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Se ne è andato Muhammad Alì, un rivoluzionario tra Malcolm X e Reagan

di Marco Bagozzi - 04/06/2016

Se ne è andato Muhammad Alì, un rivoluzionario tra Malcolm X e Reagan

Fonte: l'Opinione Pubblica

Ha concluso questa notte la sua parabola terrena Muhammed Alì, nato Cassius Clay, dopo una vita legata alla più straordinaria carriera pugilistica che l’uomo ricordi. A 74 anni la lunga e terribile malattia che lo ha accompagnato in questi ultimi trent’anni lo ha stroncato. Difficile riassumere le grandi parole che oggi, tra retorica e sincera commozione, si utilizzano per ricordare il Campione, l’Uomo e, seppur non in canali mainstream, il Rivoluzionario. Infatti, prima di diventare “icona pop”, Alì fu non solo un grande sportivo, ma anche un militante rivoluzionario, legato alla Nation Of Islam di Malcolm X e Elijah Muhammad. Un movimento duro, radicale, rivoluzionario, che mescolava rivendicazioni razziali, socialismo radicale ed una visione spirituale legata all’Islam antimaterialista. La militanza di Alì non fu di comodo, fu una militanza spinta, che lo portò a disertare l’esercito americano in protesta contro la Guerra nel Vietnam (celebre la frase “nessun Vietcong mi ha mai chiamato negro”) e a rischiare di porre fine alla sua carriera, con largo anticipo.

Muhammad Alì e Malcolm XMuhammad Alì e Malcolm X nel 1975. ®Foto di Bob Gomel

L’establishment americano, che da sempre ha rivolto particolare attenzione all’addomesticamento dei loro campioni sportivi per ragioni propagandistiche, mal sopportava questo enorme campione ribelle, antisistema, amico di Cuba e di Fidel. Uno smacco enorme per l’apparato propagandistico sportivo Usa. Fin qui la parte di vita conosciuta, quella che molti o quasi tutti ricorderanno, con quella vena di ipocrisia e di falsità ideologica che magari ricondurrà Malcolm X a Barack Obama. Alì, però, abbandonata la militanza “nera” ha abbracciato nel corso degli anni ’80 una partecipazione politica più sistemica, diventando prima sostenitore del candidato repubblicano Ronald Reagan e successivamente prendendo parte ad una missione diplomatica voluta dallo stesso Reagan nei paesi africani, per scongiurare il boicottaggio di Los Angeles ’84, come voluto dai sovietici. Una capriola a 360 gradi, che lascia un’ombra alla “purezza rivoluzionaria” del grande Alì, ma che probabilmente pochi vi racconteranno.