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L'Italia guida chi in Ue vuole riabilitare Assad

di Andrea Prada Bianchi - 17/03/2019

L'Italia guida chi in Ue vuole riabilitare Assad

Fonte: Lettera 43

Tra le varie questioni che dividono i Paesi dell'Ue se ne sta aggiungendo una che potrebbe pesare sulle prossime elezioni europee: la riabilitazione di Bashar al Assad. Come riporta il magazine Foreign Policy, nel Vecchio Continente l'Italia si sta rivelando come il più acceso sostenitore del dittatore e il più fermo oppositore alle sanzioni contro il regime. Roma, almeno a porte chiuse, spinge per una riapertura a Damasco, messa in ginocchio da otto anni di conflitto,insieme ad altri governi populisti come quelli di Polonia, Austria e Ungheria. Francia, Germania e Regno Unito (ancora formalmente nell'Ue), invece, conducono la schiera di chi vuole mantenere una posizione dura. I motivi che spingono alla "pace" con il regime sarebbero alemeno due: poter partecipare alla ricostruzione della Siria e fare in futuro accordi bilaterali per il rimpatrio di migranti siriani. Una sorta di ricompensa che arriverebbe da Damasco in cambio dell'apertura.

LE TAPPE DEL RIAVVICINAMENTO TRA ROMA E DAMASCO

Il tentativo di riallacciare i rapporti tra Italia e Siria risale almeno all'inizio del 2018. Nel febbraio di quell'anno il capo dell'intelligence siriana Ali Mamlouk è volato in segreto a Roma per un incontro con i vertici dei servizi italiani (in particolare l'Aise). Con l'insediamento del governo gialloverde e la sempre maggior certezza di una vittoria finale del regime sui 'ribelli', il tentativo di riavvicinamento è diventato più palese. A fine novembre 2018, il ministro degli Esteri Enzo Maovero Milanesi ha detto che il presidente siriano Assad potrà «essere ancora un interlocutore» in Siria. L'11 gennaio, il titolare della Farnesinaha dichiarato di lavorare «per valutare se e in che tempi sia necessario riaprire l'ambasciata in Siria».

LA CONFERENZA SULLA SIRIA A BRUXELLES

L'Italia ha firmato insieme agli altri Paesi europei l'inasprimento delle sanzioni a gennaio 2019 ma potrebbe presto tornare sui suoi passi, probabilmente cercando il favore di cancellerie come quelle di Polonia, Austria e Ungheria. L'occasione per portare avanti una trattativa è la terza Conferenza sulla Siria a Bruxelles – organizzata per raccogliere aiuti umanitari e finanziamenti - che si tiene dal 12 al 14 marzo. Alla Conferenza, co-presieduta dall'Unione europea con le Nazioni Unite, si attende la partecipazione di 85 delegazioni provenienti da tutto il mondo. Nella tre giorni di lavori è prevista anche una parte dedicata alle riunioni dei ministri per una transizione politica verso la pace con la partecipazione, tra gli altri, dell'Alto rappresentante dell'Ue Federica Mogherini, dei commissari al Vicinato Johannes Hahn e agli Aiuti umanitari Christos Stylianides. Non è escluso che tra i partecipanti si possa parlare, magari ancora a bassa voce, di riabilitazione e ricostruzione.