Domanda: “Cosa hai intenzione di fare?”. Risposta: “La rivoluzione”. Nel dialogo tra un vecchio cardinale e il suo giovane Pontefice si risolve una fatica promozionale. E’ quella di The Young Pope, la mini serie tivù creata e diretta da Paolo Sorrentino prossimamente in onda, il 21 ottobre, su Sky Atlantic. La Rivoluzione, dunque, e un affascinante Papa: “un ragazzo con gli occhi azzurri”, americano, intenzionato a fare della Chiesa Cattolica la smagliante vetrina delle contraddizioni, termine ultimo di ciò che è buono e di ciò che è cattivo dove far valere la regola unica del sottosopra. Tornate per favore al dialogo. Fa da sigillo al trailer della serie tivù. E dieci puntate, le prime due già date in pasto ai critici durante la Mostra del Cinema di Venezia, scorreranno all’insegna della rivoluzione, nella felicità narrativa dell’occhio di Sorrentino più che – diocenescampi – nel solco dell’orecchiabilità bergogliana.

La deriva cretina è il rischio di quella risposta – o, peggio, un cedimento al luogo comune – ma il disinnesco è tutto di filologia: rivoluzione, specie in tema di re-ligio, altro non è che re-volvere, il riavvolgere del filo nell’abbraccio dell’Eterno. E’ il tornare indietro nella fissità della bellezza compiuta. La messa in latino di questo ragazzo diventato Papa è quella di Cristina Campo, quindi la stessa di Padre Pio, e se vale quel che già promette Sorrentino nelle immagini, questo suo racconto non può prescindere dal fascino del rito cattolico dove – nella celebrazione del Mistero – si torna sempre indietro, non certo avanti nella banalità del cristianismo ideologico. Sorrentino avrà di certo presente Tantum Ergo. E’ un episodio de I Nuovi Mostri . Vittorio Gassman, in abito talare, irrompe in un “collettivo” parrocchiale e si riporta indietro – nell’ovile della trionfante chiesa cattolica – le pecorelle traviate a colpi di dibattiti da un prete col maglione.

Jude Law, chiamato a interpretare Pio XIII, obbliga a un salto mentale rispetto al Nino Manfredi di In nome del Papa Re di Luigi Magni; non ci sono obblighi di ricostruzione storica in The Young Pope, anzi, il contrario: è un dilagare nella contemporaneità, con tanto di Papa inginocchiato a mani giunte sottacqua in una piscina assai chic. La vertigine di preghiera è tutta di charme, tutta nel sottosopra da sempre sottinteso. La Chiesa, infatti, è una monarchia elettiva destinata esclusivamente a obblighi metafisici. E’ Re a dispetto del mondo, il Papa. Giovane o vecchio che sia il Pontefice di Santa Romana Chiesa è un mito irresistibile per i non cattolici e sapere cosa abbia intenzione di fare, perfino in una puntata su Sky, non può che costringerci ad azzardare una correzione al dialogo. Tutto può dare un Papa fuorché un luogo comune. E dunque: “Cosa hai intenzione di fare?”. Ecco un auspicabile responso: “Tantum ergo sacramentum”.