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L’arte del cessate il fuoco

di Ziad al-Fadil - 16/07/2017

L’arte del cessate il fuoco

Fonte: Aurora sito

Molti dei miei lettori sono delusi dalle tregue che emergono quando l’Esercito arabo siriano assedia le città occupate dai gruppi terroristici sostenuti da Stati Uniti, Arabia Saudita, Qatar, Regno Unito e NATO. Mentre questi cessate il fuoco proliferano, i cittadini tornano nelle proprie case e celebrano l’espulsione dei nichilisti devoti al diavolo. Oggi l’ONU conferma che più di mezzo milione di profughi dal Libano sono tornati a casa, ad al-Zabadani, Madhaya, Qusayr e al-Wair, per citare solo alcune aree liberate con gli accordi di cessate il fuoco. Ma le tregue hanno una logica che sfugge a molti. Ne discutiamo. I cessate il fuoco e la disponibilità ad aderirvi dimostrano come stia il nemico dal punto di vista dei rifornimenti, morale e pianificazione. Quando i jihadisti accettano di cessare le operazioni e di trasferirsi in un’area come Idlib, il messaggio è che i rifornimenti si esauriscono, il morale è basso e non ci sono piani per altre operazioni. L’ultimo è importante perché indica che il nemico teme di perdere altri combattenti e teme l’incapacità di reclutarne altri e quindi di formare nuove reclute. Quando i ratti di al-Wair accettarono, infine, di partire per Idlib o la provincia di Aleppo, sapevano che le loro probabilità andavano da lievemente a molto tristi. Soprattutto, lo sapevano! La disponibilità a partire per Idlib, per esempio, ha anche dimostrato quanto siano leali all’ideologia jihadista. Una volta accettato di salvarsi la pelle, l’Ufficio d’Intelligence Militare dell’Esercito arabo siriano si assicurava che tali terroristi non fossero interessati a morire per una qualche causa. Ecco perché molti accettarono di aderire all’Amnistia. Chiaramente, erano psicologicamente frustrati da morte e distruzione che avevano inflitto al proprio Paese e dalla miseria inflitta ai figli che ora dovranno riprendere 5 anni di studi. La volontà di aderire ai negoziati dimostra anche quanto pareri e numeri dei propagandisti influenzino i terroristi che ora pensano a ritirarsi da aree chiave. Si pensi ad Aleppo dove la metà orientale fu infestata da tali scarafaggi assassini. I gruppi coinvolti erano jihadisti brutali di al-Nusra e terroristi di al-Zinqi noti per decapitare bambini. Nonostante rancore e rabbia del capo dei terroristi saudita Abdullah al-Muhaysini ad Idlib, i terroristi accettarono il cessate il fuoco e la ritirata. Il “daiya” saudita promise a chi combatteva e moriva altre 2 puttane in cielo, anche se molti si chiesero dove ottenesse tale licenza di offerte dall’Onnipotente. Da ciò si seppe che i terroristi avevano tutte le linee dei rifornimenti dal nord (Layramun, Handarat) interrotte e i tunnel scoperti e distrutti dall’EAS. Si seppe anche che i terroristi non prendevano al-Muhaysini seriamente, indicando l’abbandono delle dottrine jihadiste. Il loro morale doveva essere basso avendo la prospettiva che l’intera struttura della città gli crollasse in testa a breve. E naturalmente non avevano piani che potessero ragionevolmente prevedere una situazione migliore. Tutta la rabbia di al-Muhaysini non poteva creare un esercito capace di salvare il collo di tali barbari intrappolati. Ma i cessate il fuoco indicarono anche i Paesi mandanti. Sebbene la Turchia urlasse invitando i terroristi a continuare promettendo una “nuova iniziativa”, i terroristi capirono chiaramente che la posizione turca era “fuffa”, semplicemente non si fidavano di Ankara per avere risultati positivi. Gli Stati Uniti rimasero in silenzio e i sauditi, che cedettero ogni autorità alla Turchia, essenzialmente s’inchinavano turandosi il naso, preferendo sfruttare i cannibali del Jaysh al-Islam su cui avevano dominio incontrastato. La ritirata da Aleppo fu lo spartiacque della guerra, non perché la città fu liberata, ma perché le nazioni mandanti persero coraggio. Ciò rese la Russia più sicura e la nostra vittoria ancora più dolce.
