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La bancarotta nazionale come gioco da tavolo

di Dmitry Orlov - 10/01/2019

La bancarotta nazionale come gioco da tavolo

Fonte: Comedonchisciotte

La maggior parte delle persone ha una certa familiarità con il gioco del Monopoli. Il suo obbiettivo è quello di insegnare ai capitalisti in erba una preziosa lezione sul capitalismo: in pratica, che in una transazione commerciale non è produttivo cercare di arrivare ad una qualche forma di accordo con i propri antagonisti o lottare per una condizione stazionaria e sostenibile. Al contrario, quello che devi fare per sopravvivere (non parliamo poi di vincere) è crescere il più rapidamente possibile e divorare  i tuoi concorrenti, altrimenti verrai divorato a tua volta. Questo non è solo un gioco, è esattamente il modo in cui funziona il capitalismo e, se la cosa non vi rende ricchi (e questo vale per la maggior parte delle persone), è esattamente per questo motivo che il capitalismo non funziona.

E così i Waltons non potevano semplicemente gestire Walmart come un normale negozio, hanno dovuto trasformarlo in un impero globale, solo per riuscire a sopravvivere. Ora, quasi tutti i governi del mondo si rendono conto che questo tipo di capitalismo sfrenato è dannoso e cercano di regolarlo. Per esempio, la Russia ha un Servizio Federale Antimonopolio. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha una Divisione Antitrust, che è poi il nome giusto, se la sua missione è quella di distruggere la fiducia degli Americani nelle capacità del loro governo di regolamentare il mondo degli affari. Ha anche un sito web che attualmente riporta: “A causa della mancanza di stanziamenti, i siti web del Dipartimento di Giustizia non saranno regolarmente aggiornati.” Forse questo è perfettamente normale per un paese che cerca di monopolizzare tutto: la finanza e il diritto internazionale, gli appalti della difesa e, naturalmente, la dispensazione di “libertà e democrazia” e dei “valori universali.”

La maggior parte della gente ha familiarità con il concetto di debito nazionale. Il debito federale del governo degli Stati Uniti attualmente ammonta a … non importa; sta crescendo molto più velocemente di quanto possiate scriverlo. Se volete vederlo salire in tempo reale, potete guardare qui. La cifra esatta è inutile: se fate un fermo immagine, diciamo a 21,921,420,945,123.00 dollari, questo non sarà più l’importo pagabile nel momento in cui compilerete l’assegno, e se compilerete l’assegno, non importa chi voi siate, questo risulterà scoperto. Ma non si arriverebbe neanche a tanto: se spedirete quell’assegno al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, non sarebbero in grado di depositarlo perché “a causa della mancanza di stanziamenti …” (Ora avete il quadro della situazione).

Il debito aumenta in continuazione e la velocità con cui sale sta incrementando. Il concetto di accelerazione potrebbe non essere intuitivo per alcuni di voi, quindi lasciatemi spiegare. Il debito sale con una certa velocità. L’accelerazione è la quantità di cui aumenta quella velocità, misurata, ad esempio, in dollari al minuto per minuto. Calcolarlo è un piccolo e divertente esercizio di aritmetica. Durante il regno di Barak Obama [il debito] era salito di 8,6 triliardi di dollari, partendo da 11,6 triliardi, arrivando fino a 20,2 triliardi. Trump ha in previsione di aggiungerci 4,8 triliardi durante i suoi primi tre anni. (I numeri importanti si possono vedere qui).

Quindi, la velocità di Obama è stata di 8,6 triliardi di dollari in 8 anni, circa 1 triliardo all’anno, o 2 milioni al minuto, mentre la velocità di Trump è di circa 1,6 triliardi all’anno, o poco più di 3 milioni al minuto. Pertanto, l’accelerazione è di soli pochi centesimi al minuto per minuto, ma sicuramente aumenta! L’accelerazione è una cosa insidiosa. Ad esempio, se desiderate farvi un’idea in modo del tutto intuitivo dell’accelerazione dovuta alla gravità (9,81 m. o 32 piedi al secondo per secondo), provate a saltar giù da una sedia mantenendo le ginocchia rigide. Potete anche riflettere sul fatto che i satelliti che escono da un’orbita terrestre tendono a bruciare durante il rientro, mentre decelerano a causa dell’attrito con l’atmosfera.

