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False Opposizioni e cinque stelle di Eugenio Orso

di Eugenio Orso - 10/02/2017

Fonte: Pauperclass

Credo che sia d’interesse dei pochi frequentatori di Pauperclass leggere l’articolato commento di Rosanna Spadini (Come Don Chisciotte) al mio ultimo articolo “Roma, cinque stelle e le grandi manovre politiche liberaldemocratiche” e la mia risposta, altrettanto articolata, al commento stesso:

 Commento di Rosanna Spadini:

Carissimo Eugenio Orso, forse lei non ha compreso perfettamente alcuni passaggi chiave delle vicende politiche italiane, quindi permetta che gliele ricordi:
– devo però premettere che essere allineata al prof. Paolo Becchi mi offende, primo perché il prof. ha fatto di tutto per farsi adottare dai 5 Stelle, poi una volta rinnegato pubblicamente, ha iniziato a fare campagne mediatiche contro, in maniera molto rancorosa, secondo perché sempre il suddetto prof. Becchi utilizza motivazioni a dir poco fantasiose per la sua sistematica avversione verso il MoV, mentre io cerco sempre di riportare i fatti nudi e crudi, secondo l’esempio giornalistico di Marco Travaglio (La scomparsa dei fatti).
– quanto alla “linea politica” adottata da CDC negli ultimi tempi, mi sembra che lei stia sbagliando di grosso, perché tra i tanti articoli presenti sul sito, che trattano di politica nazionale, solo i miei sono a favore del MoV, tutti gli altri sono decisamente avversi, quindi secondo le dovute proporzioni, tenendo presente una media di 10 articoli di politica interna a settimana, saremmo 1/10 … non mi sembra una linea politica così incisiva.
– per quanto riguarda poi la sua definizione dei 5 Stelle come “falsa opposizione”, me la dovrebbe motivare meglio con dati alla mano, fatti ed eventi che dimostrino che il MoV non sia stato coerente con quanto promesso elettoralmente, quindi finché non vedo riportati i fatti, non posso darle credito.
– dell’evento ALDE ho già discusso in un altro articolo, ma vedo che anche lei non conosce il senso politico dei gruppi europei, calderoni che contengono tutto e il suo contrario, per esempio nel PPE coesistono insieme Angela Merkel e Viktor Orban, che non sembrano avere grandi affinità quando si fanno guerra politica a proposito dei migranti. Certamente la vicenda Alde è stata orchestrata in maniera goffa e maldestra, tant’è che è costata la testa al responsabile Borrelli, ma le si è attribuito ancora una volta una responsabilità politica eccessiva, dato che i gruppi non hanno assolutamente alcun potere politico, chi decide in Europa non è il Parlamento, ma la Commissione e il Consiglio.
– riguardo ancora alla sua definizione di “falsa opposizione” della giunta Raggi, basterebbe osservare i fatti … al contrario le decisioni prese dalla giunta mi sembrano decisamente avverse al sistema affaristico mafioso espresso dalle tante amministrazioni precedenti, basti ricordare il NO alle Olimpiadi, la riconfigurazione del nuovo stadio rivista da Paolo Berdini, la prossima imposizione dell’Imu al Vaticano, la riduzione della tariffa sui rifiuti con un risparmio in bolletta per i romani compreso tra l’1,5% e il 2%, 39 milioni di euro d’investimento sulle politiche sociali per la famiglia, lotta all’abusivismo commerciale con oltre 1000 controlli al giorno ed elevate multe per un controvalore di circa 3,3 milioni di euro, nel mirino la filiera della contraffazione, il racket della criminalità a spiccato danno erariale (oltre 31.400 controlli effettuati solo a ottobre in tutti i Municipi, con 1.607 sequestri amministrativi e 646 sanzioni emesse), approvato l’obbligo di tracciabilità dei rifiuti dei cantieri edili, per combattere il fenomeno diffuso dello smaltimento abusivo di rifiuti edili, la presentazione del budget di previsione entro i tempi tollerati (data normale, fine anno; data tollerata, fine gennaio), che permetterà di indire gare europee per gli appalti (Marino l’ha presentato con 12 mesi di ritardo e ha assegnato le gare a chi voleva lui) … (l’elenco continua nel Forum di CdC http://comedonchisciotte.org/f
– anche il fatto che Berlusconi, redivivo e ancora potente, abbia contribuito alla conquista grillina delle municipalità romane, è tutto da dimostrare, dato che la Raggi è stata votata con il 67% dei consensi, quindi con quale percentuale avrebbe contribuito il Berlusca? Forse semplicemente con la sua assoluta assenza e debolezza, un contributo “a sua insaputa”, direbbe sempre Travaglio.
– per concludere, la tesi da lei sostenuta, sarebbe quella secondo cui il Cinque stelle, ridimensionato da queste vicende, ed escluso definitivamente dalla “presa del potere”, si presterebbe ad essere più malleabile nei confronti di un governo-troika, disposto ad accettare le ultime misure che debiliteranno e impoveriranno definitivamente il paese, in cambio di una fetta di sottopotere e qualche poltrona … e qui si sta contraddicendo: non era una “finta opposizione”? Dunque mi sembra molto facile risponderle, di fronte ad un attacco a Virginia Raggi di queste proporzioni, mai viste nella storia della repubblica, un vero e proprio linciaggio pubblico, definito da un giornalista svizzero addirittura un “femminicidio mediatico” (http://comedonchisciotte.org/f… … potrebbe essere anche probabile che il MoV perda consensi, se così fosse l’unica possibile vera opposizione al potere neoliberista sarebbe finita e a quel punto non ci resterebbe altro rimedio che stare a guardare e smettere di votare.
Cordialmente, Rosanna Spadini

