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La Francia pagherà per i suoi test nucleari nell’Oceano Pacifico?

di Sofia Pale - 29/01/2019

La Francia pagherà per i suoi test nucleari nell’Oceano Pacifico?

Fonte: SakerItalia

La Polinesia Francese comprende una moltitudine di isole nel centro dell’Oceano Pacifico che fanno parte della Francia. La più grande e la più famosa di queste è l’isola di Tahiti. Come in altri territori d’“oltremare” che rimangono sotto il dominio francese fin dai tempi coloniali, c’è un forte movimento per l’indipendenza. Gli isolani si infervorano particolarmente con il loro paese madre quando si tratta dei numerosi test nucleari che la Francia ha condotto nella regione nella seconda metà del 20° secolo.

Sulla base dei dati disponibili, durante il periodo dal 1966 al 1998, l’esercito francese eseguì 193 test di armi nucleari negli atolli di Mururoa e Fangataufa, comprese nell’arcipelago delle Tuamotu. È noto al pubblico che 46 test, condotti dal 1966 al 1974, sono stati di natura atmosferica, ovvero le testate nucleari sono state posizionate in torri speciali sulla superficie terrestre, su chiatte in laguna, su aerostati in aria, o sono state sganciate da aerei e fatte detonare in aria. È interessante notare che nel 1963 l’Unione Sovietica, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno firmato il Trattato di Mosca, che ha vietato i test delle armi nucleari nell’atmosfera, sott’acqua e nello spazio, ma la Francia ha scelto di non partecipare a questo accordo.

Gli altri 147 test sono stati eseguiti in sotterraneo dal 1975 al 1998, con detonazioni che hanno avuto luogo in pozzi chiusi da 500 a 1.100 metri di profondità.

Vale la pena ricordare che sia i test nucleari atmosferici che quelli sotterranei sono stati condotti sui due atolli di Mururoa e Fangataufa.

È difficile dire quale approccio sia più dannoso per l’ambiente e per la salute della popolazione. Una detonazione nucleare nell’atmosfera provoca una rapida dispersione di sostanze radioattive su una vasta area, che presto avrà un effetto sul benessere dei residenti che vivono in quest’area. Dopo un test sotterraneo, molti composti dannosi potrebbero rimanere nel pozzo dove è avvenuta la detonazione per un certo numero di anni. Tuttavia, con il passare del tempo, queste sostanze, attraverso varie vie, come le falde acquifere, potrebbero inquinare l’area circostante, e il loro effetto potrebbe essere più duraturo e permanente degli effetti successivi ad una detonazione nell’atmosfera, che diminuiscono gradualmente con l’aiuto di venti e piogge.

In ogni caso, per lungo tempo la leadership francese ha affermato che i test condotti nell’arcipelago delle Tuamotu non hanno avuto alcun effetto sull’ambiente o sui residenti della Polinesia Francese. Tuttavia, anche negli anni ‘60, molti non credevano che ciò fosse vero. Per decenni, i media hanno pubblicato dati sempre più spaventosi sullo stato dell’atollo e sul destino delle persone che si trovavano nelle aree circostanti durante i test nucleari. È stato riferito che i politici francesi e il personale militare di alto rango spesso ignoravano gli avvertimenti degli scienziati sulle conseguenze delle detonazioni nucleari. Di conseguenza, i residenti delle aree vicine non sono stati evacuati, mentre i militari francesi, che hanno effettuato questi test, non hanno avuto accesso agli equipaggiamenti di protezione. Negli anni ‘80 la dirigenza militare francese tentò di convincere il pubblico che possedeva la tecnologia di una “bomba pulita”, ma pochi credevano a tali affermazioni. Anche una finta nuotata fatta dal ministro della Difesa francese Paul Quilès nella laguna dell’atollo di Mururoa 5 ore dopo l’ennesimo test del 1985, non ha aiutato (cosa interessante, è vivo e vegeto al momento).

Alla fine, il governo della Polinesia Francese è riuscito a ricevere una compensazione finanziaria dalla Francia, che effettua pagamenti annuali per i danni causati dai test nucleari. Questo denaro è un contributo significativo al bilancio della Polinesia Francese.

Inoltre, nel 2001 sono state create due organizzazioni in Francia. I loro obiettivi sono dimostrare che il governo francese ha causato danni a un gran numero di persone con i suoi test, e ottenere un risarcimento per queste persone. Queste organizzazioni sono Association des Vétérans des Essais Nucléaires (AVEN, Associazione dei Veterani dei Test Nucleari), che comprende il personale di servizio francese che ha preso parte ai test, e Mururoa e Tatou (Mururoa e Noi), che riunisce i lavoratori dei siti dei test di Mururoa. Per un certo numero di anni questi enti hanno intrapreso una guerra di informazioni contro il governo francese, che ha continuato a sostenere che le esplosioni nella Polinesia Francese non hanno avuto conseguenze gravi.

