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Il Signore degli Eserciti

di Fulvio Grimaldi - 19/03/2007

 

Un popolo palestinese non esiste... Non è vero che noi siamo venuti, li abbiamo buttati fuori e abbiamo preso il loro paese... Non esistevano...

(Golda Meir, "The Sunday Times", 15 giugno 1969)

Aizzerò gli egiziani contro gli egiziani:
combatterà fratello contro fratello,
uomo contro uomo,
città contro città, regno contro regno.
(...)
Il paese di Giuda sarà il terrore degli egiziani,
quando se ne parlerà ne avranno spavento,
a causa del proposito che il Signore degli Eserciti
ha formulato sopra di esso…
Il signore percuoterà ancora gli egiziani,
ma, una volta colpiti, li risanerà.
Essi faranno ritorno al Signore,
lo serviranno con sacrifici e offerte,
faranno voti al Signore e li adempiranno.

(Isaia 19)

Basta sostituire "egiziani" con "palestinesi", o anche "arabi", e le indicazioni del profeta del "Dio degli eserciti", forse il dio più disumano che paura e protervia del Potere abbiano mai creato, quello del sacrificio di Giacobbe, quello che ordinava di sterminare tutti coloro che si oppongono al popolo eletto, donne, bambini, armenti e greggi compresi, tanto che non rimanga "pietra su pietra", assumono un'attualità che ai compilatori della bibbia nel VII secolo a.C. dovrebbe dare un'immensa soddisfazione. Del "paese di Giuda" non si può dire che non ottemperi ai vaticinii dei suoi referenti teorici e che i suoi condottieri contemporanei, Ben Gurion, Golda Meir, Begin, Shamir, Rabin, Netaniahu, Barak, Sharon, Olmert, non si siano attenuti rigorosamente al Verbo, fino alle recenti operazioni a denominazione meteorologica, da "Pioggia d'estate", simultanea alla campagna libanese, alle successive metafore meteorologiche, succedutesi nel corso e dopo l'invasione del Libano e l'intervento detto di pace dell'Unifil. Invasione e intervento che avevano e hanno tra i loro scopi anche quello di neutralizzare il legame di solidarietà politico-militare che si era andato intessendo tra resistenza libanese e resistenza palestinese, come esplicitato dalla cattura dei due incursori israeliani da parte di Hezbollah, successiva a quella del soldato israeliano catturato a Gaza nel giugno del 2006. L'Unifil, infatti, collocandosi sul territorio del paese aggredito e avendo tra le sue regole d'ingaggio quelle che "permettono l‘uso della forza letale per impedire o eliminare attività ostili, incluso il traffico illegale di armi, munizioni ed esplosivi (illegale è evidentemente solo quello che rifornisce la Resistenza) nell'area di competenza dell'Unifil", serve oggi a coprire le spalle all'esercito israeliano, gravemente messo in causa dalla guerriglia libanese, e che così può concentrare le sue forze sull'intensificazione delle operazioni di pulizia etnica in Gaza e Cisgiordania.

Ma vediamo come i seguaci del "Dio degli eserciti" hanno corrisposto alle aspettative. Dall'inizio della seconda intifada, innescata il 27 settembre 2000 dall'incursione del Primo Ministro Ariel Sharon sulla Spianata delle Moschee, fino a fine gennaio 2007, Tsahal, l'esercito israeliano, aveva ucciso 5.050 palestinesi, ne aveva ferito e mutilato altri 49.760 e incarcerato, senza imputazioni o processo, 10.400 (Palestine National Information Center). Tra gli uccisi un quarto erano minorenni e 351 donne, 150 pazienti erano morti perché bloccati ai posti di blocco, 66 furono ammazzati a bastonate dai coloni, 36 erano infermieri o medici impegnati nei soccorsi, 9 erano giornalisti, 220 erano atleti, 848 erano insegnanti o studenti, di questi sono stati feriti 4.792. Rachel Corrie era una giovane pacifista statunitense schiacciata sotto una ruspa mentre difendeva le case da demolire. Dei detenuti "amministrativi" 1.150 soffrono di patologie croniche, 1.175 sono studenti, 330 sono bambini o ragazzi, 1.806 sono insegnanti e 118 sono donne. 1.147 sono state le aggressioni a giornalisti che, diversamente dall'Iraq, non hanno potuto ancora essere tutti embedded, o fatti fuori. Quanto ai danni inflitti alla società palestinese, 645 edifici pubblici sono stati distrutti, danneggiati, resi impraticabili, 72.437 case sono state rase al suolo o rese impraticabili, 12 scuole e università chiuse, 359 istituti educativi bombardati, 43 scuole trasformate in strutture dell'esercito.