Per Rosanna Spadini

Proverò a risponderle, anche se non troppo brevemente.

Anzitutto, chiarisco che non ho inteso accostarla in alcun modo a Paolo Becchi! Ho semplicemente citato due articoli di diversa fonte –  il suo e  l’intervista a Becchi –  che hanno suscitato in me un qualche interesse per i contenuti. Inoltre, non ho dato alcun giudizio su di lei o sul presunto ex ideologo del 5s.

L’espressione “linea politica” non rappresenta una critica, o addirittura un  insulto, perché le redazioni dei blog di controinformazione necessariamente operano, o dovrebbero operare, scelte politiche chiare. A mio avviso, devono assolutamente farlo e dichiarare da quale parte si schierano, perché non si tratta di essere “oggettivi, “neutrali”, ma di aderire ad una visione della società e del mondo alternativa a quella propagandata dal sistema di potere vigente. Per quanto riguarda la redazione di Come Don Chisciotte, io credo che abbia fatto una scelta sbagliata puntando sul 5s, pur lasciando spazio a critiche e dissensi nel blog.

Se dovessimo cercare di far ragionare, in merito alla questione del cinque stelle, l’uomo della strada che subisce la de-emancipazione e l’impoverimento in atto, potremmo dirgli quanto segue, senza timore di essere smentiti:
”Dal 2013, quando 5s è entrato in parlamento con più di 160 deputati e senatori dichiarando di voler  salvare il paese e di non voler lasciare nessuno indietro, quali miglioramenti hai riscontrato, quanto a redditi, diritti, lavoro, quiescenza e pensioni, futuro dei figli? Da allora, non solo nulla è cambiato e non c’è stata un’inversione di rotta rispetto alle politiche neoliberiste e anti-sociali applicate in Italia, non solo non si è ridotto il tasso di corruzione che caratterizza questo paese, non solo la “casta” non è stata sconfitta e allontanata dal potere, ma, anzi, la situazione generale e quella tua, personale, hanno subito un notevolmente peggioramento e le prospettive future sono ancora al ribasso. Rifletti su questo punto cruciale, direttamente attinente alla realtà sociale vissuta dagli italiani e a quella tua personale”.

Il fatto che, a livello di cambiamenti di rotta nelle politiche applicate in questo paese, 5s non abbia lasciato alcun segno e il fatto che non abbia realizzato ciò che nella campagna elettorale per le politiche 2013 giudicava prioritario – come nel caso eclatante del reddito di cittadinanza – vuol dire semplicemente che il cinque stelle è inefficace, non ancora che trattasi di falsa opposizione.

