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Mancata solidarietà transatlantica: l’Iran è solo la punta dell’iceberg

di Evgenij Pozhidaev - 23/05/2018

Mancata solidarietà transatlantica: l’Iran è solo la punta dell’iceberg

Fonte: Aurora sito

Una fiacca guerra fredda tra l’amministrazione Trump e i leader dell’UE s’intensifica e la questione dell’Iran è solo la parte superiore dell’iceberg. In un periodo molto breve, Washington è riuscita a creare problemi a Bruxelles collegati a varie questioni meno evidenti ma strategiche. Ad esempio, l’Accordo sul clima di Parigi ha poche relazioni con l’ecologia, ma è di fondamentale importanza per gli interessi economici dell’UE. L’Europa ha un deficit energetico e la situazione non dovrebbe migliorare a breve. Questo suscita l’idea di privare i partner delle risorse tratte dai loro vantaggi naturali, creargli problemi e quindi vendergli la soluzione. L’Europa è impegnata nella sistemazione in Medio Oriente, incompatibilmente con le azioni unilaterali pro-israeliane degli Stati Uniti, direttamente connessa con interessi strategici chiave: l’UE è condannata all’importazione massiccia di forza lavoro ed è molto difficile che eviti masse ostili sul proprio territorio. Washington ha l’intenzione inequivocabile di privare l’Europa dei 150 miliardi di di dollari d’eccedenza dal bilancio commerciale cogli Stati Uniti, aumentando drammaticamente i costi militari (il 4% del PIL è piuttosto impressionante). Tutto ciò crea solo discrepanze tra gli alleati. Questi problemi di solidarietà transatlantica sono solo deviazioni locali o sono cruciali? La seconda opzione sembra vera.
Più di settanta anni di relativa confortevole convivenza tra rivali diretti sono diventati storia, a quanto pare. Il piano Marshall apparve quando oltre la metà della produzione industriale mondiale era concentrata negli Stati Uniti (il mercato era piuttosto libero negli Stati Uniti, ad esempio con la svalutazione indolore del dollaro). L’idillio relativo è diventato storia nella seconda metà degli anni ’60, il risveglio dell’economia europea illuminò le differenze “innate” nella società euro-atlantica. Nel 1971, gli statunitensi iniziarono a risolvere i loro problemi economici a spese dei partner europei, senza scuse. Nel frattempo, le economie occidentali erano sotto “condizioni da serra” al momento, praticamente senza concorrenza. Il blocco dell’Est non era una piena alternativa alle “democrazie” del mercato globale. Il crollo dell’Unione Sovietica e la progressiva deindustrializzazione degli Stati Uniti sono diventati fattori chiave del nuovo idillio. Gli Stati Uniti sono diventato un mercato piuttosto che un rivale. il punto è che le riserve della crescita post-sovietica erano esaurite da tempo e la concorrenza dei nuovi Paesi industrializzati più che evidente. Gli Stati Uniti, a loro volta, cercano di recuperare la propria industria attraverso metodi che ricordano scenari di 50 anni prima. Inoltre, non ci sono decine di migliaia di carri armati sovietici dall’altra parte dell’Elba. In altre parole, gli interessi strategici di UE e USA sono evidentemente opposti e hanno sempre meno comuni punti. Eppure nel 2012, gli osservatori dissero: “Bisogna ammettere che l’apparente pace tra Europa e Stati Uniti non porta cooperazione, nuove iniziative o prospettive audaci. D’altra parte, non vi è alcun sostegno tra governo di Barack Obama ed UE su politica fiscale, ambiente e sicurezza. Inoltre, le relazioni transatlantiche pacifiche riflettono solo una profonda dissociazione“.  In effetti, le due parti principali del “miliardo d’oro” sono tenute insieme dall’inerzia. Trump lascia che i disaccordi accumulati vengano alla luce.
L’esplosione russofoba dal 2014 ha temporaneamente messo a tacere il problema, ma la rapida “vittoria della democrazia” è fallita e la condivisione della pelliccia dell’orso vivo si è rivelata piuttosto costoso e inutile. Le provocazioni in “stile Salisbury” continueranno, ma tali metodi non sono né universali né a lungo termine. Quali sono le prospettive? Certo, la solidarietà euro-atlantica non diverrà anacronismo domani. Tuttavia, la “separazione” tra Washington e Bruxelles crescerà nel tempo. La nicchia economica occupata da UE e USA tende a restringersi. L’onere del debito che rende insolventi gli istituti dello Stato sociale, insieme all’invecchiamento della popolazione, provocherà il calo della domanda solvente dell’occidente. Sulla prevalenza tecnologica, sarà neutralizzata col progresso della Cina e dei suoi partner in via di sviluppo. La concorrenza tra UE e USA sembra inevitabile a lungo termine. Quanto velocemente diverrà un problema politico?
Nel 2014, la crescita dei sentimenti antiamericani in Europa sembrava essere una tendenza a lungo termine connessa con le crescenti discrepanze “materiali”. Tale tendenza può riattivarsi ora. Certo, non farà alleati Mosca e Bruxelles, ma sicuramente ridurrà le pretese di Washington.Traduzione di Alessandro Lattanzio