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Brexit: i gangli apicali dell'Unione Europea

di Paolo Sensini - 26/06/2016

Brexit: i gangli apicali dell'Unione Europea

Fonte: Paolo Sensini

Se invece di fare chiacchiere in libertà consideriamo gli indici disaggregati sul voto della Brexit, alcuni dati emergono in maniera lampante: il 67% degli asiatici (pakistani e indiani) ha votato contro Brexit; il 73% dei neri ha votato contro Brexit; il 70% dei musulmani ha votato contro Brexit. Gruppi che, di fatto, si sono rivelati i migliori alleati dell'establishment statal-finanziario della City. Esattamente l’opposto del voto dei cittadini "storici" inglesi, che nella loro componente maggioritaria si sono espressi per l'abbandono dell'UE. Altro che "vecchi" contro "giovani" (che in realtà sono stati il 64% complessivo dei votanti), come ci hanno raccontato esperti da operetta per sviare l'attenzione dalle vere ragioni del contenzioso referendario. A questo punto risulta evidente come mai i governi locali e la cupola di Bruxelles siano così favorevoli per imbarcare in Europa quanti più "migranti" possibili. Le analisi sul voto del 23 giugno spiegano bene quali siano gli "orientamenti" politici dei nuovi e meno nuovi arrivati, e anche perché coloro che "vivono di Unione Europea" spingano in maniera così aperta per farne entrare sempre di più. Non ci voleva grande acume a capirlo, e ora la semplice analisi dei dati emersi dalle ultime votazioni chiarisce la situazione meglio di voluminosi trattati si sociologia. Più stranieri si stabiliscono in Europa e minore sarà il senso di coesione sociale all'interno di ogni singolo Paese. E' un fenomeno che vediamo all'opera un po' ovunque, anche nelle città italiane dove l'ondata migratoria è tutto sommato assai più recente se confrontata ad altri contesti europei. Ragione per cui, nei calcoli di lorsignori, gli unici a trarne profitto da questa situazione sono i burocrati incistati nei gangli apicali dell'Unione Europea. Siamo sempre lì: Divide et Impera.