In generale, nell’inefficacia dell’azione politica d’opposizione hanno un peso le forme di lotta adottate, che possono rivelarsi sbagliate (ad esempio, la “democrazia in rete” virtuale, piuttosto che le mazzate reali in testa al nemico), l’adesione, seppur parziale e non convinta, alla liberaldemocrazia parlamentare che è strumento di dominazione delle élite e una trappola per il dissenso, il non essere in grado di mobilitare le masse e occupare stabilmente le piazze pur avendo la volontà di farlo, eccetera.

La falsa opposizione – di seguito FO – va oltre l’opposizione inefficace e si riconosce in base ad alcuni tratti distintivi di una certa importanza, facilmente verificabili nella realtà. Provo a riassumerli, ponendoli in relazione con la vicenda politica del cinque stelle:

  • La FO è inizialmente osteggiata dai media “corporativi”, dai politici prezzolati, dai sedicenti intellettuali (di servizio), ma poi è ammessa nel sistema di dominazione elitista che chiamiamo liberaldemocrazia parlamentare. Se all’inizio poteva essere oscurata, in seguito riesce ad ottenere (miracolosamente!) una certa visibilità mediatica, pur permanendo, per rispettare il cliché dell’opposizione, qualche critica forte per il “populismo” che l’entità incarnerebbe, per la sua scarsa democrazia interna, per le  “incapacità” amministrative negli EELL, eccetera. Non a caso, oggi, i grillini emergenti hanno una buona visibilità mediatica, in positivo ma anche in negativo, per scandali e inchieste giudiziarie, come accade con Virginia Raggi. Inoltre, gli squali giornalistici del sistema si rallegrano pubblicamente perché il 5s non violento, rispettoso della “democrazia” (leggi del potere dei Mercati e Investitori), rappresenta comunque un argine, in Italia, al sorgere di forze razziste, xenofobe, omofobe, sessiste, fasciste, sovraniste (eccetera, tutto il repertorio menzognero) presenti e in crescita, invece, in altri paesi europei. Ciò significa che un’importante funzione attribuita dal sistema alla FO è quella d’ostacolare il nascere di una vera e sanguigna opposizione, alternativa ai collaborazionisti della troika quanto a programma politico e alleanze internazionali, fuori dagli steccati della liberaldemocrazia elitista e del politicamente corretto. Si mietono consensi fra le vittime dalle politiche neoliberiste e i delusi di sinistra abbandonati a se stessi, spingendo però una possibile protesta popolare su binari morti, senza che sia minacciata la stabilità sistemica. Del resto, l’aveva detto chiaro Grillo, già in campagna elettorale nel marzo 2013, di aver “incanalato tutta la rabbia” e i politici “Dovrebbero ringraziarci uno a uno. Se noi falliamo l’Italia sarà guidata dalla violenza nelle strade”. Come dire, bye-bye reazione efficace alle violenze sistemiche e alle riforme-esproprio che colpiscono il popolo ….
  • La FO non si costituisce e/o non cresce intorno a temi oggi essenziali come la difesa del lavoro, delle pensioni e dei redditi popolari, la sovranità monetaria da riappropriare (no all’euro), la difesa delle produzioni nazionali contro la globalizzazione neoliberista, la ridefinizione delle alleanze internazionali e dei trattati sulla base degli interessi nazionali. Questi temi sono pericolosi, spiacciono alle élite dominanti e, di conseguenza, chi li fa propri con decisione e convinzione “muore”! Ecco, allora, la lotta del cinque stelle contro la “casta” (non certo direttamente contro Soros e i “miliardari democratici”, ma contro Bersani, tanto per capirci), oppure i diritti delle minoranze gay e lesbiche über Alles, come nel caso di autentici abomini quale è, o era, il sel vendoliano. Tornando al 5s, la lotta contro la “casta” è un inganno efficace e sviante – lanciato sul mercato della manipolazione sociopolitica di massa dal duo giornalistico Stella e Rizzo, con il libro pubblicato nel 2007 –  