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In Siria bombe a grappolo, napalm e fosforo bianco. Poi spengono la playstation e dormono

di Mauro Bottarelli - 10/04/2017

In Siria bombe a grappolo, napalm e fosforo bianco. Poi spengono la playstation e dormono

Fonte: Rischio Calcolato

Non bisogna farsi mancare niente in questo periodo in cui il gran varietà delle fake news istituzionali sta dando il meglio di sè, un misto fra “Drive in” e “Colpo grosso” in versione anti-terrorismo. Quindi, dopo il Consiglio di sicurezza dell’ONU in cui il rappresentante boliviano ha ricordato agli americani che il mondo non ricade sotto la loro giurisdizione e in attesa della missione di Rex Tillerson a Mosca prevista da domani, ecco che oggi il menù della balla diplomatica prevedeva il G7 dei ministri degli Esteri a Lucca, di fatto una riunione informale in cui il capo del Dipartimento di Stato elencava i desiderata USA, il ministro degli Esteri britannico traduceva e gli altri rappresentanti pedissequamente prendevano nota, prima di andare ad ammazzarsi di tartine.

E cosa è stato partorito? A parte una bozza di documento dedicato al clima con il quale domattina USA e Cina si puliranno il culo, proprio il capo del Foreign Office, il comico Boris Johnson, comunicava in via ufficiosa alla stampa che il simpatico simposio stava valutando ulteriori sanzioni contro la Russia per la situazione in Siria. Insomma, la fantasia al potere. D’altronde, c’è poco da stupirsi, perché prima che si aprissero i lavori e Angelino Alfano sparasse la prima bestialità in inglese (voleva ordinare un caffè macchiato e ha quasi dichiarato guerra al Belgio), ecco le parole di Rex Tillerson, una sorta di memorandum d’intenti in vista della visita a Mosca: “La Russia si era impegnata ad assicurare che gli arsenali chimici siriani fossero distrutti. Ma non l’ha fatto e questo ha consentito l’attacco. Noi vogliamo essere coloro che sanno rispondere a quanti creano danni agli innocenti in qualunque parte del mondo”. Fin qui, umorismo d’Oltreoceano, logica conseguenza di quanto dichiarato domenica alla ABC: “Il Cremlino ripensi la sua alleanza con Assad, perché ogni volta che accadono attacchi orribili come quello chimico, la Russia viene investita da un qualche livello di responsabilità”. Chissà se Tillerson è a conoscenza delle pacifiche pratiche di politica estera di Arabia Saudita e Israele?

Ma mentre i ministri del G7 stavano prendendo il caffè o ruttando il pranzo, ecco che le agenzie rilanciavano l’ennesima notizia destinata a sconvolgere il mondo: “Intensi bombardamenti aerei e di artiglieria da parte del governo siriano sono in corso in Siria in zone fuori dal controllo delle forze lealiste a Damasco, Daraa, Hama, Idlib e Aleppo”. E chi lo diceva? Fonti concordanti sul terreno a conferma di quanto affermato in precedenza dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) e da media panarabi: ovvero, dagli sponsor dei ribelli, più o meno moderati e delle nazioni che vorrebbero Assad sotto terra. Il massimo dell’equidistanza. Ed ecco la perla: “Le fonti affermano che gli attacchi sono condotti con armi convenzionali, ma anche con armi considerate illegali dal diritto internazionale, come le bombe a grappolo e bombe incendiarie al napalm”. Eccheccazzo, nient’altro? Dunque, finito il sarin passatogli dal Cremlino e acquistato da un hacker russo probabilmente con una carta di credito rubata a un membro del Partito democratico Usa per screditarlo in sede di nota spese, Assad ha dovuto mettere mano alle scorte e utilizzare ciò che passava il convento.

Ma se le agenzie occidentali si bevono e rilanciano di tutto, Al Jazeera domenica ha letteralmente superato se stessa. Sarà che il Qatar che controlla l’emittente panaraba è vagamente interessato al passaggio in Siria della sua pipeline verso l’Europa ma i nostri eroi l’altro giorno hanno mandato in onda un servizio in cui si denunciava l’utilizzo di fosforo bianco da parte delle milizie di Assad nel bombardamento della città di Idlib. Ora, al di là del fatto che l’uso di fosforo bianco in Siria da parte di truppe lealiste o russe per Al Jazeera è il corrispettivo di “Una poltrona per due” per ItaliaUno, ovvero una volta all’anno tocca mandarlo in onda per forza, invito anche un ubriaco con deficit cognitivo e un ictus in corso a fare il seguente ragionamento, mettendosi nella testa di Assad.

