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Guerra all'Iran: si comincia con una fake news

di Maurizio Blondet - 12/05/2019

Guerra all'Iran: si comincia con una fake news

Fonte: Maurizio Blondet

dal Giornale:

“Tra l’Iran e Al Qaida vi è da anni una solida alleanza”

L’alleanza tra Iran e Al Qaida sarebbe iniziata negli anni dei conflitti interetnici nell’ex Jugoslavia

Un ex membro delle forze armate iraniane ha in questi giorni denunciato l’esistenza di solidi legami” tra Teheran e Al Qaida. Said Qasemi, ex portavoce dei Guardiani della rivoluzione khomeinista, è stato di recente intervistato dall’emittente di Dubai Al Arabiya e ha affermato che il sodalizio tra il regime degli ayatollah e la sigla fondata da Osama bin Laden si sarebbe costituito negli anni Novanta, durante i conflitti interetnici nell’allora Jugoslavia. Nel corso di tali guerre civili, le autorità del Paese asiatico avrebbero fornito documenti contraffatti, denaro e addestramento militare ai seguaci dello “sceicco del terrore”, allora impegnati nei Balcani ad affiancare le milizie musulmane bosniache contro i nazionalisti serbi e croati.

Terminate le guerre jugoslave, i legami tra la repubblica islamica e Al Qaida sarebbero però proseguiti e l’Iran avrebbe di conseguenza acquisito un ruolo di primo piano nella promozione del fondamentalismo a livello globale. Di conseguenza, secondo le testimonianze di Qasemi, l’organizzazione estremista riuscirebbe al giorno d’oggi a sopravvivere sul piano economico e organizzativo grazie al sostegno cruciale offerto dalla nazione degli ayatollah.

Attualmente, i seguaci di bin Laden, sempre a detta dell’ex portavoce dei pasdaran, verrebbero addestrati nelle tecniche militari all’interno di una base segreta dell’esercito di Teheran situata a Lavizan, un sobborgo della capitale del Paese asiatico. Lì, gli ufficiali delle forze armate iraniane fornirebbero ai miliziani qaidisti le competenze per predisporre efficaci piani terroristici e per fabbricare esplosivi dalla potenza estrema. La Banca centrale della repubblica islamica provvederebbe quindi a rifornire costantemente la cellula estremista delle risorse economiche necessarie ad architettare attentati da perpetrare in molteplici aree del globo, dal subcontinente indiano al Mediterraneo e dalle Filippine agli Stati Uniti.

I membri della sigla fondamentalista verrebbero inoltre dotati dalle autorità di Teheran, al fine di eludere i controlli anti-terrorismo messi in piedi dai governi di mezzo mondo, di “falsi documenti della Mezzaluna rossa iraniana”. Sempre in base alla affermazioni di Qasemi, non sarebbero però soltanto i seguaci di bin Laden a usufruire del sostegno del Paese degli ayatollah.

Denaro e istruzione nella preparazione di attentati verrebbero infatti elargiti dalla nazione sciita anche a “membri di Hamas, affiliati a Hezbollah, guerriglieri talebani, esponenti del cartello della droga messicano Los Zetas, ufficiali dei servizi segreti cubani e venezuelani”.

L’ex portavoce dei pasdaran ha poi chiarito le ragioni alla base dell’alleanza apparentemente innaturale tra l’Iran sciita e la sigla sunnita fondata da bin Laden. A detta di Qasemi, tale sodalizio presenterebbe vantaggi per entrambe le parti, poiché Al Qaida godrebbe di un costante rifornimento di soldi e documenti contraffatti, mentre la repubblica degli ayatollah, quale contraccambio, resterebbe al riparo dai piani stragisti dell’organizzazione terroristica.

Secondo la stessa Al Arabiya, le informazioni fornite dal soggetto intervistato confermerebbero la tesi esposta alla fine del 2018 dal governo Usa. Il dipartimento di Stato federale, nel suo ultimo Country Reports on Terrorism, aveva infatti denunciato la collaborazione offerta da Teheran ai qaidisti nella pianificazione di operazioni omicide destinate a essere effettuate in tutto il mondo.

Le asserzioni di Qasemi sono state però immediatamente giudicate “non credibili” dal think-tank con sede a WashingtonD.C. New America. L’istituto di ricerca ha appunto negato l’esistenza di una sinergia tra la nazione asiatica e la sigla terroristica e, a sostegno della propria tesi, ha sottolineato l’impegno profuso dalle forze armate di Teheran nel contrastare l’avanzata delle formazioni islamiste durante le recenti guerre civili in Iraq e Siria.

UN FALSO PLATEALE:  Al Qaeda, wahabita e salafita è nemico mortalòe dell?Iran sciita.   Non solo, è notoriamente una formazione che in Siria è stata armataa e addestrata dalla Cia, pagata da Ryiad, e scatenata per battere gli iraniani ed Hezbollah che sostengono Damasco.

Ben poco credibile il testimone:

Saeed Qassemi, un generale in pensione dell’IRGC, è un ultraconservatore schietto, famoso per i suoi attacchi al vetriolo contro l’ex presidente riformista Mohammad Khatami e per l’incombente presidente “moderato” Hassan Rouhani. Ed  ha fatto le sue rivelazioni  –  aver visitato la Bosnia negli anni ’90 per addestrare combattenti bosniaci musulmani contro i serbi mentre indossava l’uniforme della Mezzaluna Rossa iraniana, fingendosi dunque in misisone umantaria –    in un’intervista al canale Internet approvato dallo stato, Aparat. Insomma un oposotore “nel sistema”, forse anche pazzoide-.
Il portavoce dell’IRGC, Ramazan Sharif che ha respinto le osservazioni di Qassemi, ha dichiarato: “Le osservazioni di Saeed Qassemi, che per un po ‘sono state volontariamente in Bosnia e si sono ritirate molto tempo fa, sono le sue opinioni personali, prive di credibilità e non condivise dall’IRGC”, secondo ISNA.