Qualsiasi persona normale e che sappia fare i conti potrà dirvi che gli aumenti del debito possono anche andar bene, a condizione che le vostre entrate aumentino in modo significativamente più rapido, ma, se non è questo il caso, il risultato finale è la bancarotta. E questo non è sicuramente il caso. Quindi, il nome di questo gioco da tavolo è Bancarotta Nazionale. Ma non sono sicuro di quale dovrebbe essere l’obbiettivo finale di questo gioco. Andare in bancarotta nel modo più rapido ed efficace possibile, o fallire il più lentamente e dolorosamente possibile?

Sono abbastanza sicuro che i giocatori che non sono sulla strada della bancarotta nazionale preferirebbero che le cose rimanessero così, e che vorrebbero anche liberarsi di tutti i debiti sovrani emessi da chiunque fosse destinato a fallire prima dell’evento. (La Russia sembra aver già risolto il problema mentre la Cina è ancora molto indietro). In ogni caso, io sono una persona molto seria a cui non piacciono gli scherzi e che non ha tempo per i giochi, compresi quelli da tavolo, quindi lascerò che siano gli altri a meditare su tali problemi. Tuttavia, la metafora del gioco da tavolo sembra utile per una discussione di questo argomento.

Una questione da risolvere per partecipare a questo gioco è il problema della della scala. La gente ha qualche difficoltà ad apprezzare numeri così grandi. Ha familiarità con il dollaro, ma che cos’è un triliardo? Eccolo, rappresentato da un un doppio strato di bancali di banconote da 100 dollari.

Tutto questo sembra essere un po’ troppo ingombrante per il nostro gioco da tavolo. Valori ragionevoli per le fiches del nostro gioco Bancarotta Nazionale potrebbero essere 100 miliardi, 500 miliardi e 1 triliardo. Potremmo usarne anche qualcuna da 5 triliardi e da 10 triliardi, magari in numero limitato, perché dubito che il gioco duri abbastanza a lungo per poterle utilizzare.

Propongo, per poter giocare a questo gioco, l’introduzione di una nuova unità pratica chiamata “piffle” [stupidaggine] che equivale a 100 miliardi di dollari. Un triliardo sono 10 piffle, 10 triliardi 100 piffle. Quindi, le nostre fiches potrebbero essere da 1, 5, 10, 50 e 100 piffle. I piffle ci consentono di maneggiare numeri enormi senza tanti contorcimenti aritmetici. Il debito federale degli Stati Uniti è attualmente di 220 piffle. Il deficit commerciale degli Stati Uniti per il 2018 era di 6 piffle, mentre il budget della difesa degli Stati Uniti era di 7 piffle. Per il 2019 il deficit del bilancio federale (coperto da un aumento dei prestiti) è di 10 piffle e in aumento, mentre le entrate fiscali sono solo 3 piffle e in calo. Il pagamento degli interessi sul debito federale è di 3 piffle, ma con i tassi di interesse in aumento è destinato ad arrivare a 5 piffle nel giro di pochi anni.

A proposito dell’aumento dei tassi di interesse … solo oggi Trump ha nuovamente detto di volere un tasso di interesse dello 0%, come già aveva fatto Obama, mentre accumulava un debito di 80 piffle. Ma, attualmente,  si aggira attorno al 3% ed è improbabile che possa calare, indipendentemente da ciò che  può desiderare Trump. Perché? Bene, ecco la ragione. Gli Stati Uniti importano molto più di quanto esportano perché non possono permettersi o non hanno le capacità di produrre tutto ciò di cui hanno bisogno; questo è il motivo per cui esiste un deficit commerciale di 6 piffle. Quando le altre nazioni vendono agli Stati Uniti più di quello che comprano, si ritrovano poi con un sacco di piffle e, dal momento che gli Stati Uniti hanno bisogno di molti piffle (ricordate, il deficit di bilancio è di 10 piffle), è assolutamente logico [per loro] riprendersi immediatamente in prestito quei soldi. Un po ‘di tempo fa era possibile riaverli in prestito allo 0% di interesse, perché gli Stati Uniti erano abbastanza potenti da minacciare la distruzione militare di coloro che si fossero rifiutati di giocare a questo gioco (suggerisco di riguardarsi le foto della Libia e dell’Iraq dopo i bombardamenti). Ma i tempi sono cambiati e, a meno che gli Stati Uniti non corrompano detentori del loro debito con un tasso d’interesse del 3% o più, nessun accordo.

