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La Brexit e le reazioni scomposte di intellettuali e politici

di Massimiliano Greco - 25/06/2016

La Brexit e le reazioni scomposte di intellettuali e politici

Fonte: l'Opinione Pubblica

La Brexit ha provocato ondate di delirio, nausea, vomito come nel peggiore dei Rave Party. Profeti sono apparsi gridando nel deserto o, più spesso, in televisione e sui giornali, preannunciando l’arrivo delle locuste, la pioggia di fuoco e forse anche l’estinzione del genere umano. I più sobri si sono limitati, come Saviano, a parlare di ritorno del nazismo; altri ancora, come Monti, hanno accusato Cameron di “abuso di democrazia.” L’abuso, ovviamente, è quello di aver permesso alla vile plebaglia di votare. Severgnini invece l’ha presa relativamente bene.

“La Decrepita Alleanza ha vinto. Ha preferito il passato al futuro, i ricordi ai sogni, l’illusione al buon senso. Ne fanno parte i «little Englanders» di provincia e di campagna; i cittadini meno istruiti, su cui le informazioni scivolano come l’acqua sulle piume dei pellicani di St James’s Park; i nostalgici di ogni età, incapaci di rassegnarsi a un’evidenza”.

Severgnini però poi si supera:

“E per i giovani italiani? Brexit, prima d’essere dannoso, è doloroso, come una separazione in famiglia. L’Europa e Londra li hanno aiutati a crescere; e adesso, inspiegabilmente, si dividono”.

Inspiegabilmente, certo, magari per intervento Divino. Poi Severgnini decide di approfittarne per realizzare il proprio sogno nel cassetto: imitare Nostradamus (anche se il risultato è più simile al Divino Otelma):

“Giornate tristi, aspettano questa città. Londra non conoscerà il declino gentile che aspetta l’Inghilterra rurale, destinata a diventare una Svizzera povera, piatta e sul mare”.

Cioè il Regno Unito, per il solo fatto di uscire dalla UE, diventerà una terra piatta? Cos’è, il Brexit farà pure svanire le colline e renderà poveri gli inglesi? Speriamo faccia anche qualcosa per l’ubriachezza molesta degli hooligans, allora.

Dicevamo comunque che Severgnini l’ha presa relativamente bene, perché per esempio suRepubblica stanno lanciando raffiche di profezie nefaste: fallimenti di decine di compagnie aeree low cost, crollo della sterlina e persino il possibile divieto d’accesso allo spazio aereo europeo agli inglesi.

Chi non l’ha presa per niente bene, come accennato sopra, è Saviano.

Stefano Feltri (da non confondere con Vittorio) su Il Fatto Quotidiano si limita più sobriamente a dare agli elettori degli idioti e degli irresponsabili:

“Ma l’uso del voto è stato irresponsabile anche da parte degli elettori. La legittimità di un’elezione non si giudica dal suo esito, ovviamente. Ma la propaganda può avere successo soltanto se chi ne è il destinatario rinuncia al proprio senso critico, rinuncia alla fatica di formarsi una propria opinione autonoma e ragionata e si limita a ripetere gli slogan che riceve dalla tv o dai social network”.

Gad Lerner evoca sangue, terrore e morte, come faceva Berlusconi ai tempi d’oro in cui vedeva comunisti ovunque.

I politici italiani, come immaginabile, si sono dati a ogni sorta di delirio, specialmente quelli che, per copione, devono fingere di voler uscire dalla UE.

Renzi, dopo l’entrata a gamba tesa prima del referendum, in cui aveva raccomandato agli inglesi di votare “Remain” si è limitato a una serie di metafore da muratore parlando di Europa casa comune da ristrutturare o intonacare, dopo di che è volato a Berlino alla riunione del vertice europeo (che, guarda caso, invece di tenersi a Bruxelles si tiene in Germania) con Hollande e la Merkel.

Gli altri sono proprio impazziti, con Brunetta che per poco non viene alle mani con Bruno Vespa, Monti che lascia di corsa lo studio di Mentana, e Grillo che il giorno prima del referendum inglese si era smarcato da Farage, scrivendo sul (sacro) blog:
“Il Movimento 5 Stelle è in Europa e non ha nessuna intenzione di abbandonarla. Se non fossimo interessati all’Unione Europea non ci saremmo mai candidati; qui, invece, abbiamo eletto la seconda delegazione italiana. L’Italia è uno dei Paesi fondatori dell’UE, ma ci sono molte cose di questa Europa che non funzionano. L’unico modo per cambiare questa “Unione” è il costante impegno istituzionale, per questo il Movimento 5 Stelle si sta battendo per trasformare l’UE dall’interno”.

Persino Napolitano ha preso atto dell’inversione di rotta dei 5 Stelle, anche se dice che non è sufficiente per dimostrare di poter governare il Paese.

“L’affermazione è interessante. Ma non basta qualche frase per accreditarsi coerenti politicamente e capaci di governare seriamente”.

Grillo dovrebbe andare a scuola di furbizia dalla Meloni, che con una dichiarazione astuta a poche ore dal voto si è messa nelle condizioni di potersi barcamenare fra il “leave” e il “remain.”

Ma non è giusto guardare solo a casa nostra, come se solo da noi vi fossero orde di aspiranti lavapiatti a Londra (e si badi, solo a Londra: in Italia non metterebbero neppure piede in una fabbrica, figuriamoci nelle cucine di un ristorante) disperati perché dovranno perdere qualche giorno in più delle loro intensissime vite per farsi rilasciare il visto. Il Partito spagnolo “Podemos” cosiddetto euroscettico ha dichiarato che la Brexit avrà gravi conseguenze e ha criticato il cinismo dei sostenitori del Brexit.

La Le Pen esulta, Hollande si dispera, la Merkel barcolla, ma il migliore, anche se non certo il più sobrio, è Junker che prova a consolarsi, ma non riesce a nascondere la stizza:

Dopotutto – ha aggiunto – non è stata neppure una grande relazione amorosa. Non capisco perchè il governo britannico abbia bisogno di aspettare sino ad ottobre per decidere se inviare o no la lettera di divorzio a Bruxelles, vorrei riceverla subito”.

Chiudiamo questa carrellata con una domanda retorica: ma questa UE così terrorizzata dal voto, quando questo è davvero democratico, è la stessa UE che sostiene l’esportazione di democrazia nel mondo da parte degli americani, a colpi di bombe, primavere colorate e colpi di stato?