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Criminalità israeliana, l’hybris in Siria invita la catastrofe

di Finian Cunningham - 23/01/2019

Criminalità israeliana, l’hybris in Siria invita la catastrofe

Fonte: Aurora sito

Le forze israeliane sono passate alla dottrina della “guerra di soppiatto” a dichiarare apertamente l’aggressione al vicino settentrionale, Siria. Per due giorni consecutivi, gli israeliani hanno bombardato la capitale siriana di Damasco e dintorni con dozzine di missili da crociera aerolanciati. Molti dei proiettili sono stati intercettati dai sistemi di difesa aerea forniti dalla Russia. Tuttavia il blitzkrieg israeliano provocava la morte di almeno quattro militari siriani danneggiando l’aeroporto civile internazionale vicino Damasco. Ciò equivale a un oltraggioso crimine di guerra, come i precedenti infiniti attacchi d’Israele alla Siria. Vergognosamente, le Nazioni Unite e i governi occidentali mantengono un silenzio ipocrita, mentre impongono sanzioni contro Siria, Russia ed Iran per varie presunte “trasgressioni”. Ma ciò che è notevole riguardo l’ultima aggressione israeliana è il riconoscimento pubblico da parte del governo di Tel Aviv. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, durante un tour africano, riconosceva apertamente gli attacchi aerei israeliani, così come le forze di difesa israeliane (IDF). “Abbiamo una politica stabilita, per impedire il radicamento iraniano in Siria”, aveva detto Netanyahu in visita in Ciad. In una dichiarazione, le IDF dichiaravano: “Abbiamo iniziato a colpire obiettivi del Quds [Guardia Rivoluzionaria] iraniana in territorio siriano. Avvertiamo le Forze Armate siriane contro il tentativo di danneggiare forze o territorio israeliano”. All’inizio del mese, Netanyahu si vantava coi suoi membri del gabinetto del “successo” dei ripetuti attacchi aerei sulla Siria presumibilmente contro obiettivi iraniani. Nello momento Gadi Eisenkot, capo uscente delle IDF, si vantava sui media occidentali di “condurre una campagna di bombardamenti” contro la Siria con “migliaia di attacchi” quotidiani negli ultimi anni. Uno di tali attacchi aerei lo scorso settembre provocava la morte di 15 membri d’equipaggio russi quando il loro aereo di sorveglianza Il-20 fu erroneamente abbattuto dalle difese aeree siriane in ciò che sembrava una trappola deliberata tesa dai caccia israeliani. L’incidente scatenò l’indignazione di Mosca, che prontamente consegnava alla Siria i sistemi di difesa aerea S-300 potenziati, che renderebbero conto dell’intercettazione di dozzine di missili israeliani nell’ultimo attacco.
Tale cambiamento nella politica israeliana dalle abituali risposte “no comment” dopo che in Siria venivano segnalati attacchi aerei, a quella in cui figure del governo esultano pubblicamente per gli attacchi, è uno sviluppo straordinario. Alcuni osservatori notavano che Netanyahu sia dedito alla propaganda elettorale, cercando la rielezione ad aprile e quindi dandosi l’immagine da “duro” per rafforzare le credenziali sulla sicurezza nazionale tra gli elettori. Ciò potrebbe in parte essere il piano. Ma sembra che ci sia anche un cambiamento grave nella strategia militare israeliana verso Siria ed Iran. Senza dubbio l’annunciato ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria del presidente Trump gettava i vari attori regionali nel caos. La Russia è emersa come forza militare dominante in Siria e probabilmente nella regione dato il colpo da maestro dell’intervento in Siria per contrastare i nemici stranieri del Paese che intrapresero le operazioni di cambio di regime. Certamente, anche il governo siriano del presidente Bashar al-Assad è emerso con rinnovata fiducia e rispetto nella regione per la formidabile difesa. Gli alleati della Siria, Iran ed Hezbollah. hanno guadagnato immenso rispetto aiutando il Paese arabo a sconfiggere l’asse USA-NATO-Israele-Arabia Saudita e il loro esercito di terroristi.