Come sono cambiati i tempi? Ci sono due effetti degni di nota. Primo, la minaccia di un annientamento militare non funziona più. Certo, gli Stati Uniti spendono ancora la sorprendente cifra record di 7 piffle per la difesa, ma niente di tutto ciò funziona. Chiamatelo l’effetto del denaro gratuito. Quando le persone spendono i propri soldi, guadagnati con il sudore della fronte, tendono ad essere caute, ma se sono i soldi di qualcun altro, che hanno ricevuto gratuitamente e senza nessun obbligo di restituzione, allora sono propense a gettare alle ortiche ogni forma di cautela. E così la spesa militare degli Stati Uniti è diventata sempre meno efficace con il passare del tempo, in due modi: i costi di approvvigionamento sono schizzati alle stelle e i prodotti acquisiti sono diventati inutili.

In termini di costi di approvvigionamento, la parità di acquisto tra gli Stati Uniti e (a titolo di esempio) la Russia sembra essere, come minimo, in rapporto di dieci a uno: per ottenere lo stesso risultato, gli Stati Uniti devono spendere almeno dieci volte  più della Russia. E così, anche se la Russia spende molto meno di un piffle per la difesa, il suo esercito è di gran lunga più efficiente. In termini di inutilità dei prodotti, il Pentagono ora assomiglia ad una donna che ha un armadio pieno zeppo di costosi capi griffati ma che non ha assolutamente nulla da indossare, perché tutto il suo guardaroba non è più alla moda. C’è l’intero set delle portaerei, nessuna delle quali può operare abbastanza vicino alle coste nemiche per essere di qualche utilità, perché possono essere facilmente affondate con razzi ipersonici lanciati da molto lontano. Ci sono le scorte di missili da crociera Tomahawk, che non riescono a superare i sistemi di difesa aerea dell’era sovietica (con qualche aggiornamento in elettronica e software). Ci sono i sistemi di difesa aerea Patriot, che non servono neanche a fermare i missili SCUD dell’era sovietica, non parliamo poi di qualcosa di più moderno.

A questo aggiungeteci le nuove armi ipersoniche della Russia (e presto anche della Cina) a testata convenzionale e i nuovi sistemi di difesa aerea e spaziale come l’S-400: questi assicurano un vantaggio noto come “dominio dell’escalation“. Supponiamo che gli Stati Uniti facciano qualcosa di incredibilmente sporco e che la Russia e/o la Cina decidano di dar loro una lezione. Ora hanno la possibilità di far saltare in aria qualsiasi obbiettivo all’interno degli Stati Uniti senza avvicinarci  e senza mettere a rischio nessuna delle loro risorse militari.

Potrebbero, ad esempio, mettere fuori uso la rete elettrica degli Stati Uniti in un modo tale che ci vorrebbero parecchi mesi per rimetterla in sesto. Potrebbero poi intercettare in sicurezza tutto quello che gli Stati Uniti cercassero di lanciare come rappresaglia. Certo, gli Stati Uniti possono diventare suicidi, questo è sempre un rischio, e scatenare un primo attacco nucleare totale, per poi sedersi e aspettare di essere completamente annientati, insieme a gran parte del resto del pianeta. Ma questa non è una strategia militare, è puro suicidio, e gli ufficiali che si occupano di strategia militare tendono ad essere persone di famiglia, emotivamente stabili, che non vedono l’ora di giocare con i loro nipotini dopo essere andati in pensione.

