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Un sogno: far uscire l'Africa dalla crisi e darle un destino africano. Contro il neoschiavismo pseudoumanitario

di Serge Latouche - 12/03/2019

Un sogno: far uscire l'Africa dalla crisi e darle un destino africano. Contro il neoschiavismo pseudoumanitario

Fonte: Serge Latouche

C’è una lezione dell’esperienza africana della società vernacolare che può servire anche per tutti coloro che sono impiegati in imprese alternative.

La nostra riflessione conduce alla realizzazione di una coerenza globale dell’insieme delle innovazioni alternative: cooperative autogestite, comunità neo-rurali, LETS (Local Exchange Trade Systems) e SEL (Systémes d’Echange Locaux), auto-organizzazione degli esclusi al Sud. Queste esperienze ci interessano soprattutto in quanto forme di resistenza e di dissidenza al processo di crescita e potenziamento dell’omnimercificazione del mondo. Il pericolo della maggior parte delle iniziative alternative volontarie è, infatti, di rinchiudersi nella fortezza che ha permesso loro di nascere e svilupparsi invece di lavorare alla costruzione e al rafforzamento di una nicchia. La “fortezza” è un concetto di strategia militare di conquista e di aggressione, legata alla nazionalità economica dominante.

Ciò che può fare vivere l’impresa alternativa è piuttosto la nicchia, un concetto ecologico molto più vicino all’antica prudenza (la phronesis di Aristotele) e a una concezione sociale dell’efficacia, estranea all’efficienza economica. L’impresa alternativa sopravvive in un contesto che è e deve essere diverso dal mercato mondializzato.

E’ questo contesto dissidente che occorre definire, proteggere, mantenere, rinforzare e sviluppare per la resistenza. Invece di battersi disperatamente per conservare la propria fortezza all’interno del mercato mondiale, occorre militare per ingrandire e approfondire la nicchia a margine dell’economia globale. Riuscire a imporre i prodotti del commercio equo-solidale o dell’agricoltura biologica sugli scaffali dei supermercati, a fianco dei prodotti “non equi” o “anti-biologici” non è un obbiettivo in sé. Va inscritto più in una strategia di fortezza che nell’ottica del rafforzamento della nicchia.

E’ più importante assicurarsi del carattere equo della totalità del processo, dal trasporto alla commercializzazione, cosa che esclude in prima battuta il supermercato e allarga il tessuto organizzativo. L’estensione e l’approfondimento della rete di complicità è il segreto di riuscita e deve essere la preoccupazione principale di queste imprese. I Consum-attori (consumatori e cittadini) non sono che un elemento di un insieme che deve essere articolato: SEL, produttori alternativi, neo-rurali, movimenti associativi impegnati su questa strada. E’ questa coerenza che rappresenta vera alternativa al sistema. Si tratta di coordinare la protesta sociale con la protesta ecologica, con la solidarietà verso gli esclusi del Nord e del Sud, tramite tutte le iniziative per articolare la resistenza e la dissidenza e per sfociare, in fine, in una società autonoma. Non si tratta di concepire la “nicchia” come un’oasi conviviale nel deserto umano del mercato mondiale, ma come un organismo in crescita che fa arretrare il deserto