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Compagni che lottano? I loro antenati vivevano nel Medioevo...

di Luciano Lanna - 14/11/2016

Compagni che lottano? I loro antenati vivevano nel Medioevo...

Fonte: Il Dubbio

E se il movimento operaio, sindacale e socialista avesse radici medievali? Pochi lo sanno, in realtà, ma la tradizione artigiana dei "costruttori di cattedrali", il Compagnonaggio, è ciò che storicamente sta all'origine dell'affermazione del diritto al lavoro, della difesa di fronte al "padronato", della lotta alle chiusure corporative, della nascita delle società di mutuo soccorso. Non a caso nell'Italia protonovecentesca alcuni sindacalisti e alcuni studiosi di diritto del lavoro – da Luigi Campolonghi a Alceste de Ambris, da Alfredo Acito a Rinaldo Rigola, primo segretario della Confederazione generale del lavoro – si interessarono a fondo del Compagnonnage e ne scrissero diffusamente. Inoltre, non è una novità che un certo filone del socialismo sia nato sull'onda della cultura neogotica e neo-medievalista, da William Morris a John Ruskin, un filone prossimo e parallelo alla rivalutazione storica dell'artigianato rispetto all'industria e correlato alla rinascita del restauro dei monumenti e alle arti applicate.
È in Francia, comunque, che il fenomeno non si è mai interrotto. Di cosa parliamo? Della continuità storica - anche nel Novecento industrialista e produttivista - del Compagnonaggio. Di una associazione di artieri, artigiani e operai specializzati che crea tra i suoi membri relazioni e scambi tecnologici, metodologici ma anche di mutuo soccorso. Proscritto a Parigi nel 1655, dopo una condanna dei teologi della Sorbona, comunque sopravvisse di fatto, a volte in clandestinità, continuando una tradizione attiva nel trasmettere il "sapere" e il "saper fare". Sulla base di due obblighi ancor oggi fondamentali: il cosiddetto Tour de France, modus operandi che consente di apprendere mestieri da diversi maestri e sperimentare disparati contesti di lavoro; e gli chefs-d'oeuvre, le prove richieste per la raggiunta perizia, una specie di tesi finali. Si tratta di una realtà che implica un metodo formativo che è stato iscritto dal 2010 nel Patrimonio culturale immateriale dell'Unesco. «Secondo i suoi principi basilari - spiega Jean-Michel Dutrey, della federazione nazionale francese dei discendenti dei tagliatori di pietre e dei carpentieri che costruirono le cattedrali - il Compagnonaggio garantisce a ognuno, qualunque sia la sua origine, i mezzi per esprimere al meglio sé stesso. Inoltre, per responsabilità sociale, organizza anche corsi di formazione normali e la preparazione a esami di Stato».
Un intellettuale eccentrico e non-conformista come Enzo Biffi Gentili, il quale da anni si dedica alle arti applicate nel contesto del contraddittorio nuovo Medioevo in cui viviamo, ha posto quindi il Compagnonaggio al centro dell'ultimo atto del progetto triennale promosso dalla Fondazione Crc denominato "Il cuNeo gotico", con una mostra e un catalogo. "Artieri fantastici-Capolavori d'artedesign" è il titolo con cui la mostra - aperta al pubblico sino al prossimo 27 novembre – presenta per la prima volta in Italia, a Cuneo, una rassegna di opere relative alle arti applicate nella particolare ottica della tradizione del patrimonio di conoscenze dei tagliatori di pietre e dei costruttori di cattedrali medievali.
La mostra è allestita nell'ex chiesa di San Francesco a Cuneo: l'edificio sacro, in stile tardogotico, è stato recentemente riportato al suo originario splendore proprio grazie al significativo apporto della Fondazione Crc.   E questo, non solamente per una rivalutazione dell'alto artigianato - come già avvenne in passato secondo i dettami dei Preraffaelliti e dei neo-medievisti - ma anche per far conoscere al vasto pubblico i Compagnons du Tour de France,  la "Fédération nationale compagnonnique des métiers du bâtiment" di Parigi. Costoro rappresentano dunque, ancora la Tradizione reale, vivente e operativa di quell'esoterismo che riguarda le Arti, sia quelle definite "pure" sia, forse ancor più quelle "applicate".
L'esposizione è stata curata nei dettagli dal Seminario Superiore di Arti Applicate/Miaao della Congregazione dell'Oratorio di Torino, creatura anche questa di Biffi Gentili, il quale è anche il direttore artistico dell'intero progetto "Il cuNeo gotico",  condotto sempre con l'intento di ricercare le connessioni alte e nobili con uno patrimonio - anche locale ma non solo -  intessuto di spirito gotico e neogotico, nonché con un immaginario "fantastico" mai definitivamente scomparso. Proprio per questo, un intero spazio espositivo della mostra è appannaggio dell'arte applicata dell'illustrazione e del fumetto, mentre un altro settore intitolato "Sette cappelle per sette sorelle", offre al pubblico "l'eccellenza dell'eccellenza" delle arti applicate nelle aree delle cosiddette "sette sorelle", ovvero le sette principali città del Cuneese: Alba, Bra, Fossano, Mondovì, Saluzzo, Savigliano e infine la stessa Cuneo.
La mostra, pertanto, si ricollega all'antica "magia del fare",  all'artista inteso come artigiano e artefice che produce perciò un artefatto, ovvero un qualcosa di "fatto a regola d'arte" e secondo tali auree direttive le opere esposte sono sintomatiche di un  "sapere e saper fare", sino a culminare in alcuni chefs-d'oeuvre des Compagnons raccolti nell'abside della chiesa.
Opere che donano, al fortunato che le guarda, la consapevolezza che Arte, Bellezza, Armonia e Sapienza se ricercate da parte di chi opera nel campo, ancora possono essere volute e applicate senza perdere il senso della meraviglia e dello stupore che derivano dal mistero rivelato e dall'arcano del simbolo, in una sempre attuale visione del Cosmo che vuole essere il Bello a prevalere sulla bruttezza dell'oscurità e dell'ignoranza.
Con la mostra voluta e realizzata da Biffi Gentili si colma quindi una lacuna culturale per il nostro Paese. D'altronde, sinora del Compagnonaggio in Italia se ne era parlato soprattutto nell'ambito degli studi di simbologia esoterica, e a ragion veduta, essendo il fenomeno caratterizzato tuttora da un complesso intreccio di leggende e riti medievali. Unica eccezione, proprio quest'anno, la traduzione di un libro dello scomparso Luc Benoist, studioso di simboli e miti ma anche "conservatore" dei musei francesi, e interamente dedicato al fenomeno come forma iniziatica fondata sull'esercizio di un mestiere: Il Compagnonaggio (Edizioni Luni, 2016). Ultima annotazione: una delle sezioni, "Quattro fantastici artieri del tratto", contiene una retrospettiva di maestri dell'illustrazione come Attilio Mussino (uno dei papà di Pinocchio), Giorgio Sommacal, Marco Cazzato e Marco Corona. Un modo come un altro per collegare tutto il filone neo-gotico e neo-medievalista, attualizzandolo sulla scia di William Hogarth e della sua "via esoterica" all'immagine.