesi- oppure l'altra pandemia che nell' autunno 2009 avrebbe dovuto dimezzare la popolazione mondiale, ossia l'"aviaria"(virus AH1N1) risoltasi con poco più di 1.500 vittime in tutto il globo, di cui ben 11 (undici) in Asia. Detto di sfuggita, la "spagnola " del 1918-19 fece qualcosa come 40.000.000 di vittime, in un Pianeta che all' epoca aveva 1.700.000.000 di abitanti (oggi siamo oltre 7 miliardi).

Crediamo sia inutile proseguire a fare esempi storici di pandemie, vere pandemie e non quelle create ad arte dall' informazione manipolata e dalle case farmaceutiche assetate di utili.

Siamo arrivati ad un punto in cui se l'Organizzazione Mondiale della Sanità si preoccupa, allora significa che non vi è nulla da preoccuparsi.

Poi quando arriverà la pandemia giusta verremo tutti presi alla sprovvista, ma per il momento è meglio non pensarci.