perché confonde la causa con l’effetto e fa credere alle anime belle che, rimossi i politici corrotti attualmente al governo, nel parlamento, nelle regioni con i loro portaborse come per miracolo tornerà il sereno e tutto si aggiusterà. Tutto ciò senza andar a toccare, se non di sfuggita, solo a parole e slogan per motivi elettoralistici, i temi cruciali prima elencati: lavoro, sovranismo monetario e politico, difesa delle produzioni nazionali, alleanze internazionali, etc. Temi che invece sono la vera e prima causa delle tribolazioni inflitte alla popolazione italiana. Ecco, allora, il Restitution Day (novembre del 2016), per un’ottantina di milioni di euro, che i parlamentari 5s, tagliando paghe e rimborsi elettorali, restituirebbero alla piccola/media impresa attraverso un piccolo fondo all’uopo costituito, mentre si evita accuratamente di lanciare attacchi decisi e costanti al governo-Quisling per la diffusione dei Voucher, che rappresentano l’ultimo “step” per una completa precarizzazione dei lavoratori, oppure per il cosiddetto APE (l’anticipo pensionistico) che costringe i lavoratori anziani a indebitarsi fino alla morte con banche e compagnie assicurative, per poter andare in quiescenza un paio d’anni prima. Si dovrebbe comprende bene il gioco della FO. Non disturbare il manovratore finanz-globalista sollevando la fondamentale questione della tutela dei redditi e dei diritti dei lavoratori, ma spostare l’attenzione su quella sorta di generosa e spontanea elemosina, chiaramente insufficiente per risolvere i problemi, di cui il 5s va pubblicamente e propagandisticamente fiero (“beau geste”?). E’ ovvio che poche decine di milioni di euro, racimolati in alcuni anni, sono meno di una goccia nell’oceano, rispetto a ciò che servirebbe, valutabile in decine di miliardi di euro, per salvare e riattivare la Pmi italiana da tempo boccheggiante.  Servirebbe un cambiamento radicale di politiche economiche e il coraggio di proporlo in un programma politico del tutto alternativo a quello della troika, piuttosto che le gocce nell’oceano del Restitution Day … Cosa fa, quindi, la FO? Non disturba il manovratore, evitando di toccare con decisione temi cruciali, e sposta l’attenzione su azioni minori, oppure su questioni secondarie, od anche posticce, per acquisire consensi e “un posticino al sole”. Persino il No non negoziabile a future Olimpiadi nella capitale mi pare motivato, più che da un’opposizione ferma al locale sistema affaristico-mafioso (irrobustito dalla perdita di sovranità dell’Italia e di dignità da parte dei politici), dalla paura di restare invischiati in inchieste della magistratura, per appalti multi-milionari che regolarmente vanno fuori controllo, subendo gli attacchi dei media e perdendo voti e consensi. Con queste premesse, non c’è da stupirsi che il programma politico e gli stessi comportamenti del 5s siano percepiti dai più accorti come ondivaghi, confusi, incoerenti: no all’euro, ni, si, forse e il referendum in materia si farà, non si farà, chissà; prima con Farage poi con l’Alde eurista, poi di nuovo con Farage per il calcio in culo di Verhofstadt, no al piddì e nessun sostegno al governo che deve andarsene, ma votiamo quei provvedimenti governativi che giudichiamo positivi, il reddito di cittadinanza marameo, eccetera.