Alla fine, la Francia è stata costretta ad ammettere ufficialmente che migliaia di persone, tra cui i personale militare coinvolto in test nucleari e i residenti locali, hanno contratto gravi malattie, tra cui quelle oncologiche, a causa dell’esposizione alle radiazioni.

Nel marzo 2009, il ministro della Difesa francese, Hervé Morin, ha dichiarato che complessivamente 150.000 residenti della Polinesia Francese e della Francia sono stati colpiti dai test nucleari francesi. Inoltre, ha informato l’opinione pubblica che il Parlamento francese avrebbe rivisto la legislazione sulla concessione dei pagamenti annuali destinati alle persone colpite da esposizione alle radiazioni. La Francia stanzia per questi esborsi 10 milioni di euro all’anno. E le persone che si trovavano vicino a un sito di test nucleari durante le detonazioni non erano più obbligate a dimostrare che i loro problemi di salute derivavano dagli effetti delle radiazioni. La legge è stata approvata nel 2010, tuttavia, secondo i dati della fine del 2018, solo poche persone sono state in grado di ricevere questo risarcimento a causa della burocrazia. Sulla base di alcune fonti, nella Polinesia Francese il numero di tali individui è equivalente a dozzine. Quindi, le organizzazioni prima menzionate, con il sostegno attivo dell’Assemblea della Polinesia Francese (AFP, il Parlamento locale) hanno continuato a condurre la loro battaglia.

Per quanto riguarda l’AFP, molti dei suoi membri sono sostenitori dell’indipendenza della Polinesia Francese dalla Francia, e il danno subito dalle isole a seguito di test nucleari è ancora un altro asso nella loro manica. L’AFP ha organizzato numerose proteste e campagne d’informazione che chiedevano l’ammissione che la Polinesia francese ha subito danni a causa delle azioni del personale militare francese. Una delle figure chiave di questa lotta è diventata Oscar Temaru, ex Presidente della Polinesia francese, che ha ricoperto questo incarico in cinque occasioni ed è stato il fondatore e leader del partito Fronte per la Liberazione della Polinesia (FLP), attualmente noto come Tavini Huiraatira (Servitore del Popolo).

Nel 2013, il ministero della Difesa francese è stato costretto a rendere pubblici un certo numero di documenti, che sono stati immediatamente diffusi dai media. Questi rapporti forniscono descrizioni dettagliate degli effetti dei test nucleari sull’ambiente dell’intera Polinesia Francese. Ad esempio, i documenti riportano che, dopo una serie di test nucleari, a Tahiti, un’isola al centro della Polinesia Francese situata a più di 1.000 km da Mururoa, si è verificato un aumento dei livelli di radiazioni oltre i limiti di sicurezza, e stiamo parlando di una popolare meta turistica internazionale. Altre isole della Polinesia Francese sono in una situazione simile. Inoltre, i testimoni ricordano che ci sono stati casi in cui le autorità francesi hanno rifiutato di evacuare i residenti da alcune isole polinesiane che si trovavano all’interno della zona di ricaduta.

Nel novembre 2014, l’AFP ha annunciato di essere determinato a chiedere un risarcimento alla Francia per i danni causati all’ambiente della Polinesia Francese, che si stima ammontino ad oltre 1 miliardo di dollari USA.

Nell’ottobre 2018, nella sessione del Comitato delle Nazioni Unite sulla Decolonizzazione a New York, il già citato politico, Oscar Temaru, ha affermato che lui e i suoi alleati avevano avviato un’azione legale contro la Francia presso la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia. La Francia è stata accusata di crimini contro l’umanità.

Lo stesso mese, un tribunale ha deciso di sospendere Oscar Temaru dalle sue funzioni all’interno dell’AFP per un anno, poiché all’improvviso sono state scoperte irregolarità finanziarie fraudolente durante la sua campagna elettorale. Nel novembre 2018, Oscar Temaru è stato incarcerato per 12 ore nel corso di un’indagine per appropriazione indebita di fondi da una società locale che ha sponsorizzato una stazione radio favorevole all’opposizione. Ora, il famoso politico è in attesa di processo, che inizierà nel giugno 2019. I membri del Fronte per la Liberazione della Polinesia affermano che le prove contro Oscar Temaru sono state fabbricate dalle autorità francesi al fine di rovinare la sua reputazione politica.