La paranoia israeliana sulla presenza militare iraniana nella vicina Siria ha visto gli israeliani fare pressioni su Mosca per limitare le forze iraniane. Il mese scorso, secondo quanto riferito, ufficiali russi in Israele avrebbero discusso con le controparti israeliane. Si crede che parte dei colloqui, descritti come “tesi”, fossero appelli da parte degli israeliani alla Russia per dare garanzie su ciò che chiamavano “espansionismo iraniano”. Sembra che Mosca non rispondesse. In questo contesto, sembra che Israele cercasse di affermare disperatamente la propria influenza sugli sviluppi politici e militari in Siria considerati dagli israeliani negativi. Nel tentativo di salvare gli interessi nella fallita guerra segreta per il cambio di regime in Siria, gli israeliani adottano apertamente l’aggressione criminale con una hybris fuori controllo. L’ammissione aperta degli attacchi aerei quotidiani alla Siria dei capi israeliani è un’ammissione di crimini di guerra. Gli attacchi sono aggressione sfrenata e violazione del diritto internazionale. Non possono essere in alcun modo giustificati come “difesea” contro “minacce”. Le forze iraniane ed Hezbollah sono legalmente in Siria su richiesta del governo di Damasco, come lo sono le Forze Armate russe. Solo perché gli israeliani hanno l’ossessione paranoica su Iran e Hezbollah non gli dà alcun motivo legale di lanciare attacchi aerei sulla Siria. Nell’ultima escalation veniva apertamente ammesso dagli israeliani che avevano lanciato i missili. Il 20 gennaio mattina, Israele attaccava Damasco e Siria meridionale presumibilmente contro “obiettivi iraniani”. Poi, di pomeriggio, le forze iraniane lanciarono un razzo a medio raggio da presso Damasco sulle alture del Golan occupate da Israele. Secondo quanto riferito, la difesa aerea israeliana dell’Iron Dome l’intercettava senza incidenti tra gli sciatori israeliani alle pendici del Monte Hermon. Poi, nelle prime ore del 21 gennaio, gli israeliani lanciarono vari missili da crociera su Damasco. Le difese aeree siriane furono avvertite dagli israeliani di “non sparare”. Quando la difesa aerea siriana neutralizzò i missili, gli israeliani si voltarono contro l’Esercito arabo siriano. Secondo quanto riferito, quattro militari siriani rimasero uccisi.
Evidentemente, anche secondo i resoconti ufficiali israeliani, sono gli israeliani ad impegnarsi in ingiustificati attacchi. La presunta “rappresaglia” al missile iraniano sulle alture del Golan è un ossimoro. Ancora più assurdo, i siriani sono avvertiti di non attivare la difesa aerea mentre il loro Paese viene attaccato. Quando la Siria si difende, le sue truppe vengono poi uccise dagli attacchi aerei nemici. E non dimentichiamo, le alture del Golan sono riconosciute a livello internazionale territorio siriano che Israele occupa illegalmente dalla Guerra dei Sei Giorni del 1967. Ancora una volta, l’ipocrisia occidentale si svela apertamente su Israele, ma la Russia viene sanzionata per presunta annessione della Crimea nel 2014. Il comandante dell’Aeronautica Militare iraniana rispose a tali eventi, dicendo che la sua nazione è “pronta alla guerra che distruggerà lo Stato d’ Israele”. Una guerra del genere potrebbe trascinare Stati Uniti e Russia portando all’uso di armi nucleari. Il regime israeliano con le sue 200-300 testate nucleari è sicuramente abbastanza arrogante. Lo sconsiderato scetticismo d’Israele sul diritto internazionale e il suo scherzare coi nemici potrebbero essere solo l’arroganza che precede un crollo catastrofico.

Traduzione di Alessandro Lattanzio