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Sulla questione dell'immigrazione di massa

di Paolo De Gregorio - 15/09/2017

Sulla questione dell'immigrazione di massa

Fonte: Paolo De Gregorio

Persino il Papa, con la sua frase: “accogliere solo chi si può integrare”, ha smesso di affrontare il problema con le solite irrazionali litanie sulla accoglienza senza se e senza ma, ed è passato incredibilmente nel mondo razionale ammettendo implicitamente che la nostra economia non ha bisogno di manodopera non qualificata, che l’Italia ha milioni di disoccupati, è un piccolo paese a rischio sismico e idrogeologico e che la gente è diventata intollerante (cattolici compresi) verso questa invasione.

Se le parole di un prete fossero una cosa seria e non soggette a interpretazioni, precisazioni, manipolazioni, la sua frase vorrebbe dire semplicemente che bisogna immediatamente fermare qualunque flusso all’origine, prima che la situazione diventi ingestibile, e anche a un laico e ateo come me è rimasta impressa, sconvolgente, quella immagine della piazza del Duomo di Milano piena di migliaia di islamici in preghiera in aperta sfida verso la Cattedrale ed i cittadini milanesi.

Comunque i fatti storici come l’invasione dell’Europa vanno analizzati freddamente e se qualche sprovveduto pensasse che questo fenomeno migratorio ha alleviato il problema della sovrappopolazione in Africa, dobbiamo aggiornarlo e informarlo che la popolazione africana, negli ultimi 20 anni di massiccia emigrazione, è passata dagli 800 milioni del 2000 a un miliardo e 252 milioni attuali.

La responsabilità di questa situazione ricade esclusivamente sulle religioni, islamica e cattolica, che impediscono alle donne africane di avere a disposizione i vari contraccettivi che sono a disposizione delle donne europee, che hanno conquistato la crescita zero (che poi vuol dire 2 figli per coppia), strafregandosene di quello che predicano i preti e amministrando personalmente la loro sessualità e riproduttività.

Delle migliaia di ONLUS presenti in Africa, tanto caritatevoli (adesso anche verso gli scafisti) non mi risulta che ve ne sia nemmeno una che si occupi di contraccezione, pur essendo evidente che questa è l’unica strada percorribile, lavorando soprattutto sulle donne che subiscono l’insulto di gravidanze non volute, all’interno di una subcultura maschile che misura la propria virilità sul numero di figli messi al mondo.

Ogni risorsa economica diretta verso l’Africa, a parziale risarcimento di petrolio, diamanti, legni pregiati, ecc. che gli rubiamo, dovrebbe essere indirizzata a fornire alle donne i contraccettivi a disposizione delle donne europee, compresa la pillola del giorno dopo, magari paracadutandole o portandole via mare, visto che le Ong la navi ce l’hanno, ma le usano per destabilizzare l’Europa e illudere migliaia di poveracci che qui avranno un futuro, che poi scopriranno essere quello di schiavi a 20 euro al giorno.