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L’Impero statunitense e le sue inavvedute minacce all'Iran

di Luciano Lago - 23/04/2019

L’Impero statunitense e le sue inavvedute minacce all'Iran

Fonte: Controinformazione

 

Dal fanatismo messianico dei neocon che guidano la politica estera degli USA ci si poteva aspettare di tutto, minacce contro paesi ed Istituzioni, sanzioni economiche, violazione di qualunque trattato internazionale, sobillazione in vari paesi del modo, operazioni occulte della CIA e molto altro.
Non era facile però indovinare a quale livello di stupidità e di spericolatezza potessero arrivare i neocon dell’Amministrazione Trump, nella loro ossessione anti-iraniana, intimando alla Cina ed all’India, i due maggiori e più popolosi paesi dell’Asia e del mondo, di non commerciare il petrolio con l’Iran. 
In questo caso avviene che gli Stati Uniti stanno decretando in tutto il mondo con questa azione che sono gli Stati Uniti, e soltanto gli Stati Uniti a decidere chi può commerciare con chi. 
In sostanza gli Stati Uniti stanno indicando alla Cina, la seconda economia più grande del mondo con un miliardo e 300 milioni di persone, come anche all’India con oltre un miliardo di persone, che loro non avrebbero, secondo Trump, l’autorità sovrana per acquistare petrolio dall’Iran e commerciare con quel paese se vogliono farlo.
In pratica gli Stati Uniti si arrogano il diritto di porsi unilateralmente a capo delle decisioni commerciali di paesi stranieri, indicano che la sovranità nazionale non esiste praticamente in nessuna parte del pianeta, che le regole del diritto internazionale non valgono per loro, che la stessa carta delle Nazioni Unite equivale a carta straccia. Esiste soltanto un Impero nel mondo a cui tutti devono tributare obbedienza. L’Impero dei Gangster non è diverso da questo.

La banda dei quattro delle leadership USA


Gli effetti di una simile posizione di arroganza sono facili da prevedere. Se ci sono le nazioni vassalle dell’Impero USA, come ad esempio i paesi europei (inclusi i governi guidati attualmente dai finti “sovranisti”) e buona parte dei paesi latino americani, questi si affretteranno ad obbedire senza discutere per il timore di incorrere nelle sanzioni americane, ma trattando con paesi di antica e consolidata civiltà come la Cina, la seconda superpotenza del pianeta, non c’è dubbio che Pechino saprà dare la risposta giusta agli impialisti nordamericani fornendo anche una lezione di diritto internazionale e di sovranità nazionale (reale e non fittizia).
D’altra parte la Cina deve tenere in conto la propria opinione pubblica interna e, sostenendo il suo diritto di acquistare petrolio da qualsiasi paese che desidera, si trova in una posizione incontestabile sotto ogni punto di vista, rappresentando peraltro l’unica posizione che può avere uno stato veramente sovrano e che si pone di esempio di fronte al mondo. 
Arrivati a questo punto l’Impero USA, che non è oggi in grado di fare la guerra alla Cina, alla Russia ed altri paesi sovrani (non per finzione) che rifiutano di assoggettarsi ai diktat di Washington, come l’India, la Turchia e persino l’Iraq sciita, si troverà a subire l’effetto boomerang delle sue stesse decisioni con possibili defezioni anche di altri paesi, fra i suoi stessi alleati, che non sopporteranno più le evidenti violazioni delle leggi internazionali attuate da Washington. 
Sembra evidente che la decisione dell’Amministrazione Trump non è altro che una azione di forza attuata in vista di una operazione bellica contro l’Iran ed è progettata in primis per favorire le richieste della lobby sionista e nello stesso tempo per consolidare il dominio imperiale americano. Questa è una azione fatta anche per contrastare la fase di stanca e di declino che l’Impero oggi attraversa dopo le sconfitte subite dal Medio Oriente e in Asia (Afghanistan) e riguadagnare influenza, contrastando l’espansione russa e cinese. 
Mentre scriviamo è già arrivata la prima risposta dalla Cina: Il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, ha dichiarato che gli Stati Uniti operano al di fuori della propria giurisdizione nell’imporre unilateralmente le sanzioni. Ha detto inoltre che le normali interazioni tra l’Iran e altri paesi sono “ragionevoli e lecite” e meritevoli di rispetto e protezione.
“Le azioni rilevanti degli Stati Uniti intensificheranno anche le turbolenze nel Medio Oriente e nel mercato internazionale dell’energia”, ha proseguito Geng.

“Esortiamo gli Stati Uniti a svolgere un ruolo costruttivo in modo responsabile, invece del contrario. Inoltre, abbiamo già presentato denunce contro gli Stati Uniti in merito”, ha affermato.

Cina e Russia rinsaldano alleanza

Geng ha detto che la Cina lavorerà per salvaguardare gli interessi delle sue aziende, riflettendo il suo desiderio di proteggere i mercati esteri mentre persegue la sua massiccia iniziativa infrastrutturale “Belt-and-Road”.
Questa risposta conferma quanto da noi preventivato e rappresenta il primo fermo Alt alle intimazioni di Washington da parte della dirigenza di Pechino.

La miopia e la mancanza di diplomazia e tatto della leadership USA in questa fase sono talmente evidenti da far scrivere a molti osservatori ed analisti internazionali che la fase di declino e di perdita di influenza degli Stati Uniti sul mondo non può che essere accelerata da queste improvvide decisioni che avranno l’effetto opposto a quello che la leaderschip di Washington si proponeva. Una sempre più marcata presa di distanza dai grandi paesi come Cina, Russia, India che segneranno la fine dell’Ordine Globale dominato dagli USA e l’avvio ormai ineluttabile di un nuovo ordine multipolare che dovrà raggiungere un suo equilibrio con o senza la superpotenza nordamericana.