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Il miracolo Brexit

di Luca Pinasco - 10/09/2016

Il miracolo Brexit

Fonte: L'intellettuale dissidente

Si faceva un gran trambusto ai tempi del Brexit, ogni quotidiano o telegiornale del mainstream, prima e dopo il referendum britannico del 23 Giugno, un giorno si e l’altro pure, annunciava grandi catastrofi per l’economia britannica, europea ed addirittura mondiale. Oggi però, alla luce dei dati economici di Luglio e Agosto, tutto tace, o quasi. Ѐ meglio che gli europei ignorino cosa sta accadendo oltre manica, anche se alcuni dei maggiori quotidiani occidentali hanno dedicato un articoletto per fare mea culpa sulle menzogne raccontate. Ancor prima di dar inizio ai negoziati di scissione con l’Unione Europea, la sola certezza che prima o poi si verificheranno, è stata sufficiente a spingere l’economia inglese in modo straordinario. Il Wall Street Journal dice che i dati del primo Settembre sull’indice PMI manifatturiero di Agosto hanno raggiunto i massimi da 10 mesi. La sterlina debole ha infatti inciso notevolmente sull’export, per chi vive fuori dalla Gran Bretagna è più conveniente acquistare beni e alcuni servizi in sterline, infatti gli ordini esteri in specie da Cina e Stati Uniti sono ripartiti e la fiducia dei manager ha raggiunto il livello record di 53,3 punti ribaltando le previsioni degli analisti di 49 punti (la soglia di 50 punti è la discriminante tra contrazione ed espansione del ciclo economico). Il fatto che l’importazione diventi svantaggiosa non può che risistemare la bilancia dei pagamenti in un paese prevalentemente importatore. Mesi e mesi di Quantitative Easing della BCE per centinaia di miliardi di euro non sono riusciti a svalutare l’Euro e portare l’inflazione sopra la soglia dello 0,5%, in Inghilterra è bastato il semplice effetto del Brexit per ottenere tali risultati.

Anche i dati sul mercato immobiliare smentiscono le previsioni degli analisti. La Nationwide Building Society comunica che ad Agosto il prezzo delle case in Gran Bretagna è cresciuto dello 0,6% ad agosto rispetto a luglio e del 5,6% su base annua. Nel settore dei servizi che rappresenta la gran parte dell’ economia britannica si sono registrati forti aumenti, le vendite al dettaglio di Luglio sono aumentate del 5.9% rispetto a quelle del 2015, nello stesso mese sono stati spesi per acquisti con carte di credito al consumo 168 milioni di sterline, più di quanto è stato speso nei mesi precedenti al referendum. La produzione industriale è aumentata del 2,1% nel mese di Luglio, molto più della media annuale. Come scrive l’Economist, anche la politica della Banca Centrale d’Inghilterra ha subito un forte mutamento di politiche, ha acquistato debiti delle aziende britanniche per 10 miliardi, oltretutto sono stati previsti investimenti statali nel settore delle infrastrutture. Il Financial Times dell’altro ieri riporta il fatto che Morgan Stanley e Credit Suisse hanno rivisto le previsioni sulla crescita britannica al rialzo, la prima dal 1,2% al 1,9% per il 2016 e dallo 0,5% al 0,6% per il 2017 e la seconda dal 1% al 1,9% per il 2016 e da una contrazione del 1% ad una crescita dello 0,5% per il 2017, tenendo conto del fatto che gli economisti di Credit Suisse sono stati i più pessimisti tra quelli intervistati dal Ministero del Tesoro nel mese di Agosto. Infine un ultimo dato, Fowardkeys ci dice che le prenotazioni di voli per il Regno Unito sono aumentate del 7,1% dal Brexit.

Per chiarezza occorre dire che tutti questi dati positivi sono stati causati non dall’uscita reale della Gran Bretagna dall’Unione Europea, che avverrà forse l’anno prossimo, piuttosto dalla consapevolezza che avverrà. Non sappiamo quali risultati economici e geopolitici darà l’effettivo distacco, potremmo anche azzardare delle previsioni, ma sappiamo per certo che, nonostante l’Inghilterra non soffrisse della peggiore pena dell’ Europa, ovvero l’Euro, la sola consapevolezza che si sgancerà dalle regole del vecchio continente ha generato un impatto positivo sull’ economia che ha superato di gran lunga ogni manovra anti-crisi portata avanti da governi e banche centrali. La riflessione che ne consegue e che le grandi testate e i media internazionali hanno raccontato menzogne, tante menzogne sulla Brexit, gli unici che hanno da perdere sono i grandi gruppi finanziari, proprietari delle testate giornalistiche quanto della stessa UE, le popolazioni invece possono solo avere guadagni da ogni distacco da questa Europa, come sta dimostrando la Brexit, ma non si deve sapere…