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In morte della classicità in Grecia

di Daniel Guillem - 23/11/2016

In morte della classicità in Grecia

Fonte: Azione identitaria

Dopo l’attacco al mondo classico perpetrato in Francia, con grande scandalo del mondo accademico, assistiamo ad un nuovo tentativo distruttore, a volto scoperto, da parte del nostro nemico. Questa volta molto più violento ed ardito, visto il luogo dove è stato portato a termine. La Grecia, Patria, assieme a Roma, della cultura tradizionale europea, “deve essere affondata”.

Non solo dal punto di vista economico, con i vari diktat dell’usura comunitaria e mondiale, e le conseguenti “calate di pantaloni” da parte della sua stessa classe dirigente, asservita a questi poteri, ma soprattutto dal punto di vista etnico e poi culturale, a partire dall’invasione migratoria che subisce ormai da parecchi anni, in un contesto economico stremato. Ora l’attacco viene portato ancor più in profondità: la Grecia va colpita nell’animo, nelle radici, nella memoria storica, nell’essenza profonda ed inscindibile dalla sua funzione rischiarante del pensiero.

La volontà di abolire lo studio delle materie umanistiche ed in special modo della cultura classica dalle scuole europee può essere vista da alcuni (sinistra progressista) come la semplice “fine della resurrezione che essa ebbe quando fu promossa, nella seconda metà dell’Ottocento, la scolarizzazione di massa”. Noi, ovviamente, sappiamo che c’è molto di più.

L’intento è chiaro. Bisogna farla finita con qualsiasi materia che non sia funzionale all’ideologia economicista. Per fare questo è necessario far passare il concetto che bisogna studiare solo le materie che preparino all’entrata nel mondo del lavoro e della mistica consumistica, facendo tendere tutte le istituzioni umane al perfezionamento dell’Homo oeconomicus. Se oltretutto, attraverso misure di questo tipo, si va a colpire dritto nello spirito nazionale di un popolo, il gioco è fatto.

La volontà di abbandonare lo studio del mondo classico, non solo rafforza lo spirito utilitaristico andando ad affossare quell’ultimo baluardo d’orgoglio presente in Grecia, ma va a colpire più in profondità. L’antica Grecia e l’antica Roma sono state l’incarnazione vivente del bello nell’uomo. Classico è l’amore per la virtus/ἀρετή incarnata nel coraggio guerriero, nell’equanimità dei giusti, nella rettitudine del pensiero nella temperanza dei saggi. Classico è l’amore per l’ordine, che dal cielo si materializza attraverso Zeus dispensatore di leggi per gli uomini. Classico è l’amore per la bellezza non volgare, quella per i bei volti ed i bei corpi degli eroi, per la loro anima, ancor più seducente, incarnata dalla kalokagathia. Classico è tutto ciò che ci fa rivivere nella realtà concreta del mondo prima che la modernità la ubriacasse quasi completamente.

Un’operazione sottile si sta portando a termine: in tal modo, diventerà impossibile per ogni greco leggere Platone oppure Omero, nella loro lingua originale. Il nostro nemico è cosciente di questo ed agisce di conseguenza, e non crediamo di esagerare nelle nostre valutazioni, parlando del manifestarsi di una vera e propria battaglia tra due mondi diversi.

Questo nostro pensiero, nato dalla forte indignazione per l’ennesimo attacco alla Grecia, paese fraterno, è un invito  a decidere se consegnarsi alla dittatura tecnicista delle banche e dell'uomo-macchina globalizzato, oppure combattere per la Civiltà.

Noi scegliamo di combattere, e lo facciamo sotto il segno del mondo classico, mito vivente ed eterno, fonte inesauribile di verità e bellezza.