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Perché in Ucraina ha vinto il comico Zelensky

di Roberto Vivaldelli - 22/04/2019

Perché in Ucraina ha vinto il comico Zelensky

Fonte: Gli occhi della guerra

Come ampiamente previsto dai sondaggi, che lo davano come favorito indiscusso, l’attore Volodymyr Zelensky è il nuovo presidente dell’Ucraina con il 73% dei consensi. Zelensky, 41 anni, alla prima esperienza in politica,  famoso grazie al programma televisivo Servant of the People, che ha dato il nome anche alla sua formazione politica, ha sbaragliato al ballottaggio il Presidente uscente Petro Poroshenko, fermo al 25% dei consensi.
Una vittoria netta che è arrivata grazie allo status di “outsider” , unito a una posizione anti-élite e a una strategia efficace sui social media, che lo hanno aiutato ad attirare gli elettori (in particolare i giovani) particolarmente scontenti e delusi del governo del Presidente Poroshenko. Al fine di colmare la sua totale inesperienza, il giovane comico ha reclutato l’ex ministro delle finanze Oleksandr Danylyuk e l’ex ministro dell’Economia Aivaras Abromavicius come suoi consiglieri, entrambi ex membri del governo guidato dal Primo ministro Volodymyr Borysovych Groysman.
“Non vi deluderò”. Queste le sue prime parole da presidente mentre Poroshenko ha ammesso, già dopo la pubblicazione degli exit poll, la sconfitta: “Lascio l’ufficio della presidenza, ma non la politica”.
Sfide difficili per Zelensky: l’economia è un disastro e la corruzione dilaga
Zelensky ha pubblicato un video messaggio diretto ai suoi sostenitori dalla sua pagina Facebook: “Voglio ringraziare tutti voi per essere stati con noi tutti questi quattro mesi”, ha spiegato. “E la cosa più importante che abbiamo fatto: abbiamo unito l’Ucraina, abbiamo unito le nostre vite, abbiamo unito la nostra gente”, ha ribadito Zelensky.
Il nuovo Presidente dell’Ucraina, tuttavia, eredita una situazione non facile, dilaniato dalla guerra nel Donbass e da una situazione economica molto complicata. Nel dicembre 2018, il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha approvato un ulteriore prestito di 3,9 miliardi di dollari per l’Ucraina al fine di stabilizzare l’economia. Il Fondo ha quindi avvertito Kiev che sono necessari ulteriori progressi “nelle riforme sull’anticorruzione e nelle privatizzazioni per attirare gli investimenti e migliorare il clima degli affari”.
A gennaio, il rapporto nazionale del Fondo sull’Ucraina ha dichiarato che “gli sforzi per creare un’economia più dinamica, aperta e competitiva non sono all’altezza delle aspettative e l’economia deve ancora affrontare sfide importanti”.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale, l’Ucraina è diventata il paese più povero d’Europa in termini di Pil pro capite, anche più povero della Moldavia. Almeno due milioni di ucraini si sono trasferiti in Europa per cercare lavoro. Il ministro delle finanze ha stimato che al suo attuale tasso di crescita, l’economia ucraina impiegherà 50 anni per raggiungere la Polonia.

Così ha sbaragliato Petro Poroshenko
Zelensky, che qualcuno ha paragonato a Beppe Grillo, è salito al potere in Ucraina sull’onda della disillusione per l’incapacità di Poroshenko di affrontare la corruzione e a fronte di una netta diminuzione degli standard di vita in Ucraina negli ultimi cinque anni. La sua campagna è stata costruita sulla promessa di abbattere un sistema di potere corrotto e oligarchico, un’élite di cui Petro Poroshenko è espressione.
L’ultimo dibattito, svoltosi in pompa magna allo stadio olimpico di Kiev, ha suggellato la leadership di Zelensky, nonostante i tentativi di Poroshenko di ritrarre il suo avversario come un burattino di Mosca e dell’oligarca Igor Kolomoysky. Se la sua vittoria risulta ampiamente annunciata dai sondaggi, dal Cremlino a Washington passando per Bruxelles ci si chiede quale sarà il futuro dell’Ucraina e, soprattutto, quale sarà la politica estera del nuovo Presidente. Cercherà, come molti auspicano, di dialogare con Mosca dopo gli anni difficili di Poroshenko e degli ultra-nazionalisti e di trovare una soluzione alla guerra nel Donbass?

Una nuova speranza contro la corruzione?
Come osserva Foreign Affairs, Zelensky ha letto l’umore dell’opinione pubblica meglio di qualsiasi altro candidato. Gli ucraini hanno i più bassi indici di fiducia nel loro governo nel mondo e hanno costantemente dichiarato ai sondaggisti di volere nuovi volti al potere e una vera lotta alla corruzione. Vogliono un presidente pulito, capace di portare a progressi rapidi. È così che l’attore ha vinto.
L’immagine è perfetta. In televisione, Zelensky interpreta un presidente che vive con i suoi genitori in un normale condominio, va in bicicletta e combatte gli oligarchi. Nella vita reale, Volodymyr Zelensky si è impegnato a promuovere l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, a rimuovere l’immunità parlamentare dai procedimenti giudiziari e a sostenere le istituzioni anticorruzione dell’Ucraina.
Da questo punto di vista, tuttavia, deve chiarire il suo rapporto discusso con il famigerato oligarca Ihor Kolomoisky, che possiede 1 + 1, il canale televisivo che trasmette i suoi spettacolo. Kolomoisky e Poroshenko divennero acerrimi rivali dopo che il presidente nazionalizzò la PrivatBank di Kolomoisky alla fine del 2016.

Zelensky e il futuro dell’Ucraina
Se Petro Poroshenko ha puntato tutto sul sentimento nazionalista e sull’adesione di Kiev alla Nato e all’Unione europea, Zelensky è parso più moderato e intenzionato a sottolineare le questioni interne del Paese e più care alla stragrande maggioranza degli elettori. Sebbene Zelensky abbia espresso il sostegno all’integrazione del Paese sia nell’Ue che nella Nato come obiettivi a lungo termine, ha promesso di indire un referendum su quest’ultimo punto, probabilmente per attirare gli elettori con simpatie filo-russe.
Da Mosca, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha commentato i risultati delle elezioni ucraine affermando che i cittadini del Paese hanno mostrato il loro desiderio di cambiamenti politici, sia interni che esteri. “Ora tocca ai nuovi vertici dell’Ucraina capire e attuare le aspirazioni degli elettori”, ha aggiunto Lavrov. Zelensky, dal canto suo, si è impegnato a “rinvigorire gli Accordi di Minsk per porre fine alla guerra nel Donbass”. Ma il nuovo presidente rimane un’incognita su molti fronti, soprattutto per ciò che riguarda i rapporti con Mosca.