Allora, perché gli Stati Uniti dovrebbero continuare a spendere 7 piffle per la difesa? La triste risposta è che andranno comunque in bancarotta, che azzerino il budget della difesa o no. Anche se il bilancio della difesa andasse a zero, rimarrebbe comunque un deficit di bilancio di 3 piffle; oltretutto, quei 6 piffle del deficit commerciale non possono andare da nessun’altra parte se non in alto. E allora, il MAGA? (Potreste chiedervi). Tuttti i discorsi di far ripartire la produzione americana, di riportare in patria i posti di lavoro e di uscire da questa situazione con le esportazioni? Dopotutto, se trasformassimo i 6 piffle del deficit commerciale in 6 piffle di surplus commerciale, di colpo tutto tornerebbe a funzionare e si potrebbe evitare la bancarotta.

No, mi dispiace, non è esattamente uno scenario realistico. Vedete, per far ripartire l’economia industriale gli Stati Uniti hanno bisogno di diverse cose. Hanno bisogno di energia a basso costo, manodopera a basso costo, bassi costi di gestione e mercati disponibili in tempi rapidi, sia domestici che per l’esportazione. E gli Stati Uniti non hanno nessuno di questi. In termini di energia (e il petrolio è di gran lunga la forma più importante di energia) nel 2019 gli Stati Uniti importeranno esattamente lo stesso petrolio che avevano importato nel 1998, circa 8 milioni di barili al giorno. Certo, nel frattempo si è sviluppata l’estrazione di petrolio dallo scisto e gli Stati Uniti ne producono attualmente 11,5 milioni di barili al giorno. Ma, nel frattempo, il consumo di petrolio da parte degli Stati Uniti è aumentato tantissimo, arrivando a 20 milioni di barili al giorno, che rappresenta un incredibile 20% del consumo mondiale, realizzato dal 4,4% della popolazione del pianeta.

E così il deficit petrolifero è ancora più o meno lo stesso. Inoltre, la toppa del petrolio da scisto non ha mai fatto guadagnare soldi, ma ha accumulato oltre 2 piffle di debito e ha perso, rispetto ai ricavi, più di un piffle. Con i tassi di interesse in aumento è improbabile che si possano ottenere abbastanza prestiti per mantenere gli stessi ritmi di trivellazione e, con un calo della produzione dei pozzi esistenti, calo che ammonta ad oltre mezzo milione di barili al giorno al mese, non ci vorranno molti mesi per far crollare quegli 11,5 milioni di barili al giorno, costringendo gli Stati Uniti ad incrementare le importazioni o a ridurre i consumi.

Ma il prezzo del petrolio è diminuito molto negli ultimi tempi, quindi, in ogni caso, non dovrebbe essere un problema, giusto? Di nuovo, mi dispiace, no. Il picco del petrolio per la maggior parte dei paesi è arrivato ed è passato. Ora è rimasta solo una manciata di paesi in grado di incrementare significativamente la produzione di petrolio: Russia, Canada (principalmente sabbie bituminose), Iran, Iraq, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Brasile. La Russia ha annunciato di recente che non ha in previsione un aumento della produzione. L’Arabia Saudita è un enorme produttore di petrolio, ma non sembra abbia capacità estrattive residue. La toppa rappresentata delle sabbie bituminose del Canada è un disastro ambientale bruciasoldi. Iran e Iraq (chiamateli Iranq, dal momento che entrambi sono popolati da Mussulmani sciiti, sono politicamente allineati e nessuno dei due ama troppo l’America) non stanno esattamente andando in soccorso di gran carriera. Rimangono gli Emirati Arabi Uniti, il Kuwait e il Brasile, e non sono sufficienti, neanche mettendoli tutti insieme. Quindi, preparatevi a veder schizzare in alto il prezzo del petrolio, a cui seguirà l’onda della distruzione della domanda, seguita dal crollo del prezzo del petrolio, seguito dalla distruzione della produzione; come vedete, le solite cose.

