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Un difensore della Terra

di Gianni Sartori - 09/01/2019

Un difensore della Terra

Fonte: Gianni Sartori

IN MEMORIA DI STEFANO DAL CENGIO, UN DIFENSORE DELLA TERRA

In suo nome viene istituito un premio per le scuole

 Stefano Dal Cengio, guardia provinciale, guida naturalistica, da sempre impegnato come ambientalista, protezionista e animalista, se n'è andato l'anno scorso, in settembre. A sessant'anni. Una perdita incommensurabile per i suoi familiari e per chiunque nel vicentino ne abbia condiviso l'impegno. Per l'ambiente, il territorio, gli esseri viventi (umani e non umani) che lo abitano.

Un autentico difensore della Terra che si era battuto, sia da “dentro” le istituzioni come guardia provinciale, sia con i movimenti (lo ricordo a Genova nel luglio 2001), sia nell'associazionismo.

In particolare con la LIPU, il WWF e i Comitati per la salvaguardia del paesaggio.

 

Gli amici di Dueville lo avevano ricordato citando una sua frase  che esprimeva l'essenza della sua visione del mondo:

 “Stravolgere il territorio, non tutelarlo significa stravolgere se stessi”.

 

Una vocazione la sua, manifestatasi fin da bambino – come aveva

ricordato il padre. Tanto da diventare infine il suo lavoro di 

guardiacaccia-agente della polizia provinciale.

Sensibilità, empatia verso la vita naturale che  nel corso degli anni

lo portò a battersi contro le devastazioni ambientali, l'inquinamento, le

stragi di animali. Attivo in prima linea sia nei referendum contro la caccia,

sia nell'opposizione spontanea dei cittadini di Dueville contro la

famigerata “Torcia al plasma”.

 Senza dimenticare il suo lungo impegno per la realizzazione – difficoltosa, ripetutamente rinviata o “dirottata” - dell'Oasi Vegre.

Un'area umida dove era possibile ammirare folaghe, aironi, garzette, pavoncelle, marzaiole, svassi e talvolta anche cicogne e piro-piro. Perfino  il raro Cavaliere d'Italia.

 

Ed era con genuino entusiasmo che Stefano - esperto e appassionato di birdwatching - raccontava ancora nel 2013 di aver assistito al sorvolo dell'area umida da parte di un ibis eremita.

 

 

Stefano lo conoscevo naturalmente. Negli ultimi anni era stato mio "consigliere" in diverse occasioni.

Un solido punto di riferimento per varie problematiche ambientali. Come quella dei  covoli chiodati e vandalizzati da impenitenti FC nelle zone di Lumignano, Castegnero e Nanto (e conseguente scomparsa di nidificanti come la rondine rossiccia e - più recentemente - il corvo imperiale). Ricordo quando salimmo insieme fino alle piccole pareti sopra Nanto - integre fino a poco tempo prima e ora trasformate in “parco giochi “ per FC – per fotografare le insulse chiodature e il taglio di alberi e arbusti in quello che presumibilmente è stato l'ultimo luogo dei Colli Berici dove nidificava la rara rondine rossiccia.

Per non parlare della strage di pipistrelli (l'inverno scorso, alla Grotta della Guerra) svegliati bruscamente dal letargo a causa dei trapani utilizzati per piantare gli spit.

Fino all'avvistamento – tre anni fa - di un giovane lupo solitario in località impensabile, decidendo, insieme, di non divulgare la notizia (e per quanto mi riguarda di rinunciare allo “scoop”) per evitare esecuzioni sommarie, dato che presumibilmente l'esemplare era solo di "passaggio.

Preziosi i suoi consigli per curare e nutrire animali feriti o nidiacei.

E poi come dimenticare che eravamo entrambi alle manifestazioni contro la globalizzazione a Genova (luglio 2001) lui con la LIPU, io con l'UNA (Uomo-Natura-Animali).

Ci eravamo visti per l'ultima volta ai funerali di Olol Jackson, anche lui scomparso d'improvviso proprio un anno prima di Stefano. L'avevo risentito per la questione dei pipistrelli morti alla Grotta della Guerra (ripeto: per colpa dei trapani da spit dei FC). Mi disse che sarebbe andato a controllare (ho saputo poi che lo aveva fatto).

Ci fu anche il tempo per inviargli il mio articolo su questo autentico ecocidio in quel di Lumignano (oltre alla morte dei pipistrelli, risvegliati troppo bruscamente dal letargo in pieno inverno, va condannata anche l'estirpazione brutale e sistematica della vegetazione, saxifraga berica compresa).

Quando avevo saputo, da Rizzi dell'ENPA, della morte di Stefano, avrei voluto scrivere qualcosa, ma poi era prevalsa l'amarezza. A confortarmi è giunta la  notizia del concorso e premio per le scuole secondarie inferiori (“Ambientiamoci per sentirci a casa nell'ambiente che ci circonda”) istituito in suo ricordo.

 Iniziativa doverosa e benemerita organizzata da alcune associazioni (Dueville più verde, LIPU, Agorà) e dalle amministrazioni comunali di Dueville e Montecchio Precalcino.

Anche da parte mia un “Grazie” per aver voluto onorare la memoria di questo mite ma determinato Difensore della Terra. Uno di coloro che Bertolt Brecht chiamava “gli indispensabili”. Sia per chi lo ha conosciuto, sia per chi non ha avuto questo onore.