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Nell’alfabeto, non ci sono solo la A e la Z

di Miguel Martinez - 26/03/2017

Nell’alfabeto, non ci sono solo la A e la Z

Fonte: kelebek

Quando qualcuno ti dice di scegliere tra A e B, pensa a quante altre lettere ci sono nell’alfabeto”

Poco dopo l’elezione di Trump, c’è stata una raffica di minacce telefoniche e/o virtuali a vari centri ebraici, precisamente 159 sparsi in ben 38 stati degli Stati Uniti.

Minacce che suscitarono uno sdegno planetario contro la ondata di antisemitismo negli Stati Uniti.

Così, nasce la curiosa idea che il Presidente degli Stati Uniti dovrebbe condannare quelli che fanno queste telefonate, anche se non risulta che la Condanna Telefonica rientri tra le prerogative presidenziali (a differenza, ad esempio dei teleomicidi via drone).

Il Presidente degli Stati Uniti quindi condanna gli anonimi utenti dei servizi telefonici, i quali continuano a telefonare. I liberal così hanno la prova provata che Trump in realtà ci sguazza e gli piacciono le telefonate, altrimenti i telefonatori avrebbero smesso (il fatto che Trump sia il presidente più filoisraeliano della storia americana non conta).

Per cui nasce l’idea che il Presidente degli Stati Uniti non avrebbe condannato abbastanza, e cento senatori su cento degli Stati Uniti chiedono quindi di aumentare le Condanne.

Poi arriva la svolta, con il primo arresto di un Telefonatore Antisemita Seriale.

Licenziato per aver falsificato le fonti di ciò che scriveva su The Intercept, un ottimo sito web di informazioni alternative che possiamo classificare di “sinistra”,

Juan Thompson mollato dalla fidanzata, pensa di approfittare dello sdegno mediatico, mandando minacce a centri ebraici e poi accusando pubblicamente la propria ex di esserne l’autrice lei.

Juan Thompson però era solo un copione. Il vero Minacciatore Seriale, l’hanno arrestato l’altro giorno.

Ad Ashkelon in Israele.

Diciannovenne, doppia nazionalità israeliana e statunitense, aveva costruito un elaborato sistema elettronico – software per falsare la voce, trasmettitori e antenne che sfuggivano alla rete telefonica normale.

Alla fine l’hanno preso.

Vediamo di trarre qualche morale dalla favola.

Innanzitutto, che i media ci cascano sempre quando una storia rientra nella loro narrazione predeterminata. Anche un clamoroso idiota come Juan Thompson (che mandava le minacce dal proprio computer) può essere sicuro di fregarli.

Secondo, però, che prima di dire, “ah, è stato un ebreo a mandare le finte minacce antisemite“, pensiamo al fatto che la notizia dell’arresto del vero padre (israeliano) di tutte le minacce, la leggiamo su un sito israeliano e che l’arresto è stato compiuto dalla polizia israeliana.

Insomma, la storia A – “il nazista Trump perseguita egli ebrei per telefono!” – e la storia B – “ah, l’organizzazione internazionale degli ebrei inventa balle per attaccare Trump!” sono entrambe false.

Liberarci dalle pigre Narrative A e B ci permette di esplorare possibilità molto più interessanti.

Domande (tutte correlate), ma che necessitano di due concetti: le Vittime e i Vittimi, da una parte; e il loro opposto speculare, che curiosamente non ha un nome unico (bullo? omofobo? antisemita? ultrà? femminicida?).

Chiameremo Carnefice, lo specchio della Vittima/Vittimo.

1) Perché Juan Thompson pensa di poter rovinare davvero la vita alla sua ex, non picchiandola per strada, ma accusandola di essere una Carnefice?

2) Perché si dà questa enorme importanza al fatto che arrivino delle “minacce“?

3) E poi, la domanda più difficile. Perché tutto questo mette in qualche modo in imbarazzo le comunità ebraiche statunitensi?

Tutte le domande girano attorno al ruolo del Victimhood, della Vittimità. Che è un capitale da tenersi stretto.

Juan Thompson, imbecille tecnologico ma genio sociologico, trasforma la propria ex, che lui sta brutalmente perseguitando nei fatti, in Carnefice immaginale; anzi, in Carnefice assoluta, visto che la inserisce nel ruolo obbligatorio di tutti i film di guerra e dei pellegrinaggi ad Auschwitz.

Ma perché mai sembra ai lettori che “gli ebrei ci facciano brutta figura” in questa faccenda?

In fondo, nessun ebreo si è fatto male; nessuno dei tanti ebrei “minacciati” negli Stati Uniti era minimamente corresponsabile; era tutto una specie di scherzo da parte di due diversissimi disadattati, di cui solo uno ebreo; e sono stati degli israeliani (presumibilmente ebrei) ad arrestare  e denunciare pubblicamente il colpevole, per cui solo un ottuso potrebbe accusare collettivamente “gli ebrei” di aver architettato tutto.

Il problema sta nella perdita di status: si è un po’ meno Vittime e Vittimi. Ma perché è un problema?

Provo con un’ipotesi, vediamo cosa ne pensate.

Quando lo Stato arroga a sé il monopolio della violenza, e pretende di poter disporre di ognuno di noi, l’unico onore che resta al cittadino è la Vittimità. Lo schiavo, lavorando nella piantagione, può vantarsi solo delle piaghe che ha sulle mani.