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La ribellione di Sophie Marceau: leggere Tolstoj per liberarsi dalla noia del gossip

di Silvia Valerio - 21/07/2017

La ribellione di Sophie Marceau: leggere Tolstoj per liberarsi dalla noia del gossip

Fonte: Barbadillo

Poche ore fa, alla squisita Sophie Marceau, dal sorriso lungo e dagli occhi di giada luminosi e astuti, sono giustamente girate le scatole, si è giustamente ribellata e ha invitato all’autonomia quelle migliaia di francesi che si arrovellavano da mesi intorno alla sua vera o presunta storia con un cuoco francese.

Ma partiamo dall’inizio.

Non l’ho mai capito bene, ma dev’essere colpa dell’estate. Devono essere le temperature – l’eccesso fa sempre danno, e oltre una certa soglia ci sono i passaggi di stato. Sarà che le giornate si allungano e a un certo punto ti piglia l’horror vacui. Sarà che le zanzare tormentano un po’ tutti e quindi siamo più nervosi, più diretti, non ci facciamo falsi problemi a mostrare il nostro vero io. Una rivoluzione francese di cosce, capezzoli, bicipiti, tatuaggi, cose flaccide varie ed eventuali. Sta di fatto che in estate si scatena una liberazione dei bassi istinti, e dunque un aumento esponenziale del gossip, tra cui naturalmente quello idiota, squisitamente femminile, e che insieme alla fioritura di zanzare tigri, di maggiolini e meraviglie simili, accanto ai sottovasi si notano colonie di rotocalchi gialli e rossi con foto rubate in prima pagina e scoop urlati dalla copertina all’ultimo spazio pubblicitario. Se uno ha la ventura di stare in una località di villeggiatura, poi, è meglio si arrenda subito, apra le braccia e dia il fianco a qualche Bildunseccetera, che tanto prima o dopo ti tocca.

Una volta ho letto da qualche parte che le donne fanno ancora oggi meno carriera degli uomini perché mentre gli uomini fanno squadra e se hanno voglia di svagarsi improvvisano una partita di pallone, le donne hanno come gioco preferito lo sparlìo generalizzato e quindi, alla lunga, si neutralizzano tra di loro. Rimane in piedi solo un giornale scandalistico. Poi cade anche quello, perché molto vissuto.

E visto che poi talvolta ho un’immaginazione un po’ lisergica, quando mi capita di andare al mare mi guardo intorno e ho la percezione di essere in mezzo a tanti vampiri. Sì, vampiri. Vampiri con l’espressione un po’ corrucciata, che talvolta si distende in un ghigno; vampiri piegati su Oggi, su Gente, su Chi, su Come, su Quando e soprattutto perché, e poi su robe strane, mai sentite né viste, nemmeno dal parrucchiere, miracoli e tette in un unico calderone demoniaco; vampiri che si massaggiano la crema solare con gli occhi piantati sull’ennesimo bikini, sull’ennesimo culo – culi dappertutto, culi come se piovesse, tanti di quei culi da far impallidire Milo Manara e Tinto Brass – vampiri che confrontano celluliti, puntano muscoli, osservano con acribia da ricercatori giro vita, addominali e altezze, che pensano, meditano, sparlano con la vicina, e poi si attaccano a internet sul cellulare, e chissà cosa se ne vanno a scrivere, vampiri che, succhiato l’ennesimo fisico abbronzato, dopo hanno subito l’energia per girarsi sulla pancia tranquilli e stare a rosolare buoni buoni un’altra mezza giornata. (Ecco perché io non ce la faccio mai a stare sotto l’ombrellone e dopo cinque minuti mi sembra siano passati degli evi, probabilmente è un problema di tattica…). Vampiri che tutto sanno e tutto vedono, che hanno sempre la parola pronta, il giudizio prêt-à-porter, che scoprono il difetto nell’alluce della tal attrice, vampiri dalla saggezza inconfutabile e dai consigli di vita mai mancanti, vampiri che hanno una bussola interiore d’eleganza e vantano una memoria incredibile di nomi, programmi televisivi, flirt, pettinature e storie personali, che impiegata in contesti diversi porterebbe a una seconda laurea.

Così, mentre fuggo verso le pescatrici di telline o i giocatori di pallone, che mi sembrano più umani, mi chiedo se alle celebrità travolte da questo fiume di risentimento e attenzione malata non capiti mai niente – le energie sono energie… – o anche, più semplicemente, se non nutrano disillusioni sull’umanità.

Ecco dunque che Sophie Marceau ha fatto il grande passo.

Non solo. La squisita Sophie Marceau, la sempre poco lodata Sophie dal sorriso lungo e dagli occhi di giada luminosi e astuti, si è giustamente ribellata e ha invitato all’autonomia quelle migliaia di francesi che si arrovellavano intorno alla sua vera o presunta storia con un cuoco francese. Ma, di slancio, ha fatto di meglio. Ha invitato la gente a un baratto: evitare di buttare i soldi per comprare giornalini scandalistici e leggere Tolstoj.

Vedi che i miti di gioventù hanno sempre un loro senso. 

Tolstoj, tra l’altro, è una scelta geniale. Non ha mica detto García Márquez. O Neruda. Ha scelto un russo. Perché con Tolstoj e con le sue nevi eterne state pure freschini, vi pare poco.

Mi pare già di vederle, le signore con ‘La morte di Ivan Il’iĉ’ sotto braccio. ‘Anna Karenina’ al posto di Anna Tatangelo. ‘Guerra e pace’ invece delle nuove star di Guerre stellari. Niente più indiscrezioni: ‘Resurrezione’. ‘Il taglio del bosco’, invece del paginone sulle ultime mode depilatorie. ‘Il bastoncino verde’, invece dell’inchiesta sui vibratori.

E poi, perché fermarci al buon Tolstoj? Bombardiamo le spiagge di tutta Italia, di tutta Europa, anche con Gogol, Bulgakov, la Cvetaeva, Merezkovskij, Majakovskij, Dostoevskij, – e con Dostoevskij è poco ma sicuro, risolviamo i problemi di sovrappopolazione del globo. E poi dopo i russi, gli americani, e dopo gli americani la narrativa di lingua tedesca e dopo la narrativa di lingua tedesca gli orientali, e dopo ci teniamo i minimalisti e le poesie in fondo, per gli ultimi giorni di ferie, e poi, ragazzi, perché fermarci?, perché non andare sui classici gre…?

Bella idea, Sophie, mi piace tantissimo. E quando sento una bella idea mi faccio prendere la mano.