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Punti fermi sugli OGM

di Valerio Pignatta - 14/11/2005

Fonte: greenplanet.net


È sotto gli occhi di tutti, checché ne dicano i mass media, che le condizioni di salute generali della stragrande maggioranza degli individui sono in netto peggioramento. Ormai anche i giovani sono assillati da numerosi disturbi, malattie croniche, allergie ecc. L’epidemia di cancro e di patologie del sistema immunitario desta veramente grande preoccupazione e gli sforzi della ricerca (ma su questo ci sarebbe molto da dire) per trovare soluzioni non sembrano approdare ad alcunché.

E come se non bastasse, in mezzo a questo marasma dalle tinte fosche, le multinazionali dell’agro-chimico lavorano alla diffusione lenta ma costante delle coltivazioni OGM che forse, qualora si dovessero affermare ovunque, ci farebbero rimpiangere il livello di inquinamento e di sofferenza odierne, che ci sembrerebbe in paragone addirittura idilliaco. Mi piaceva allora chiarire in pochi punti di estrema sintesi la problematica degli OGM in modo tale da offrire al lettore, una volta per tutte, dei punti fermi da cui partire, per avere una visione d’insieme sul problema che non sia vaga e parolaia. Ecco cosa ne è uscito.

OGM: organismi geneticamente modificati (transgenici)

1) COSA SONO GLI OGM

Gli OGM sono animali e piante che hanno un patrimonio genetico creato artificialmente. Al DNA originario viene infatti aggiunto un frammento di DNA di un altro organismo individuato e isolato da un ricercatore in laboratorio per il conseguimento di un determinato fine. Con le tecniche della cosiddetta ingegneria genetica si possono fare “incroci” anche tra animali e piante superando così le barriere naturali delle specie.
Le motivazioni che vengono addotte per la creazione di questi organismi sono solitamente una maggiore produttività delle piante alimentari oppure una maggiore resistenza delle stesse a pesticidi, parassiti e condizioni atmosferiche deleterie (gelo, siccità ecc.) o il poter veicolare farmaci e vaccini a basso costo. Anche con gli animali si tentano modifiche genetiche al fine di renderli più produttivi, resistenti alle infezioni, veicoli di produzione di farmaci e proteine umane, per ottenere organi per trapianti in esseri umani e per sperimentazione di nuovi farmaci.
Tra organismi naturali e geneticamente modificati solitamente non ci sono differenze formali evidenti. La Pcr (Polimerase chain reaction) è l’unica operazione di laboratorio che consente di individuare un OGM.

2) EFFETTI SULLA SALUTE

a) L’OMS ha già fatto dichiarazioni preoccupanti sulla possibilità che il frequente utilizzo di antibiotici nella coltura delle cellule transgeniche possa indurre una resistenza diffusa agli stessi con conseguenze danosissime per l’intera umanità

b) L’utilizzo di determinate specie vegetali “rafforzate” nella loro resistenza ai pesticidi in effetti significa la necessità di un maggiore impiego degli stessi e quindi con ricadute anche gravi sulla salute dei consumatori.

c) Per le persone allergiche a determinati alimenti e/o sostanze i cibi transgenici possono essere ancora più rischiosi in quanto possono essere fortemente allergenici grazie alla possibilità che essi contengano proteine di altre piante e/o animali acquisite durante le manipolazioni dell’ingegneria genetica. Per esempio, chi è allergico alla noce brasiliana è a rischio se mangia carne di mucca alimentata con soia transgenica che contiene l'allergene principale della noce brasiliana.

3) EFFETTI SULL’AMBIENTE

a) Le modificazioni che si possono fare sui vegetali sono talmente numerose e l’ecosistema terrestre è così complesso che difficilmente sarà possibile tenere sotto controllo gli effetti di un tale intervento artificiale. Gli effetti (specie vegetali senza nemici naturali, ibridazioni, evoluzioni di specie dannose) potrebbero essere veramente catastrofiche.

b) Anche per l’ambiente valgono le stesse considerazioni che per gli esseri umani: un maggiore utilizzo di pesticidi dovuto a piante alimentari più resistenti comporta un inquinamento decisamente più distruttivo.