Nessun rilievo invece a proposito dell’altisismo dirigente della gueradie rivoluzionarie che avrebbbe disertato con molti documenbti e segreti che sta rivelando agli USA.

Si tratterebbe del  generale di brigata Ali Nasiri, capo dell’ufficio per la protezione del corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche sia fuggito in Occidente  in seguito a uno scontro  con il rappresentante del capo supremo dell’IRGC.

Giovedì 11 aprile, durante un incontro tra i funzionari dell’intelligence dell’IRGC, Nasiri e Hossein Taeb, il rappresentante del Leader supremo dell’IRGC sarebbero alle  mani.  I giorni seguenti, quando Nasiri non si è presentato al lavoro, è stato rivelato che aveva effettivamente lasciato il paese.

Nasiri, già comandante dell’unità Seyyed al-Shohada delle guardie nella provincia di Teheran, è stato nominato nel 2017 dal generale maggiore Mohammad Ali Jafari, comandante in capo del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche.  Il sito web dell’agenzia di stampa Al-Mayadin, affiliata agli Hezbollah libanesi, ha pubblicato le notizie senza molti dettagli sabato 13 aprile, ma l’ha rimosso solo dopo mezz’ora.

Teheran ha sostanzialmente confermato: “Una fonte interna al regime ha dichiarato ai media iraniani: “A seguito della fuga di documenti e informazioni riservate a Israele e Stati Uniti riguardo al programma nucleare iraniano e alle basi missilistiche segrete, Mohammad Ali Jafari, comandante in capo dell’IRGC, ha   licenziato  Ali Nasiri, comandante della sicurezza dell’IRGC. “

Bolton, ha discusso dell’Iran in sede insolita: la CIA

“La NBC ha rivelato che il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton ha convocato quella che è stata descritta come una riunione “molto insolita” presso il quartier generale della CIA per discutere l’Iran tra i principali consulenti di intelligence, diplomatici e militari. Di solito simili riunioni si dovrebbero tenere nella Situation Room della Casa Bianca.

“Il  modo  fuori dagli  schemi procedurali  ha fatto pensare  agli’interventi diretti della   Casa Bianca di Bush-Cheney lla Casa Bianca   sull’intelligence precedenti all’invasione del 2003,  quando il Vicepresidente Cheney e il suo staff  e i suoi addetti hanno fatto  più visite personali al quartier generale della CIA e al Pentagono per  spingere gli analisti Intel a conformarsi a una “narrativa”  da   lui preferita”.

L’incontro si è tenuto alle 7 del mattino di lunedì 29 aprile, e ha incluso il direttore della CIA Gina Haspel, il segretario alla Difesa facente funzione Patrick Shanahan, il presidente del Joint Chiefs of Staff Gen. Joe Dunford, il segretario di stato Mike Pompeo e il direttore dell’intelligence nazionale Dan Coats, hanno detto cinque funzionari, “ha riferito la NBC .

Tali rari incontri presso la sede della CIA potrebbero comportare briefing su “azioni segrete altamente sensibili” o un altro scenario potrebbe comportare un profondo disaccordo ai massimi livelli su ciò che l’intelligenza effettivamente mostra.

Mike D’Andrea

Come parte del suo rapporto, la NBC ha identificato “un funzionario dell’intelligence esperto, Mike D’Andrea“, che supervisionava le operazioni dell’Iran della CIA, che in precedenza aveva contribuito a condurre la caccia agli operativi di bin Laden e al-Qaeda…. “quel” Bin Laden che hanno ucciso ad Abbottabad (Pakistan)= e poi sepolto in mare secondo il noto rito islamico….

Soprattutto,  ha  supervisionato la campagna di droni americani che ha ucciso migliaia di militanti islamici e centinaia di civili.   “Gli operativi di D’Andrea hanno anche presieduto agli interrogatori di Abu Zubaydah , Abd al-Rahim al-Nashiri e Khalid Shaikh Mohammed , che un rapporto del Senato degli Stati Uniti ha descritto come tortura. [8] [1] E’stato coinvolto nell’assassinio del membro di Hezbollah Imad Mughniyah a Damasco, in Siria . [1] Ha ricevuto molte responsabilità per l’ attacco Camp Chapman a Khost , in Afghanistan , quando sette agenti della CIA sono stati uccisi da un attentatore suicida . [4] [6]

(da Wikipedia).

Un uomo d’azione, diciamo.  Vedremo  se si tratta di preparativi all’atttacco all’Iran, tanto desiderato da Netanyahu, da Bin Salman e da Jared, o di qualcosa di più  chirurgico, come  si dice vorrebbe John Bolto.
Intanto,  la UE ha deciso di dire NO a Teheran che, dopo  le ultime minacce di Bolton, aveva detto che avrebbe ripreso l’arricchimento dell’Uranio  – ma dava TRE MESI ai paesi europei che avevano firmato il patto ul nucleare iraniano, stracciato da Trump: se i paesi (Parigi, Berlino e Londra) avvesero adempiuto ai termini dell’accordo (fine delle sanzioni) l”Iran avrebbe  rinunciato all’arricchimento.  Ora la UE ha obbedito a Trump .