Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Evviva la Brexit, l'Italia starà meglio

Evviva la Brexit, l'Italia starà meglio

di Massimo Fini - 27/06/2016

Evviva la Brexit, l'Italia starà meglio

Fonte: Libero

Brexit. Ovvero «L'anima perduta dell' Europa». Ovvero il grido di dolore delle buonanime di Konrad Adenauer, Joseph Bech, Altiero Spinelli, Alcide De Gasperi, perfino di Winston Churchill (il primo ad invocare «gli Stati Uniti d' Europa», bizzarre volute del Fato) e di tutti i padri e padrini fondatori. Ovvero l' inizio del Ragnorok, l' Apocalisse, eccetera...
Massimo Fini, pregiata firma del giornalismo e un dissenso conclamato verso la decadenza dell' Occidente. Secondo lei l'uscita dell' Inghilterra dall' Europa porterà davvero morte e devastazione?
«Tutt'altro. Io direi che invece sarà un vantaggio per l' Europa. Ammettiamolo: l' Inghilterra non è mai stata europea, semmai è sempre stata legata a doppio filo, agli Stati Uniti che sono un alleato torbido che ci ha trascinato nelle situazioni peggiori. Gli inglesi, nel disegno dell' Europa unita, erano un corpo estraneo. Ce ne siamo sbarazzati».

Ah, proprio così: tranchant. Roba tipo «Dio stramaledica gli inglesi...». 

«E le dirò di più: noi e la Francia saremo quelli che dalla Brexit trarremmo vantaggi più degli altri. Soprattutto economicamente».

Si riferisce all'attrazione dei mercati borsistici e delle istituzioni finanziarie evocato dagli economisti Alesina e Giavazzi? D' altronde il neosindaco di Milano Beppe Sala il giorno subito dopo la Brexit ha candidato subito Milano ad ospitare l' autorità bancaria...

«Appunto. E, d'altronde, l' Unione Europea che pure è malfatta, tronfia e immobilizzata dalla burocrazia dopo aver aperto in modo assurdo a 28 membri, non era male. Almeno nelle intenzioni».

In che senso?
«Doveva essere un' unico organismo politico, prima che economico. I padri fondatori lo sapevano, ma sapevano pure che li avrebbero fermati».

Chi li avrebbe fermati, mi scusi?

«I soliti americani...».

Oddio, perdoni Fini, ma non è che la sua sia un po' una fissazio...?
«...No. Adenauer e gli altri avevano perfino pensato ad un esercito europeo, ma Washington bloccò tutto. Eppure, oggi, per evitare di essere stritolata da Cina, India, America, l' Europa occorre che sia unita. Il problema vero non è l' Europa, sono le istitizioni europee».

Alcuni ritengono opportuno, invece, un ritorno all' orgoglio dei nazionalismi, alla forza storica delle città-Stato. Tra questi alcuni pensavo ci fosse anche lei...
«Magari. In linea teorica e anche storica sarei d' accordo. Ma le città-Stato in questo momento storico sono un' utopia. Da soli verremmo schiacciati, lo ripeto. Ma non sono l' unico a pensarla così. Anche Grillo, convinto antieuropeista, nelle sue ultime dichiarazioni s' è ammorbidito, mi pare».

E anche Matteo Salvini. Il quale adesso non boccia più l' Europa tout court, ma accusa i suoi apparati , e chiede una revisione dei trattati. Lei la pensa come Salvini?
«Non esageriamo».

Ma le va bene o no l'Europa così com' è, dopo il «bye bye» dell' Inghilterra?
«Guardi, l' ideale era il progetto storico Miglio-Bossi degli anni '90. In Europa con un governo unico, con abolizione degli Stati nazionali che dovevano essere sostituiti, come punti di riferimento periferici, dalle macroregioni europee. Il che significa il Trentino con l' Austria, la Riviera di Ponente annessa alla Provenza, cose così. Però, in assenza di Miglio, oggi dobbiamo comunque fare un pacchetto di mischia».

Libero - come Salvini - chiede anche per gli italiani un referendum sull' uscita dall' Europa. La ritiene una cosa plausibile?
«Sì. La cosa è plausibile, è legittima, ma non particolarmente utile in questo momento. Certo, via via potrebbero uscire tutti gli Stati dall' Unione dopo aver brigato per entraci. Ma per me ne avremmo solo svantaggi. L' unica vincitrice, su tutti i fronti, sarebbe la Germania. E sarebbe seccante».

L' esito del referendum della Brexit influirà sull' azione del governo? Il premier Renzi, se perde, seguirà l' esempio del collega Cameron, dimissioni immediate?
«Ma lei ci crede?».

Onestamente no.
«Ecco, non credo neanche Renzi. Che, con grande faccia di tolla, in questi giorni sata già arretrando: "Se perdo mi dimetto, ma se il partito mi chiede di restare, resto". Ma và. Questo addio dell' Inghilterra non intaccherà minimamente la nostra politica interna...».

di Francesco Specchia