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Ipocrisia dei globalisti

di Gianluca Baldini - 01/05/2017

Ipocrisia dei globalisti

Fonte: Appello al Popolo

Vi scandalizzate davvero per l’evasione fiscale di Amazon? Cari amici europeisti-globalisti, coerentemente con il vostro credo dovreste accogliere con giubilo queste notizie, perché certificano che il sistema funziona a dovere. Vi informo che lo stesso giochino è perpetrato dai competitor e da tutte le multinazionali che sfruttano le opportunità offerte dal mercato globale e promosse persino dall’UE (cercate su google "double Irish arrangement" e "Dutch sandwich" per scoprire come evadere legalmente le tasse in Europa). Stamattina su Radio24 si dibatteva con la medesima ignobile ipocrisia di prodotti tessili a basso costo invitando gli ascoltatori all'"acquisto responsabile", evitando i capi low-cost dietro ai quali si cela lo sfruttamento delle persone, come se l'impegno di chi si può permettere di spendere di più fosse sufficiente a sanare gli squilibri.

Cari europeisti/globalisti (ormai sono sinonimi), pensavate davvero che l'abbattimento delle frontiere servisse a fare meno file alle dogane o per ridurre le commissioni del bancomat quando siete all'estero? Oggi un'impresa può approvvigionarsi di materie prime nell'Africa nera, trasformarle in Bangladesh e (non) pagare le tasse alle Antille olandesi sfruttando il terzo mondo ed eludendo la raccolta fiscale in occidente (contribuendo all'insostenibilità finanziaria dei nostri sistemi di welfare). Lo stanno facendo anche le imprese italiane, che progressivamente delocalizzano stabilimenti, sedi operative e sedi legali. E nessuno può fare nulla per fermarli, perché per l'UE le quattro liberalizzazioni, cioè la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali, sono principi inderogabili e superiori, avverso le quali qualsivoglia presidio normativo volto ad ostacolarle genererebbe una procedura d'infrazione. Se volete dichiararvi liberali abbiate la decenza di non fare i moralisti, perché il libero mercato nel mondo globalizzato è incompatibile con la sostenibilità ambientale e la giustizia sociale, che richiedono per definizione regimi vincolistici e repressivi delle quattro libertà predette.