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Quella “terra senza popolo” prima della “Nakba”

di Antonello Boassa - 13/06/2016

Quella “terra senza popolo” prima della “Nakba”

Fonte: L'interferenza

La pietra miliare su cui si fondano le “rivendicazioni” sioniste sulla Palestina è la Conferenza di Sanremo del 1920 (un’estensione della Conferenza di pace di Parigi del 1919) cui parteciparono le potenze vincitrici ad eccezione degli Stati Uniti. In tale occasione venne affidato alla Gran Bretagna il Mandato per la Palestina , come “impegno sacro” per “la costituzione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico”. Le potenze coloniali ritennero di nessuna importanza il fatto che la “terra santa” fosse abitata da un popolo di cui di fatto venne riconosciuto uno stato illegittimo di occupazione.” E’ stato dato riconoscimento alla connessione storica del popolo ebreo con la Palestina e alle basi per ricostituire la loro nazione in quel paese” . Nel Mandato veniva specificato “Nulla deve essere fatto che possa pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina”. Meglio ancora se i naturali abitanti della Palestina si ritirano da terre non loro . Dove? Prima della firma del Mandato , la Gran Bretagna sottrasse al territorio mandatario in questione la Cisgiordania che venne aggiunta ai territori sotto sovranità araba . Tutto a posto ? Per il professor Yehuda Zvi Blum ex ambasciatore “Gli Arabi palestinesi godono da lungo tempo dell’autodeterminazione nel proprio stato, lo stato arabo della Giordania”
Nel luglio del 1922 il Mandato venne approvato dalla Società delle Nazioni e in tal modo divenne vincolante per tutti i 51 membri della Società . La dichiarazione Balfour del 1917( che riconosceva i legami storici e religiosi degli Ebrei “con la terra dei loro padri che sotto la dominazione greca e romana divenne nota come Palestina”) ebbe dunque la consacrazione di un riconoscimento giuridico internazionale che dava il via successivamente, alla “legittima” conquista della Palestina e con essa agli “illegali” atti di terrorismo e alle espulsioni “illegali” di massa. Una terra senza popolo per un popolo senza terra