  • La FO pentastellata, come qualsiasi altra FO, potrà restare all’opposizione, in parlamento, vantandosi della sua estraneità al “sistema dei partiti”, fin tanto che sarà utile per la riproduzione sistemica, oppure potrà arrivare all’ambito traguardo del governo nei tempi e nei modi graditi alle élite finaz-globali e agli organismi sopranazionali che ci controllano (Bce, Commissione europea, FMI, etc.). In tal caso, si trasformerà in una vera e propria entità collaborazionista, come lo è il piddì (non è andata così all’immonda Syriza, in Grecia?). Ho l’impressione che il cinque stelle abbia tentato una fuga in avanti, lo scorso anno, e per questo sia stato punito con le inchieste della magistratura a Roma, che coinvolgono in prima persona la Raggi. Non solo, ma credo che Grillo abbia dovuto fare dei passi falsi, studiati, come la richiesta di adesione al gruppo dell’Alde nel parlamento europeo, in funzione di contenimento e di leggero ridimensionamento, inviando un segnale di “sottomissione” alle spietate élite dominanti. Una fuga in avanti pericolosa, non gradita alla razza elitista padrona, testimoniata dal protagonismo di emergenti come Di Maio, nel 2016 indaffarato in incontri con gli ambasciatori europei e in pranzetti con la Trilateral, per un’evidente smania di accreditarsi, con quelli che contano, quale futuro presidente del consiglio. La punizione è arrivata quando è scattata la trappola del Comune di Roma, perché il 5s non deve allargarsi e pensare di poter governare il paese senza il placet dei poteri esterni. Così, la Raggi è bersagliata come nessuno al mondo da magistratura e media, come sostiene giustamente Rosanna Spadini, mentre le vicende che hanno coinvolto Sala a Milano e il ministro renziano Luca Lotti sono state rapidamente “dimenticate”, da giornali e televisioni. Ciò deriva dal fatto che il governo Gentiloni/Renzi bis, fotocopia del Renzi primo e con lo stesso troika-programma, dovrà restare in carica, se necessario, fino a scadenza naturale della legislatura, nel marzo del 2018 (tanto la popolazione che ha votato No al referendum costituzionale, speranzosa in nuove elezioni subito, è rassegnata e passivizzata e non farà nulla). Il cinque stelle se ne starà in panchina, a recitare il ruolo di opposizione populista all’acqua di rose, almeno fino all’inizio del prossimo anno e a meno di sorprese. Una probabile sorpresa, che cambierà in negativo le carte in tavola, sarà l’avvento di un governo dei commissari della troika in sostituzione del Renzi bis. Fateci caso … è in piedi la richiesta Ue a Gentiloni di manovra aggiuntiva di oltre tre miliardi, che strangolerà ancor di più l’economia italiana, e lo spread Btp-Bund – mera coincidenza? – ha ripreso a crescere, con puntate oltre i 200 punti (anche se vi fanno credere che è solo per le dichiarazioni anti-Ue della Le Pen …). Il prossimo avvento di un governo-troika dei commissari, costituirà l’avvio della fase finale di ridimensionamento e saccheggio dell’Italia, in cui, però, anche le FO potrebbero giocare un ruolo. Nel senso che la FO grillina non si opporrà con decisione e rivolte di piazza agli eventi (Di Maio ha dichiarato, con orgoglio, che in tanti anni non c’è stato neppure un naso rotto, grazie al 5s …), innescati da decisioni elitiste e sopranazionali, ma cercherà di adeguarsi, continuando a recitare il ruolo di oppositore (inane) in parlamento, oppure addirittura sostenendo a singhiozzo il governo-troika come ha fatto con il Renzi primo (unioni civili, ad esempio), ossia approvando soltanto alcuni provvedimenti – perché “positivi” per il paese, per senso di responsabilità, eccetera – e respingendo gli altri in posizione minoritaria (in modo che passino, naturalmente).

Spero di essere stato chiaro ed esaustivo.

Concludo ricordando che il cinque stelle non è – se mi è consentita una simpatica battuta – l’ultima Coca-Cola nel deserto e neppure l’ultimo treno della notte, mancato il quale non ci resterebbe che stare a guardare e smettere di votare. Se almeno una minoranza fra noi decidesse di “rimettersi in gioco” e di agire, accettando i rischi conseguenti, si troverebbero forme di lotta paganti fuori dall’agone liberal-parlamentare (causando qualche naso rotto, con buona pace del Di Battista), che potrebbero mettere in difficoltà i servi sub-politici e mediatici della troika, suonando la sveglia ai troppi italiani addormentati … anche grazie al cinque stelle.

Cari saluti