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La Le Pen incarna il cambiamento, ma i francesi preferiranno la palude Macron

di Franco Cardini - 07/05/2017

La Le Pen incarna il cambiamento, ma i francesi preferiranno la palude Macron

Fonte: Il Tempo

“Marine Le Pen rappresenta il cambiamento ma, in tempi di crisi, la maggioranza dei francesi potrebbe preferire la rassicurante palude di Emmanuel Macron”: Franco Cardini, storico medievista, allievo di Jacques Le Goff, docente nella École des Hautes Etudes di Parigi, è reduce da un lungo soggiorno nella capitale transalpina per motivi di studio.

Professore, come appare la Francia alla vigilia del voto decisivo per l’Eliseo?

“Ho trovato un paese abbastanza simile all’Italia, rassegnato al disorientamento: una larga maggioranza è tentata dal principio secondo cui durante una tempesta, se c’è una cattiva zattera tra i marosi, si preferisce rimanere avvinghiati alla scialuppa…”.

L’opinione pubblica è divisa?

“C’è chi è disposto a seguire la corrente e le direttive dei poteri forti mondiali, che sanno solo produrre profitti; e c’è un fronte che esprime disordinati sintomi di protesta e un bisogno di rottura orientato su su programmi poco articolati”.

A cosa si riferisce?

“C’è un ribellismo anti-euro, ma poche analisi su come fronteggiare il caos finanziario internazionale con il ritorno alla vecchia moneta. Il richiamo alla Brexit non tiene conto che l’Inghilterra l’euro non lo ha mai voluto”.

I toni della campagna presidenziale?

“Dopo la prima tornata la situazione è penosa. Tutti i mass media si sono lanciati su questa noiosissima e sfuocata polemica neoresistenziale contro la Le Pen, tirando fuori una presunta vicinanza a idee collaborazioniste. Si tratta di un tema che era poco efficace contro il vecchio Jean-Marie, figuriamoci contro un Front National che non considera nemmeno recepibili queste accuse”.

Tra le radici frontiste c’era il neofascismo?

“Quella tradizione è stata marginalizzata dal nuovo corso di Marine. I lepenisti saranno anche antipatici e anti-immigrati, ma non sono affatto nostalgici”.

Che leader è Macron?

“E’ un figlio di un dio minore. Anzi, mi permetta una battuta”.

Prego.

“E’ figlio di una dea minore e l’ha persino sposata. E’ un personaggio di secondo piano, al tempo di un presidente grigio come Hollande. Non ha detto una parola nuova né interessante sui migranti o sulla disoccupazione e la crisi economica. Si è comportato come Renzi in politica estera, gli va bene la Nato e anche Trump in ultima analisi… E’ un candidato sbiadito, e se vincerà il suo governo sarà un papocchio continuista, non è altro che una mezza figura di centrodestra”.

Marine Le Pen è de-diabolizzata?

“Per lei, come per qualsiasi politico che viene da una certa parte, nel momento di successo o al primo errore ritornano le accuse di fascismo, dimenticando che durante l’occupazione tedesca erano tutti collaborazionisti”.

Giuliano Ferrara su Il Foglio ha evidenziato l’energia populista della Le Pen. Come è andata nel duello tv?

“E’ più presentabile della Lega italiana. Nel faccia a faccia si è difesa bene, ha fatto un discorso di governo contro il liberismo selvaggio, arrivando a ipotizzare che bisognerebbe porre rimedio alle cause profonde che stanno generando l’esodo dal Nord Africa. Macron invece si è presentato come collettore di tutti quelli che devono salvare la Francia dal populismo e si è ben guardato dal prendere le distanze dagli eccessi del turbocapitalismo”.

Le idee sovraniste, populiste e patriottiche in Francia sono al centro del dibattito pubblico. 

“Il sovranismo, oltre ai temi economici, dovrebbe anche proporre una visione: non si può protestare contro i disgraziati che arrivano a Lampedusa e non contro le basi Nato in Europa. Poi l’isolazionismo è perdente: per cambiare strada ci vogliono alleati”.

I media italiani di sinistra mettono in evidenza con snobismo che poveri e operai sono pro Fn.

“L’attuale sinistra è “gauche caviar”, alla Bernard Henry-Levi, che ha un disprezzo viscerale per i poco acculturati e i non privilegiati.  E’ fatta di sinceri democratici che non vogliono ammettere che un governo possa essere scelto anche da lavoratori poco colti”.

Come andrà a finire domenica?

“La mia parte nichilista ed eversiva amerebbe che ci fosse un ribaltone, e lo dico non amando la Le Pen perché epidermicamente mi piaceva di più il Fn che si riconosceva nei romanzi di Drieu La Rochelle; la mia parte più razionale dice che la maggior parte dei francesi cederà al ricatto dei media che descrivono la Le Pen come sprovveduta e sotto sotto neofascista. Molto conterà l’appeal che  Marine eserciterà verso gli elettori della sinistra di Melanchon, messi in ginocchio dal liberismo di cui Macron è l’epigono”.