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Diamo gli Usa una parte del nostro territorio, dov'è finita la nostra sovranità nazionale?

di Mario Rigoni Stern - 18/01/2007




Lo scrittore: non so se le persone che abbiamo eletto meritano di stare al governo...

«Sono indignato, ora la protesta non si deve fermare, sono in gioco i diritti dei cittadini. Non dobbiamo dimenticare quanto è accaduto al Cermis». Parla lo scrittore Mario Rigoni Stern, in questi mesi solidale con i comitati di Vicenza che si sono battuti contro la realizzazione della base Usa.

Come si sente all'indomani della decisione annunciata dal governo?

«Indignato, oggi non so se meritano di stare al governo le persone che abbiamo eletto. Diamo gli Usa una parte del nostro territorio, dov'è finita la nostra sovranità nazionale? Abbiamo forse dimenticato che cosa è accaduto al Cermis? Mi meraviglio che il consiglio comunale di una città si sia arrogato il diritto di concedere un territorio. Si tratta di una questione che travalica i confini del comune. È una questione seria, sono in gioco i nostri interessi di cittadini».

Lei ha sempre difeso la necessità di tutelare l'ambiente naturale..

«A Vicenza e in Italia non stiamo discutendo solo una questione ambientale. Qui è in gioco un diritto nazionale. Ci rendiamo conto che le base straniere godono di extraterritorialità? Se succede un incidente i responsabili vengono giudicati da un tribunale di una potenza straniera. Ciò è inaccettabile. Del resto anche un personaggio con una grande esperienza internazionale come Sergio Romano ha dichiarato che è anacronistico concedere l'uso del territorio nazionale per realizzare altre basi militari straniere. Se si trattasse solo di una questione ambientale allora dovremmo chiudere anche Porto Marghera, sigillare i quartieri soffocati dall'inquinamento. Qui invece stiamo discutendo anche di altro. Ricordate il sequestro avvenuto a Milano di un cittadino arabo?».

La protesta ha coinvolto anche molti cittadini dei quartieri di Vicenza che sono andati in piazza con i loro bambini...

«I veneti sono molto gelosi della loro terra, il governo non può nascondere la gravità dei problemi e deve trovare il coraggio di dire le cose come effettivamente stanno».

Alla fiaccolata alcuni giovani gridavano contro i partiti ed incitavano a non andare alla urne...

«Non condivido atteggiamenti estremisti. Io andrò a votare se necessario con quattro mani nel voto possiamo proseguire la nostra lotta, sostenere le nostre ragioni, questo è l'unico modo che abbiamo per poter pesare e per dimostrare la nostra indignazione. Non si tratta di difendere solo la città di Vicenza, ma tutto il paese, dobbiamo agire per tutelare i diritti dei cittadini di Milano, di Napoli, di Roma, di tutta l'Italia. Non stiamo affatto giocando. La questione è seria».

T.Fon.