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La famiglia è sotto attacco, e chi dovrebbe difenderla nega il pericolo

di Francesco Lamendola - 31/05/2016

La famiglia è sotto attacco, e chi dovrebbe difenderla nega il pericolo

Fonte: Il Corriere delle regioni

La famiglia è sotto attacco.

L’attacco viene da tutte le direzioni: sociali, culturali, economiche, politiche; ed è stato preparato da lontano, con cura, meticolosamente. Avendo incontrato una resistenza sempre più debole e incerta, negli ultimi tempi l’attacco si è fatto sempre più irruente, distruttivo, come a voler scardinare le ultime difese e smantellare ciò che ancora resta in piedi.

L’attacco non è casuale; fa parte di un disegno: e i veri artefici di esso non sono, necessariamente, quelli che appaiono. In prima fila, può vederlo chiunque, ci sono le industrie e le agenzie legate allo stile di vita edonista, libertino, consumista: dal cinema alla televisione, dalla radio alla stampa, dalle catene dei sex-shop al racket della prostituzione, dalle agenzie investigative private specializzate in adulteri agli uffici legali specializzati in separazioni e divorzi, passando per gran parte del mondo dello spettacolo, della moda, della canzone, della rete informatica, dei gestori dei sociali network e degli smarthpone: i quali non sono affatto quegli strumenti tecnologici utili e “innocenti” che si vuol far credere, ma elementi essenziali per la strategia di disgregazione della famiglia, mediante la moltiplicazione di rapporti ambigui fra le persone e la complicità offerta alle relazioni clandestine da un modo di comunicazione fondato sull’anonimato e sulla possibilità di simulare e di contraffare pressoché illimitatamente la propria identità, lo stato civile, l’età, il sesso, la nazionalità, eccetera. E senza dimenticare tutto il vasto settore medico e ospedaliero legato alla pratica abitudinaria dell’aborto: farmaci, cliniche, personale specializzato, ivi compreso quello (pseudo) psicologico; se è vero - come è vero - che la distruzione della famiglia incomincia dalla negazione del diritto di venire al mondo per i nascituri, ad opera dei loro stessi genitori.

Alle spalle di tutti costoro ci sono i politici, i quali chiedono voti per portare avanti, a livello legislativo, quel disegno di distruzione: le svariate leggi miranti a facilitare e sveltire le pratiche di separazione e divorzio; i ministri dell’istruzione che varano riforme scolastiche proclamando (come è appena accaduto per l’Italia e la Germania) di voler favorire l’avvento di una società nella quale tutti lavoreranno in modo precario e pendolare, e in cui i singoli genitori saranno spinti a cercarsi un lavoro lontano dalla propria famiglia, la quale ultima, come essi hanno affermato, è ormai destinata a scomparire; e infine la parificazione delle coppie di fatto alle coppie sposate, l’introduzione del cosiddetto matrimonio omosessuale e, ciliegina sulla torta (si fa per dire), la possibilità di adottare bambini anche per un genitore single o per una coppia di omosessuali, nonché la legalizzazione delle pratiche di fecondazione eterologa e del cosiddetto “utero in affitto”. A tali leggi, varate dai parlamenti, si aggiunge tutta una riforma della giurisprudenza volta a trasformare in reato di omofobia anche solo il fare cenno alla identità sessuale dei genitori di un bambino dell’asilo o delle scuole elementari; e, ovviamente, una massiccia, capillare opera di “riqualificazione” del personale insegnante, in modo da renderlo una docile cinghia di trasmissione della sedicente ideologia gender, affinché nessuno osi chiedere a un signore, apparentemente di sesso maschile, per quale ragione si sia servito, in un locale o su di un mezzo pubblico, delle toilettes riservate alle donne.

Anche costoro, però, appartengono quasi tutti alla categoria dei manovali, dei meri strumenti di un piano assai più grande e complesso di quel che le loro piccole menti riuscirebbero anche solo a immaginare; sebbene si debba riconoscere che, in generale, essi mettono nella loro “causa” un entusiasmo, una dedizione, uno zelo, quali ben raramente è dato vedere in qualsiasi altro ambito ove siano in gioco questioni di ordine puramente politico, economico o sociale.

Ma chi c’è, allora, in cima alla piramide? Da chi parte il tenebroso disegno di distruzione della famiglia, che è riuscito ad arruolare nelle sue file una gran parte del mondo pubblico, dai giudici ai legislatori, dai professori ai medici, dai giornalisti ai registi cinematografici? Ora, prima di tentar di risponde a questa domanda, e prima di tirare in ballo le grandi banche, le borse e l’invisibile, ma onnipotente sistema finanziario mondiale, più interessati alla instabilità sociale che alla stabilità, alla disgregazione familiare che alla unità familiare, perché una famiglia disgregata è più facilmente succube delle logiche e dei ricatti finanziari di quanto non lo sia una famiglia sana, unita, compatta, e, magari, forte del risparmio che è riuscita a mettere da parte – ci sembra necessario chiederci perché la famiglia sia sotto attacco. Una volta chiarito questo punto, diventerà anche più facile rispondere al primo interrogativo.

Ebbene: noi pensiamo che la famiglia sia sotto attacco, oltre che per tutte le ragioni d’interesse da parte di singoli settori economici, produttivi e professionali sopra elencate, anche e soprattutto per una ragione di ordine generale, che vale per tutti i casi, anche i più diversi fra loro: e cioè che la famiglia è una forza; anzi, è la forza che tiene unita la società che ne fa un qualcosa di ordinato e di stabile, nonché un luogo di trasmissione della moralità, dei valori, della speranza, della solidarietà, della pace, dell’amore stesso per la vita: tutti elementi altruistici e non egoistici, costruttivi e non distruttivi, benefici e non maligni. Se la famiglia – la vera, la sola famiglia che sia mai stata considerata tale: quella formata da un uomo, una donna e, se possibile, dei bambini – non ci fosse, la società, semplicemente, non esisterebbe. Niente, società, niente civiltà. La famiglia è alla base di tutto; la famiglia è il presupposto indispensabile di qualunque discorso sull’uomo, di qualunque etica, di qualunque progresso, di qualunque ragionevole fiducia nel domani. È la famiglia che si apre alla vita ed è la famiglia che si prende cura dei bambini e degli anziani; è la famiglia la prima e più importante agenzia educativa; ed è la famiglia l’unico luogo al mondo in cui un individuo, specialmente se non autosufficiente e non produttivo - come, appunto, i bambini e gli anziani, ma anche i malati e i disabili – può sentirsi accettato, aiutato, protetto, e considerato non per quel che può dare, ma in se stesso, come fine e non come mezzo.

Una volta chiarito che la famiglia è la struttura sociale più importante in assoluto, e che, insieme alla dignità della vita umana, essa rappresenta il valore morale più alto che si possa realizzare fra gli esseri umani – pur con tutti i suoi limiti, soggettivi e oggettivi -, appunto perché basata sul principio di responsabilità e sulla promessa di sostegno vicendevole, nella buona come nella cattiva sorte – comincia a chiarirsi chi possa avere tanto interesse a demolirla, sostituendo ad essa la filosofia del piacere, nella quale l’individuo è ridotto, evidentemente, a una monade che vaga qua e là alla ricerca di quel che le piace, senza impegni e senza doveri verso alcuno, neppure verso se stessa, ma solo nei confronti della propria parte più superficiale, narcisista ed egoista. Si tratta di un Nemico antichissimo, astuto, potente, che non disdegna di ricorrere alle insidie più raffinate, alle strategie più oblique, ma che mira sempre, testardamente, incrollabilmente, al medesimo scopo: provocare l’infelicità dell’uomo, il suo asservimento, e, così facendo, allontanarlo per sempre da Dio e spingerlo nell’abisso della disperazione senza ritorno e della morte spirituale. Un Nemico talmente astuto da aver conseguito, nel corso delle ultime generazioni, il suo successo più strepitoso: quello di aver persuaso gran parte degli esseri umani, a cominciare dai più”sapienti” e “intelligenti” fra essi, della sua inesistenza, e ciò mentre egli sta cogliendo i suoi trionfi più grandi e, finora, quasi insperati, e quando ormai quasi più non si cura di mostrare apertamente suo volto beffardo e la sua smisurata protervia, certo che,  se pure gli uomini se lo trovassero davanti, faccia a faccia, non lo riconoscerebbero neppure, tanto grande è il loro accecamento e tanto smisurata la superbia che li ha afferrati e che li sta travolgendo.

E si può immaginare, in una battaglia fra due eserciti, un vantaggio più grande di questo, per uno dei due: di potersi avvicinare all’altro senza essere visto, di più, senza che quello ne sospetti sia la presenza, sia la stessa esistenza; e senza, pertanto, che adotti le più elementari misure di prudenza, per proteggersi da eventuali assalti improvvisi e per difendere i confini della patria in pericolo, dal momento che lo scopo di ciascun esercito non è di combattere e vincere per se stesso, ma per assicurare la protezione, la scurezza e la pace alla propria popolazione civile?