Dunque, sono appena stato bombardato dagli USA perché convinti che abbia utilizzato gas letali e mi hanno minacciato di altre azioni se fossi ancora balzato agli onori delle cronache per fatti simili, quindi cosa faccio? Ma ovvio, utilizzo a cazzo di cane una sostanza proibita come il fosforo bianco – legale soltanto quando Israele compie le sue paranze a Gaza -, attendo che la stampa mi si inculi con tutti i pantaloni e aspetto un bel missile direttamente nel soggiorno del palazzo presidenziale, fumando una sigaretta. Ma che cazzo di sostanze assumono ad Al Jazeera? Capirei una Rula Jebreal o un Alan Friedman a sparare puttanate simili su La7 ma qui parliamo di una tv a livello globale, uno sceneggiatore che non sembri appena arrivato dal set di “Scemo e più scemo” potrebbero anche permetterselo.

Ma non basta, perché questo weekend penso che abbia ispirato una nuova serie a RealTime, “Attacchi imbarazzanti” o “Non sapevo di essere al-Nusra”. E stavolta a sparare la puttanata ci ha pensato una testata di quelle davvero serie, nientemeno che il Wall Street Journal, a detta del quale sabato la base statunitense di al-Tanf, vicino al confine tra Siria e Giordania e colpita lo scorso anno dai russi per dimostrare che era una casamatta e un centro di comando della CIA, è stata assaltata da un gruppo di miliziani dell’Isis, un’azione così proditoria da essere stata debellata soltanto attraverso l’uso dei caccia. E sapete quanti erano i militanti di Daesh in azione, così ben armati e infoiati da necessitare che si alzassero in volo gli aerei?

Ce lo dice il Wall Street Journal: “Tra i 20 e i 30 combattenti dell’Isis, inclusi alcuni con abiti da kamikaze, hanno attaccato la base, la quale rappresenta una struttura di addestramento per i ribelli siriani sostenuti dagli USA”. Dunque, personale militare statunitense si caga addosso per 30 miliziani dell’Isis e deve far alzare in volo dei jet per respingere il loro assalto a una base che è un avamposto della CIA? Nemmeno “Igor il russo” che sta tenendo in scacco l’intero Consiglio supremo di difesa italiano da due giorni nelle campagne ferraresi fa così paura: se fossero stati una cinquantina, cosa avrebbero fatto? Altri Tomahawk come se piovesse? Forse no, perché a differenza di USA e Israele, quando la Russia ha le prove di qualcosa, le tira fuori senza minacciarle e questo video

Interception de missiles américains par le système de défense syrien

ci mostra quale fine ingloriosa abbiano fatto la gran parte dei missili sparati giovedì notte dalle navi statunitensi e mai andati a bersaglio sulla base aerea siriana: intercettati e distrutti dalle batterie contraeree siriane. Quindi, di fatto, russe. Ma si sa, certe notizie vanno tenute nascoste. Come ad esempio quella diffusa oggi pomeriggio dall’agenzia iraniana Farsnews su indicazione di fonti bene informate nel Nord della Siria, a detta delle quali le truppe dell’esercito lealista hanno aperto il fuoco con enorme volume contro un aereo da ricognizione statunitense a nord di Hasaka, costringendo il velivolo ad abbandonare lo spazio aereo, dopo che questo si era avvicinato troppo alle posizioni siriane nella città di confine di Qamishli.

Altro che Isis, qui il caro pilota si è cagato in mano sul serio. Ma non importa, finché ci saranno media pronti a riciclare qualsiasi stronzata pur di mantenere viva la narrativa dell’America buona e dei russi cattivi (non parliamo di Assad, il quale starà sicuramente fabbricando qualche arma chimica nella vasca del bagno in questo momento), la grande farsa mediorientale continuerà ad andare in onda, sottotitolata per non ragionanti a reti unificate. Oltretutto, con due perle che i media europei non hanno ancora sfruttato: il fosforo bianco e l’attacco Isis contro la base Usa, di fatto la conferma di Assad assassino e degli Usa sotto attacco del Califfato. Ciak, si gira.