Indipendentemente dal fatto che queste accuse siano vere o no, qualsiasi attenzione alle questioni connesse ai test nucleari nella Polinesia Francese danneggia la Francia. Quando emergono nuovi fatti sugli eventi emersi, le azioni della Francia nella Polinesia Francese cominciano ad essere sempre più sgradevoli. I crimini legati all’ambiente sono tra i più condannati nella moderna società liberale europea. E il fatto che la Francia abbia scelto il suo territorio d’“oltremare” nell’Oceano Pacifico per i suoi test nucleari, e non abbia adottato le necessarie misure di sicurezza per proteggere i residenti locali, potrebbe essere legato a fatti ancora più deplorevoli, come il colonialismo e il razzismo.

Quindi la Francia, a lungo considerata un baluardo dei valori europei come la tolleranza e il multiculturalismo, molto probabilmente farà tutto ciò che è in suo potere per ridurre le tensioni che circondano Mururoa, Fangataufa e il suo programma nucleare, tra l’altro mettendo in secondo piano politici come Oscar Temaru.

Inoltre, è importante per la Francia smorzare l’umore separatista nella Polinesia Francese per non perdere il dominio sugli atolli di Mururoa e Fangataufa. Dopotutto, al fine di valutare con precisione le conseguenze ambientali dei test nucleari francesi nella Polinesia Francese e la potenziale minaccia per le future generazioni di polinesiani, gli scienziati devono condurre ricerche negli atolli maledetti. Hanno bisogno di determinare le quantità di sostanze nocive rimaste sottoterra, e di trovare possibili percorsi che questi composti potrebbero utilizzare per diffondersi da questi due atolli al resto della regione. Alcuni pensano anche che le detonazioni sotterranee potrebbero aver provocato la comparsa di crepe, che potrebbero collegare i pozzi dove sono stati condotti i test con l’oceano. Tuttavia, gli scienziati non sono stati in grado di accedere a Mururoa e Fangataufa da quando la Francia ha ratificato il Trattato sulla Messa al Bando Totale degli Esperimenti Nucleari (CTBT) nel 1998. I siti di test nucleari sono stati quindi sigillati e protetti da personale di sicurezza armato che non consente a scienziati e dipendenti di organizzazioni di raggiungere queste aree.

Vari esperti hanno, in numerose occasioni, espresso il parere che la riluttanza della Francia a consentire ai ricercatori di accedere a questi siti di test chiusi sia uno dei motivi per cui la Francia sta cercando di mantenere la Polinesia Francese nel suo dominio.

È noto che mantenere queste isole sotto il controllo della Francia è una spesa significativa per il bilancio francese. La regione è incapace di sostenersi anche attraverso il turismo, che rappresenta il 25% del PIL della Polinesia Francese ed è un settore economico chiave per la nazione. Parigi è costretta a spendere miliardi di euro nella Polinesia Francese, motivo per cui le richieste della sua indipendenza riecheggiano periodicamente persino nella stessa Francia.

Inoltre, i sostenitori dell’indipendenza che vivono nella Polinesia Francese pensano che la Francia sia responsabile dei problemi economici della regione, in quanto impedisce lo sviluppo delle imprese locali e fissa dazi elevati sulle merci importate ed esportate. I membri delle forze che si oppongono al dominio francese credono che la nazione madre usi tali mezzi per rallentare artificialmente lo sviluppo economico della Polinesia Francese per timore che, guadagnando l’indipendenza finanziaria, la regione raggiunga immediatamente la libertà politica. Quindi la Francia perderà il controllo su Moruroa e Fangataufa, e qualunque segreto nascosto in questi atolli sarà rivelato dai media mondiali.

Ora che il caso è stato portato alla Corte Internazionale di Giustizia, la Francia dovrà fare del suo meglio per mantenere il controllo della Polinesia Francese. Se l’AFP stima i danni causati dai test nucleari ad 1 miliardo di dollari, allora, molto probabilmente, la Francia pagherà questa somma. D’ora in poi, la Francia probabilmente inizierà ad effettuare i pagamenti compensativi dovuti ai veterani colpiti dai test nucleari e ai residenti della Polinesia francese, in conformità con la legge del 2010, con uno sforzo molto maggiore. Tuttavia, non è sicuro se queste misure aiuteranno la Francia, poiché questo tema ha già acquisito notorietà a livello mondiale. Per troppo tempo, la Francia ha ignorato le richieste delle persone che hanno sofferto a causa di test nucleari. Forse se avesse iniziato a fare generosi pagamenti compensativi a questi individui diversi anni prima, non ci sarebbe stata una causa legale contro la Francia all’Aia. Allo stato attuale, la comunità globale dovrà fare una valutazione legale e ambientale delle azioni intraprese dalla Francia dal 1966 al 1998. E non si può escludere che presto la Francia non solo perderà il controllo sulla Polinesia Francese, ma anche la sua reputazione.

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Articolo di Sofia Pale pubblicato su New Eastern Outlook il 28 gennaio 2019
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.