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Guerra del Donbass: l’Ucraina nasconde il numero reale delle perdite

di Silvia Vittoria Missotti - 11/02/2017

Fonte: l'Opinione Pubblica

Dal 29 gennaio al 3 febbraio, il Donbass è stato teatro di feroci battaglie. L’Ucraina ha annunciato 10 morti e 66 feriti. La Repubblica Popolare di Donetsk, invece, riporta la morte di 237 militari ucraini e diverse centinaia di feriti.

Questi dati sarebbero tratti da un rapporto segreto dello Stato Maggiore del presidente ucraino Poroshenko, che sarebbe stato intercettato dall’intelligence della DNI.

Questi fatti, tuttavia, starebbero a dimostrare che, nella guerra del Donbass, entrambe le parti sarebbero ben consapevoli dello stato del nemico. Diversi militari ucraini e del Donbass sono ex compagni delle scuole militari.

Inoltre, sono morti circa 50 militanti dei battaglioni neonazisti ucraini. Lo Stato Maggiore, nella relazione intercettata dalla DNI, spiegherebbe anche desiderio di nascondere queste perdite enormi.

Va ricordato infatti che i membri dei battaglioni di volontari facenti capo alla destra neonazista ucraina non sono formalmente elencati nell’esercito. La loro perdita sarebbe più facile da nascondere rispetto a quella di soldati dell’esercito regolare.

Gruppi di volontari sui social media ucraini descrivono la situazione critica dell’esercito ucraino, con tanto di decessi e ferimenti dei soldati. Alcuni residenti del luogo, simpatizzanti della DNI, raccontano che, nelle loro città, vi sono numerose camere mortuarie per i soldati ucraini morti, mentre gli ospedali sono pieni di soldati feriti.

Talvolta, le informazioni relative alle perdite ucraine vengono riportate anche dai giornali regionali. Le autorità ucraine hanno impostato filtri per la pubblicazione dei dati dei feriti. Ad esempio, sul sito di Kharkov (la seconda città più grande dell’Ucraina, al confine con le DNR e LNR) in una nota del 24 gennaio è segnalato che, all’ospedale locale, “sono stati portati molti feriti”.

In seguito alle sanguinose battaglie tenutesi tra il 29 gennaio ed il 3 febbraio, le informazioni riguardo al numero dei feriti sono state rimosse, ma è stata inviata una nota, pubblicata il 7 febbraio, che chiede agli abitanti della città di aiutare i militari feriti.

Qualche informazione in più al riguardo viene riportata dal sito di notizie di Dnepr (una delle più grandi città dell’Ucraina): “Aerei con a bordo soldati feriti arrivano a Dnepr ogni giorno, e le ambulanze si dirigono costantemente all’aeroporto”.

Solo il 3 febbraio, infatti, sarebbero stati trasportati in città 20 soldati ucraini feriti.

Kharkov e Dnepr, però, sono a centinaia di chilometri di distanza da Donetsk (la distanza tra Dnepr e Donetsk è di 258 chilometri): questo fatto potrebbe confermare i dati della DNI riguardo a centinaia di feriti. Se i militari ucraini sono stati effettivamente trasportati da aerei ed elicotteri in città più lontane, è possibile dedurre che gli ospedali delle città ucraine più vicine alla DNI sarebbero già pieni. La stima ucraina di 66 soldati feriti sarebbe, in questo caso, un’ampia sottovalutazione.

In seguito alle pubblicazioni dei siti dei maggiori notiziari regionali ucraini (delle città di Kharkiv, Dnepr e Zaporozhye), diversi volontari si sono mobilitati per portare aiuto alle città in cui sono ricoverati i soldati feriti. È stato chiesto loro di portare negli ospedali vestiti, coperte, prodotti per l’igiene ed acqua.

Non vi sono informazioni certe, invece, riguardo ad aiuti inviati dal governo di Kiev. Secondo alcune fonti, invece, il presidente Poroshenko sarebbe in rapporti commerciali segreti le repubbliche del Donbass.

Per quanto riguarda le stime dei decessi tra i militari ucraini, d’altra parte, i siti dei notiziari regionali del Paese hanno riconosciuto 10 morti, 5 dei quali deceduti in un solo giorno di combattimenti, il 31 gennaio. 

Su diversi siti regionali ucraini è possibile trovare informazioni riguardo ai loro connazionali deceduti in combattimento o morti in ospedale in seguito alle ferite riportate. Diverse donne in Ucraina, per molti giorni, non hanno potuto mettersi in contatto con i loro familiari che servono nell’esercito ucraino.