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Anche noi siamo stati migranti Ma era un’altra storia

di Aldo Cazzullo - 15/01/2017

Anche noi siamo stati migranti Ma era un’altra storia

Fonte: Corriere della Sera

Caro Aldo,

La stazione centrale di Milano è un porto di mare: non ci sono solo i clandestini, perché qualche milanese concorre a peggiorare la situazione. Ho visto arrivare gli sfollati del Polesine e gli immigrati dal Sud e non sempre Milano ha saputo trasmettere senso civico ai nuovi arrivati, ma di sicuro non lo sta facendo ora. E poi ricordiamoci che siamo stati anche noi migranti in America.

 


Senofonte Borgonovi

 

Caro Senofonte,

Sull’immigrazione sono arrivate decine di mail, quasi tutte molto dure. Scelgo questa perché ha il merito di porre interrogativi.

L’Italia allenta i freni inibitori degli stranieri, siano migranti o turisti. Noi all’estero tendiamo a comportarci meglio. Chi viene da fuori, vedendo che ognuno fa un po’ quel che gli pare, si adegua volentieri. Ma la questione non è solo di decoro o di ordine pubblico. Riguarda il lavoro e la coesione sociale.

È vero, siamo stati anche noi migranti. Ma in un contesto non paragonabile a quello di oggi. Era un’immigrazione controllata, soggetta a regole rigide: quarantene, respingimenti, espulsioni. E l’America era un continente disabitato, avido di manodopera. L’Italia di oggi è uno dei Paesi più densamente popolati al mondo, e purtroppo di lavoro ne offre poco. Il ragionamento per cui gli immigrati sostituiranno i figli che gli italiani non fanno più è di un cinismo inaccettabile; piuttosto aiutiamo le giovani coppie a diventare genitori (più le donne lavorano, più fanno figli).

Nessun Paese può reggere un flusso come quello cui è sottoposto l’Italia di oggi. Persone di cui non sappiamo nulla, e di cui spesso continuiamo a ignorare molto, compresi il nome e la reale provenienza. Non c’è dubbio che la grande maggioranza arrivi nella speranza di migliorare le proprie condizioni. Ma arriva pur sempre in zone dove l’impresa economica più florida è la malavita organizzata, non a caso attivissima nella gestione dell’affare, spesso in combutta con i trafficanti. I sentimenti di umanità non sono in contrasto, anzi vanno di pari passo al ripristino delle regole, che impongono l’accoglienza dei profughi e il rimpatrio degli irregolari. L’alternativa è il contagio del razzismo da cui nessun popolo, anche un popolo capace di grande solidarietà come il nostro, è immune.