Hezbollah: I nostri missili possono raggiungere qualsiasi punto d’Israele

di Paul Antonopoulos - 11/12/2018

Fonte: Aurora sito

Hezbollah può raggiungere qualsiasi punto in Israele coi suoi missili, dichiarava Shayq Naim Qasim, Vicesegretario Generale del movimento libanese Hezbollah in un’intervista al quotidiano iraniano al-Vefagh. “Non c’è un solo punto dei territori occupati al di fuori della portata dei missili di Hezbollah”, dichiarava Qasim. Secondo l’alto funzionario, i missili servono ad impedire a Israele di iniziare un’altra guerra col Libano, esponendo il “fronte israeliano”. Qasim commentava la guerra in Siria, dove Hezbollah ha svolto un ruolo attivo aiutando il governo siriano contro vari gruppi terroristici, tra cui SIIL e Jabhat al-Nusra, elogiando le vittorie sui terroristi, e criticando gli Stati Uniti per l’ostruzione al processo di pace. Le tensioni tra Tel Aviv e il movimento sciita libanese Hezbollah sono salite il 4 dicembre dopo che truppe israeliane lanciarono l’operazione Northern Shield per distruggere i tunnel di Hezbollah usati per convogliare miliziani ed armi sul confine israelo-libanese.
Nel 2006, Israele ed Hezbollah intrapresero una devastante guerra in cui il gruppo sciita fece largo uso di una rete di tunnel per combattere le truppe sioniste e sconfiggerle. Da allora, il gruppo si è vantato di aver ricostruito la rete dei tunnel, ma senza dichiarare chiaramente se sarebbero stati utilizzati per attaccare un altro Paese. L’esercito libanese, d’altra parte, descriveva le accuse di Israele come “mere illazioni”. I commenti si avevano dopo che truppe dell’entità sionista spararono colpi di avvertimento su un autoveicolo dell’esercito libanese vicino al confine israelo-libanese, ad est dell’insediamento libanese di Mays al-Jabal, secondo i media libanesi. Secondo l’agenzia di stampa libanese NNA c’era una forte nebbia e l’esercito israeliano lo comunicò tardi all’esercito libanese. L’autoveicolo pattugliava il confine tra l’entità sionista e il vicino settentrionale.

Traduzione di Alessandro Lattanzio