c) Selezione e progettazione genetica significa riduzione della biodiversità e della varietà genetica a fronte di una uniformazione delle specie genetiche. L’impoverimento e la distruzione a catena che questo significa per l’ecosistema è facilmente intuibile. Senza contare le distruzioni che gli insetti potrebbero portare in un mondo vegetalmente uniformato.

d) Le modificazione indotte per resistere agli insetti possono portare, per un fenomeno simile all’assuefazione, alla nascita di super-insetti veramente voraci e indistruttibili con conseguenze immani sulle coltivazioni e sulle risorse alimentari del pianeta.

e) L’inquinamento delle coltivazioni normali da parte di quelle transgeniche (impollinazione incrociata) è stata già dimostrata. Ciò potrebbe significare nel tempo la progressiva fine delle coltivazioni naturali e biologiche.

4) EFFETTI SULL’ECONOMIA

a) Le ricerche in questo ambito vengono solitamente portate avanti dalle multinazionali dell’agro-chimico che mirano essenzialmente all’aumento dei profitti attraverso l’aumento della produttività.

b) Le biotecnologie sono quindi progettate per funzionare bene nelle agricolture di vasta scala, intensive e su terreni omogenei (Usa, Cina). Niente a che vedere con le agricolture dei paesi più bisognosi. E in Europa esiste invece già un problema di sovrapproduzione per cui la necessità degli OGM proprio non si pone, ma sarebbe solo fonte di un ulteriore problema e danno economico.

c) La possibilità di produrre piante alimentari direttamente in laboratorio significherebbe trasformare i coltivatori in dipendenti salariati dei grandi gruppi agro-chimici stranieri. Qualità alimentare e differenziazione scomparirebbero gradualmente dalle nostre tavole.

d) Le piantagioni transgeniche non tengono conto del ruolo che ha l’agricoltura nel mantenimento del territorio e dell’economia di una regione ma puntano tutto solo sulla produttività.

5) LA FAME NEL MONDO

Una presunta maggiore produttività delle piante alimentari non risolverebbe da sé comunque il problema della fame nel mondo. Prima di tutto perché i semi transgenici costano molto e non tutti possono permetterseli, tanto meno i contadini del Sud del mondo. In questi luoghi gli agricoltori sono costretti a comperarli indebitandosi. Debiti che solitamente non riescono mai a saldare. Infatti i rischi connessi con queste produzioni sono anche per loro elevati. Il prezzo delle coltivazioni deve infatti fare i conti con quelli praticati dalle nazioni occidentali solitamente eccedentarie di prodotti alimentari che vengono venduti quindi sottocosto. I risultati delle coltivazioni poi non si misurano solo dalle sementi ma dipendono anche da altri fattori (macchinari agricoli, concimi ecc.) tradizionalmente assenti nei paesi del Terzo e Quarto Mondo. Senza contare le pratiche quasi di usura che impongono le banche o le multinazionali che prestano i soldi ai coltivatori.

Non può dunque sfuggire a nessuno che una scelta, istituzionale o privata che sia, che favorisca le coltivazioni OGM penalizzi fortemente il territorio, l’economia, l’ambiente e la salute individuale.
Una apertura alle multinazionali agroalimentari arricchirà ben pochi a fronte della devastazione di un intero territorio e quindi dell’impoverimento, economico, ambientale e salutistico, della stragrande maggioranza di coloro che compongono la società.

Per approfondimenti sul tema:

1) Silici, Laura (a cura di), OGM, le verità sconosciute di una strategia di conquista, Editori Riuniti, Roma, 2004

(La situazione aggiornata al 2003 sulle colture geneticamente modificate. Il calo delle rese, l’aumento dell’inquinamento, le menzogne e le illegalità dell’industria biotecnologica, la privatizzazione del vivente. Con un capitolo finale sulle soluzioni da adottare in materia).

2) Berlan, Jean-Pierre (a cura di), La guerra al vivente. Organismi geneticamente modificati e altre mistificazioni scientifiche, Bollati Boringhieri, Torino, 2001

(A partire dalla storia di come si è sviluppata la genetica agricola ecco i veri intrecci tra salute, ambiente e alimenti transgenici. Una catastrofe imminente di cui occorre prendere coscienza).

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