Ed eccoci ora più vicini alla risposta riguardo all’interrogativo che ci eravamo posti: ossia chi c’è dietro il disegno odierno di sistematica distruzione della famiglia. Se la famiglia è la base di tutto, chi la vuole distruggere vuole distruggere tutto. E c’è, infatti, un solo soggetto che possa perseguire, realisticamente, un obiettivo così vasto, quasi inconcepibile: di sabotare, mettere fuori uso e far scomparire non questo o quell’aspetto della società umana, ma la società tutta quanta, ponendo fine alla civiltà e spalancando sulla Terra le porte dell’Inferno. Nessun soggetto umano, per quanto potente e ambizioso, potrebbe concepire un disegno del genere; oppure, se anche lo potesse, altro non gli resterebbe da fare, per tentare di realizzarlo, che porsi al servizio di un potere molto più grande, che non è, appunto, di origine umana, né possiede una natura umana.

Dice, infatti, San Paolo (Epistola agli Efesini, 6, 10-13): Infine, prendete la forza dal Signore, dalla sua grande potenza. Prendete le armi che Dio vi dà, per poter resistere contro le manovre del diavolo. Infatti noi non dobbiamo lottare contro creature umane, ma contro spiriti maligni del mondo invisibile, contro i  Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo tenebroso. Prendete allora le armi che Dio vi dà, per combattere, nel giorni della lotta, le forze del male e per saper resistere fino alla fine.

L’attacco contro la famiglia, dunque, parte da più lontano di quanto possa immaginare chi lo valuti da una prospettiva esclusivamente umana: parte da Satana. Il fatto stesso che molti cristiani d’oggi non assumano una prospettiva più ampia e non considerino la dimensione soprannaturale, e che, in particolare, si rifiutino e si vergognino di prendere in considerazione la presenza e l’azione maligna del Demonio, la dice lunga su quanti progressi abbia fatto quest’ultimo nella sua millenaria battaglia contro l’uomo, sino al punto di diventare “invisibile” perfino allo sguardo di quanti sono stati messi ripetutamente in guardia contro di lui. Con queste parole San Pietro ammoniva i primi cristiani (1Pietro, 5, 8): Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Le forze e le persone che si adoperano, direttamente o indirettamente, consapevolmente o meno, per indebolire, minare, sgretolare, distruggere la famiglia, gettando in essa il mal seme della discordia e la filosofia dell’egoismo individuale eretto a sistema, dei coniugi fra di loro e dei figli verso i genitori, altro non sono che strumenti al servizio di questo essere malvagio, la cui azione nefasta si intreccia con l’intero sviluppo della storia umana, dal Peccato originale alla lotta finale descritta nell’Apocalisse.

Nel maggio del 1944, in un piccolo paese della provincia di Bergamo, Ghiaie di Bonate, una bambina di appena sette anni, Adelaide Roncalli, ebbe una serie di apparizioni mariane – tredici in tutto, finora non riconosciute ufficialmente dalla Chiesa – nel corso delle quali la Madonna le si manifestò accanto a San Giuseppe, che teneva in braccio il Bambino Gesù, come a sottolineare l’importanza e la santità della famiglia per la salvezza dell’uomo e per la pace nel mondo. In molti messaggi mariani torna il tema della famiglia, strettamente legato a quelli della pace e della salvezza. È come se, mentre dei teologi sempre più malati d’intellettualismo e impregnati di razionalismo, continuano a seminare confusione e turbamento nel cuore delle persone semplici, cercando d’immettere nella religione cattolica elementi dottrinari ad essa radicalmente estranei, e perfino incompatibili, per contro la fede popolare, da cui scaturiscono apparizioni come quelle di La Salette, di Lourdes, di Fatima, di Medjugorje, aventi per protagonisti dei bambini o degli adolescenti, e che si alimenta anche delle visioni di religiosi dalla profonda spiritualità, ma culturalmente quasi sprovveduti, come Suor Caterina Labouré (con la medaglia miracolosa di Rue du Bac), Faustina Kowalska o padre Pio da Pietrelcina, avesse conservato una forte coscienza del soprannaturale e una chiara percezione dei pericoli morali che minacciano la società moderna, a cominciare dalla famiglia.

L’impressione che si ha, guardando le cose nell’insieme, è che parti sempre più consistenti del mondo cattolico, della cultura cattolica e della Chiesa stessa, anche ai più alti livelli, tendano sempre più a sposare il punto di vista di certa teologia e di certa pastorale progressiste, moderniste e semi-protestanti, le quali, tutte immerse in un orizzonte antropologico, hanno quasi smesso di credere al mistero del Male e non mostrano una particolare sensibilità per i pericoli soprannaturali che minacciano la famiglia cristiana. Cosa pensare di quei pastori che non difendono più il gregge?