I cessate il fuoco furono cruciali per informarsi dove i terroristi finissero una volta ritiratisi. Dato che la maggioranza optò per Idlib, provincia ora senza cittadini, il compito di perseguire e uccidere i ratti riamasti diventa più facile. Inoltre, MI-EAS e altri servizi alleati avevano negli ultimi tre anni intaccato le reti dei terroristi, infiltrando fedelissimi dello Stato in tali gruppi, consentendo all’intelligence di raccogliere informazioni e dati precisi su piani futuri e stato del morale. Che i criminali effettivamente accettassero di allontanarsi in una provincia piena di altri ratti che si presentavano da obiettivi legittimi, indicava che la rivoluzione contraffatta era finita del tutto. Erano convinti di non avere altra scelta. Per pianificare le prossima mosse, ai comandanti dell’Esercito arabo siriano ciò è inestimabile. Queste tregue diedero anche allo Stato la possibilità d’invitare i profughi a tornare a casa valutandone lealtà allo Stato e sostegno al presidente, nell’ambito dello sforzo di prevedere l’esito delle elezioni future. Ciò è estremamente importante per russi e iraniani che hanno puntato tutto sulla longevità dell’alleato Dottor Assad, e che persistono nel promuovere un processo di transizione democratica in Siria. Finora le prove indicano che i cittadini siriani rimpatriati attraverso i monti del Libano sostengono sostanzialmente il Dottor Bashar al-Assad, anche se non furono presenti all’inizio delle distruzioni. Paesi sostenitori come la Cina avanzano buone promesse di aiuto nel riavviare il processo di costruzione, incoraggiano ancor di più i cittadini che rientrano. I cessate il fuoco, ovviamente, permettono anche all’Esercito arabo siriano di riposare, riaddestrarsi, rifornirsi e trasferirsi. L’enorme avanzata nel deserto siriano a ovest e a nord di Palmyra, con conseguente significativo ripristino delle attività economiche, non avrebbero potuto essere realizzate con tanta velocità e efficacia senza le truppe di al-Zabadani e Madhaya. Questi cessate il fuoco hanno liberato non solo città ma anche truppe siriane e alleate per combattere altrove, e queste saranno l’avanguardia nelle battaglie per annientare lo SIIL a Dayr al-Zur e al-Raqqa. Le tregue hanno anche allontanato i terroristi e i loro mezzi pesanti dalle basi aeree cruciali nella battaglia per espellere e sterminare tali miserabili microbi. Ora che tutti i terroristi sono andati via sui loro autobus verdi con solo le armi leggere, mortai, razzi domestici o consegnati dai sionisti, tra l’altro, e cannoni-inferno sono stati abbandonati. Le nostre basi aeree sono meno legate alle contromisure dato che i terroristi con l’artiglieria non ci sono più, le armi sono state consegnate agli effettivi delle forze di difesa siriane.
Questi eventi non avrebbero potuto avvenire in un momento più opportuno. Con le forze dell’Esercito arabo siriano ora pronte a combattere in ogni parte rimanente del Paese e l’alleato Hezbollah libero di agire da e per il Libano, dove c’è la guerra tra Resistenza libanese e piaga dello Stato sionista. Posso assicurarvi che la prossima battaglia in Libano porrà fine all’abominevole apartheid, fine che apparirà quando decine di migliaia di soldati e patrioti arabi attraverseranno i confini sionisti, distruggendo il tessuto di tale malvagia società colonizzata. Quindi, se non piacciono i cassate il fuoco, ci faccia da parte. Ma si cerchi di essere più aperti e di osservare bene perché chi se ne preoccupa li sostiene e promuove.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora