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Dagli anni ’50 ad oggi: l’eliminazione dello stato di natura

di Emanuele Franz - 16/06/2017

Dagli anni ’50 ad oggi: l’eliminazione dello stato di natura

Fonte: Ereticamente

Dal dopo guerra ad oggi ha avuto inizio tutta una serie di fenomeni ramificati nei più disparati settori della attività umana, dalla cosmesi all’alimentazione, dalla cultura alla sessualità. Come vedremo qui di seguito queste mutazioni negli impianti sociali, nelle amministrazioni, nel diritto, nella medicina e nella filosofia, tutt’altro che essere indipendenti soggiacciono a un solo filo conduttore coerente con una sola idea.

Negli ultimi decenni si sono affermati nella cultura occidentale una serie di valori che gradualmente si sono imposti ed hanno contribuito a modificare l’ordinamento sociale e perfino legislativo delle nazioni. Le leggi sull’aborto, l’emancipazione sessuale avvenuta negli anni’70, il riconoscimento dei diritti degli omosessuali e l’affermarsi di nuove teorie sulla sessualità, come la teoria gender, che vedremo fra poco. Ma anche il femminismo, il veganesimo, l’utero in affitto, ovvero la possibilità di concepire un figlio il laboratorio e impiantarlo poi in un utero e quindi comprare un figlio, possibilità che ha permesso a coppie sterili ed anche a coppie omosessuali di avere dei figli.

L’educazione sessuale forzata dei bambini nelle scuole, in cui gli insegnanti e gli educatori insegnano a bambini piccoli come praticare l’autoerotismo, ma non solo, viene insegnata ai bambini anche la teoria gender. Spendiamo due parole su di essa. Questa filosofia gender, che sostanzialmente significa “genere”, tradotta dall’inglese, è una conseguenza dell’attivismo delle organizzazioni per i diritti degli omosessuali, lesbiche e appunto trans-gender. Essa teorizza che il genere sessuale biologico, ovvero sia che un individuo sia o maschio o femmina per gli attributi fisici che la natura gli ha dato, non sia l’unico fattore che determina la sessualità ma altri fattori la determinano, a volte travalicando il fattore biologico, come la percezione di sé e la percezione della propria sessualità all’interno della società. Questo vuol dire che un uomo, benché fisicamente con l’organo genitale maschile, possa sentirsi e percepirsi come una donna, come interiormente donna, e viceversa. Quello che si è affermato con questa teoria è quindi il concetto che il genere sessuale è amorfo, all’origine, e tutti gli individui posseggono questo genere indifferenziato, unisex, che può fluire nel tempo a seconda della propria percezione di sé. Questa teoria si è affermata perché ormai la legge prevede e consente che un individuo di sesso maschile possa pretendere che gli venga riconosciuto, anagraficamente, il cambio di sesso, senza sottoporsi a una operazione che gli cambi il sesso fisicamente. Quindi non si tratta solo di movimenti filosofici ma di azioni politiche che gradualmente sgretolano il tradizionale concetto di famiglia, mettono in dubbio il fatto che un bambino debba avere, per diritto naturale, un padre e una madre, ma consentono a coppie promiscue, ad esempio tre madri e due padri, un trans e un uomo e così via, di sposarsi e di avere dei figli concepiti in laboratorio.

Tutti questi fenomeni sociali si stanno via via imponendo nell’humus culturale, nelle opere cinematografiche, nella musica, nelle leggi, nell’arte, nelle manifestazioni, negli ordinamenti giuridici cambiando il nostro modo di percepire noi stessi come uomini e come individui. Ma cosa hanno tutti in comune? Una sola idea sta alla base di tutti questi fenomeni apparentemente disparati: il totale annientamento del nostro stato di natura. Noi nasciamo uomini, mammiferi, con degli istinti, e questi, tutt’altro che essere ciechi meccanismi di un barbaro retaggio della nostra origine, sono un codice che tutto sa e tutto contiene, il corpo, l’inconscio, infatti ci cura, ci protegge, anche laddove la nostra ragione e la nostra coscienza falliscono. È il corpo a farci vomitare se mangiamo un veleno, è il corpo a ritrarci di scatto se il fuoco ci brucia, è sempre il corpo che ci fa dormire, mangiare, unirci al nostro partner di un altro sesso, per universali leggi cosmiche che mantengono un globale equilibrio.

Qui, invece, avviene un annientamento del corpo. Si pensi come dagli anni ’70 ad oggi è avvenuta una lotta al corpo, alla sua natura, agli uomini e alle donne si è insegnato con la televisione e la pubblicità che avere dei peli non è salutare, vanno tagliati. L’uomo moderno si depila il petto, la donna si depila le ascelle, laddove la natura aveva messo il pelo con uno scopo preciso, lì l’uomo recide. L’odore del proprio corpo, fondamentale per tutti i mammiferi, per conoscere gli altri, sentire “a naso” le altre persone, ivi compresa la sessualità, ebbene l’odore del corpo ci è stato insegnato che è dannoso per la salute, che non sta bene odorare se si ha una vita sociale. Occorre eliminare in tutti i modi e con qualsiasi mezzo l’odore del corpo, con profumi, lacche, creme ecc. Si è dichiarata guerra al sudore. Di un uomo sudato ormai abbiamo una immagine negativa mentre dovremmo avere l’immagine di un uomo che ha compiuto uno sforzo, un lavoro, e quindi un uomo forte. Ma qualsiasi tipo di odore naturale ci è stato insegnato che è un male. Si pensi solo alle pubblicità su come combattere le flatulenze, come se fossero una malattia.

Anche l’eccessivo e morboso interesse per la cosmesi, per la pulizia, si confà coerentemente allo stesso concetto. L’eliminazione del germe, che di per sé è la vita, a favore della non-vita. Il corpo ci fa nascere con degli istinti, come quello di mangiare carne, miele, sale zucchero e altri cibi che per istino mangiamo. Non va bene, si è imposto il veganesimo estremo e ci insinua che non dobbiamo mangiare carne, né assumere sangue, ai bambini viene fatto divieto di mangiare miele sotto una certa età però nello stesso tempo vengono bombardati di vaccini e medicine. Invece di lasciare che l’istinto del bambino scopra la propria sessualità, l’autoerotismo e il proprio corpo di ragazzo, questo processo di scoperta e meraviglia, che per millenni è stato gestito nella propria intimità, ora è stato sostituito dalla istituzione, quella istituzione che vuole eliminare i diritti del corpo. Ai bambini nelle scuole vengono fatti fare dei giochi in cui vengono vestiti da bambine, in cui gli viene spiegato che un bambino può scegliere se essere un bambino o una bambina, che può avere più padri. In sostanza il suo valore sostanziale e biologico viene annientato. La maternità, la cosa più sacra del mondo, la generazione di un uomo e di una donna, ormai è sostituita da una provetta di laboratorio e impiantati gli ovuli fecondati in un utero comprato dal miglior offerente. Si può ancora chiamare “uomo” il risultato di una simile operazione?

Sembra che certi fenomeni siano così distanti da non avere collegamento alcuno, eppure c’è una logica concettuale dietro. L’abbattimento senza scrupoli delle foreste, la devastazione ai luoghi naturali per alimentare centrali e industrie sono sempre un attentato alla natura quanto lo è il veganesimo, che impedendo agli uomini di assimilare il sangue, valore per eccellenza del corpo e simbolo della Volontà, riduce gli individui a larve senza la capacità di opporsi ad alcuna imposizione. Stesso risultato si ottiene imponendo la teoria gender, facendo degli individui delle realtà amorfe, suscettibili di trasformazione in base all’andamento della società o in cui si cambia loro il sesso con delle cure ormonali. Un uomo, un uomo forte, volente, che si sente tale, è un uomo padrone della propria vita, che combatte per raggiungere degli obiettivi, che trova una donna che lo ami, che ami i figli da lui avuti e che assieme compiano un processo e un mistero universale: quello dell’Amore. Ma non è così se un uomo si percepisce come un’ameba senza sesso, se non sa di essere un uomo, un maschio, allora non ha nemmeno il carattere di opporsi a una ingiustizia, a un sopruso, a una imposizione politica. La società sta costruendo esseri plasmabili, fungibili, intercambiabili e il mezzo è quello di combattere qualsiasi fenomeno naturale e istintivo presente in noi.

La realtà del femminismo segue la stessa tensione e la stessa direzione, quello che per natura conviene alla donna, e quello che è una donna per natura, con il femminismo viene completamente rovesciato. L’uomo, ormai ridotto a una femmina, la donna invece leader e autoritaria. Quello che la natura ha stabilito qui le istituzioni rovesciano. Si ha di nuovo il processo già avvenuto con le dittatore comuniste, ovvero con un principio lunare nato dalla terra e per la terra che ora si denatura, volendosi sostituire al principio solare, producendo appunto quella “madre mascolinizzata” fonte di ogni aberrazione dell’equilibrio. Tutti questi grossi movimenti sociali possono essere sussunti in una imponente diade simbolica, come mostrato qui  di seguito:

 UNITÀ MOLTEPLICITÀ
Principio Solare Principio Lunare
Destra Sinistra
Differenza Uguaglianza
-Ciò che è in sé- -Ciò che è in altro-
Io L’altro
Volontà Ragione
Maschile Femminile
Istinto(Natura) Cultura
Monarca Demos

Qui nessuno vuole affermare che un Principio deve prevalere sull’altro o che uno ha un valore maggiore all’altro. Anzi, qualsiasi aberrazione ed esagerazione ed esaltazione dell’uno sull’altro nella storia ha portato a delle atrocità. La γνσις (gnòsis) qui consiste in quella famosa Coniunctio oppositorum declamata dagli antichi, come equilibrio degli opposti. Ma l’equilibrio dei due Principi non vuol dire che uno deve camuffarsi nell’altro, né che un uomo deve diventare una donna, né che il padre deve sostituirsi alla madre. Tutto ciò è l’aberrazione stessa dell’equilibrio e non può che portare alla devastazione di tutto ciò che ci rende uomini in cui convivono, in armonia, i due Principi Universali.

Emanuele Franz