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Globalismo o sovranismo

di Mario Porrini - 03/02/2019

Globalismo o sovranismo

Fonte: Italicum


Nella galassia globalista convivono tutta una serie di gruppi o movimenti, di estrazione culturale ed ideologica apparentemente molto diverse tra loro.
Una parte importante di questo fronte è formata dalla destra ultraliberista, dai settori bancari e finanziari internazionali e dai grandi gruppi industriali che mirano all’abbattimento delle frontiere ed al libero scambio delle merci senza alcun tipo di ostacolo o di vincolo. Gli stati nazionali rappresentano delle sovrastrutture da abbattere proprio perché limitano questa libertà. È il mercato a dover decidere, in tutta libertà, in quale luogo trasferire la produzione sulla base dei minori costi della stessa. Il piano di favorire in tutti i modi l’immigrazione di massa, è finalizzato a far crescere in modo esponenziale l’offerta di lavoro con conseguente riduzione dei salari ed abbattimento vertiginoso dei costi. Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda il business dell’accoglienza che rappresenta una fonte di guadagno di dimensioni colossali.
L’altra frangia molto attiva di questo fronte è rappresentata dalla Sinistra, da quella moderata e liberal a quella più radicale. La comune visione del mondo materialistica rappresenta l’anello di congiunzione con quella destra liberista che fino al secolo scorso era considerato il nemico da abbattere. Questi post-marxisti, che della dottrina del filosofo tedesco hanno conservato soltanto la vocazione all’internazionalismo, hanno messo da parte ogni velleità di difesa dei lavoratori - che vivono in una condizione di crescente precariato con salari sempre più inadeguati – concentrando le loro battaglie sull’accoglienza indiscriminata degli immigrati, in appoggio dei movimenti LGBT, delle femministe, attaccando l’uomo in quanto tale, con lo scopo palese di svirilizzarlo. Il loro fine è  quello di distruggere qualsiasi retaggio riguardo la nazione. La Sinistra e la Destra hanno uno scopo comune: la distruzione del concetto di Patria. Con le menti offuscate dall’odio per la nazione, i militanti della Sinistra estrema, che si autodefiniscono No – Global, non comprendono come in realtà svolgano la funzione di braccio armato di quei centri di poteri finanziari che, a parole, sostengono di combattere aggredendo anche fisicamente partiti e movimenti cosiddetti sovranisti. Senza contare che le “culture” importate da quell’immigrazione che strenuamente sostengono, non guardano certamente con favore alle battaglie per l’emancipazione della donna, per matrimoni gay  e tutto ciò che gira intorno ai  mondo LGBT.
La Chiesa Cattolica rappresenta un altro grande alleato dei fautori della globalizzazione. Per la sua pretesa universalità, concetti come nazione, popolo, sono inconciliabili con la sua  visione dell’uomo, considerato solo ed esclusivamente come individuo, atomo senza legami che dialoga con il suo dio attraverso il clero. Sempre più appiattita su posizioni della Sinistra liberal, lancia slogan che sembrano suggeriti da Soros in persona. Bergoglio, che non dimostra di possedere quello spessore culturale e  teologico, che ci si aspetterebbe da un gesuita, snocciola ossessivamente due frasi in croce, riguardo l’accoglienza con una frequenza ed una ripetitività tali che la gente non capisce più se si tratti dell’ultima, della penultima o della terzultima esternazione. Incapace di una pulizia all’interno dell’istituzione che governa, specialmente per ciò che riguarda l’aspetto gravissimo degli abusi sessuali, questo papa si dimostra interessato soltanto a favorire l’immigrazione dalla quale, peraltro, la Chiesa ricava dallo Stato italiano un fiume di milioni. Le improvvise ed inspiegabili dimissioni di Benedetto XVI con la conseguente ascesa al soglio pontificio di Bergoglio fanno nascere il sospetto che si sia trattato di un vero e proprio complotto orchestrato da chi ha il potere di chiudere i rubinetti economici e finanziari ricattando uno stato, tutto sommato indifeso, come quello pontificio.
Naturalmente, affinché il piano di trasformare il pianeta in un grande mercato di consumatori omologati e senza differenze, c’è bisogno che i popoli non si oppongono alla loro disgregazione ed anzi si convincano di essere favorevoli. Per ottenere il loro consenso c’è bisogno di una corte di giornalisti ed opinionisti prezzolati che si comportino da imbonitori una sorta di nuovo clero, come lo definiva il filosofo marxista Costanzo Preve,  “che celebra, con cadenza quotidiana, le virtù onnipotenti del nuovo dio della società del mercato idolatrico, deregolamentato e cosmopolitico, apolide e senza frontiere”. Questa omelia liberista è ripetuta quotidianamente su tutti i media che nella quasi totalità sono nelle mani dei poteri finanziari.  Se vuoi lavorare e questo vale anche per il mondo dello spettacolo “ti devi vendere!”
Tuttavia qualcosa sembra cambiare. La corsa irrefrenabile verso il globalismo sembra aver ricevuto qualche battuta d’arresto.  La gente, in molti paesi europei, ha dimostrato di non credere più fideisticamente a quanto raccontano i media e certi meccanismi, che sembravano ben oleati, in qualche caso si sono inceppa ti. Non lasciamoci scappare questa occasione di far crollare tutto il sistema!