Passiamo al lavoro. Per rimanere competitivi, gli Stati Uniti dovrebbero abbassare molto le retribuzioni medie. Queste dovrebbero essere inferiori a quanto guadagnano i Cinesi e gli Asiatici sudorientali, perché gli Stati Uniti devono far meglio di loro, se vogliono conquistare la loro quota di mercato di esportazioni. Senza altri ed importanti cambiamenti, una cosa del genere porterebbe in breve tempo i lavoratori statunitensi a ribellarsi o a morire di fame. Le modifiche dovrebbero riguardare la nazionalizzazione dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione, al fine ridurre i costi all’incirca di un fattore mille, il passaggio al trasporto pubblico, vietando in pratica l’uso dell’auto privata per renderlo economicamente fattibile, la costruzione di abitazioni accanto alle fabbriche per alloggiarvi lavoratori a prezzi accessibili e così via. Questo è uno sforzo del valore di molti piffle.

Anche il costo delle attività commerciali è notevole. Gli Stati Uniti spendono di più in tribunali e avvocati, assicurazioni e norme di conformità rispetto alla maggior parte degli altri paesi, e il labirinto normativo che gli imprenditori devono percorrere per poter aprire anche un’attività semplice e limitata è molto costoso e assolutamente fuorviante. Come si potrebbe sfoltire questo schema ridicolo e corrotto? Non ne ho idea. È un mistero. I Cinesi probabilmente la chiamerebbero semplicemente una “rivoluzione culturale“, radunerebbero tutti gli avvocati e i burocrati, farebbero indossare loro cappelli e cartelloni con la scritta “Io rappresento ciò che è sbagliato in questo paese” e li farebbero marciare in colonna, tirando sassi e picchiandoli con dei bastoni. Qualcosa del genere…

Infine, c’è la questione dei mercati per l’esportazione. Che cosa esattamente dovrebbero esportare gli Stati Uniti in modo più efficace di quanto altri paesi non stiano già facendo? La Cina produce, a livello globale, più di chiunque altro e non ha nessuna intenzione di cedere il posto. La Russia esporta cereali ed altri generi alimentari (tutti non OGM, a differenza degli Stati Uniti), tecnologia nucleare e spaziale, tecnologia legata alla difesa (che funziona davvero) e molto altro. Pakistan e India, e vari altri paesi, esportano tessuti. Il mondo è strapieno di prodotti. Sono i consumatori da mandare in bancarotta che scarseggiano. E, se gli Stati Uniti dovessero abbattere il costo del lavoro e rendersi competitivi, la loro base dei consumatori si ridurrebbe in modo drammatico.

Quindi sembra che sarà bancarotta, inutile combatterla. Ma che cosa dovrebbero fare gli Stati Uniti nel frattempo? Suggerisco che dovrebbe erigere dei muri veramente alti, solo per il gusto di lasciare dietro di sé delle rovine spettacolari che le generazioni future possano guardare con ammirazione. Quello lungo il confine meridionale sembra stia già procedendo, ma dovrebbero erigerne almeno altri due. Dovrebbe esserci un muro lungo la linea Mason-Dixon, perché, visto lo stato surriscaldato della politica americana, bisogna trovare un modo per impedire alla gente di tentare un revival della Guerra Civile (un termine assolutamente non improprio!) con armi e munizioni vere. E c’è anche bisogno di un muro lungo il confine settentrionale, per impedire che svariati gruppi di trogloditi armati possano fuggire in Canada e saccheggiarlo (è il minimo che possiamo fare per i nostri pacifici vicini del nord). Quanto costerebbero queste tre muraglie? Sono contento che l’abbiate chiesto! Costerebbero circa 0,005 piffle cadauna, 0,015 piffles in totale, una cifra davvero irrisoria. Questa è l’entità del mio contributo, 0.000000002 piffle. Ma, si sa, è il pensiero che conta.

Oh, e se volete veramente realizzare il gioco da tavolo della Bancarotta Nazionale, per favore resistete alla tentazione di contattarmi a riguardo. Seriamente, non mi piacciono i giochi, specialmente i giochi da tavolo. Sono una persona molto seria che non ha tempo per queste stupidaggini [piffles].

 

Fonte: cluborlov.blogspot.com
Link: http://cluborlov.blogspot.com/2019/01/national-bankruptcy-as-board-game.html#more
08.01.2019
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org