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Un flagello biblico

di Simone Torresani - 24/05/2019

Un flagello biblico

Fonte: Il giornale del Ribelle

Due spettri si aggirano per l'Europa: no, non sono il populismo e il sovranismo dilaganti, per la disperazione del pensiero mainstream dominante e che possono fare il "pieno" alle Europee del 26 maggio ma la mosca sputacchina e il batterio gram-negativo della classe Gramproteobacteria e di cui l'insetto prima menzionato funge da vettore. Tale accoppiata micidiale produce "xylella fastidiosa", una pericolosissima malattia che colpisce oltre all' ulivo altri 500 tipi di piante utili per l' agricoltura e che, dal 18 ottobre 2013 ad oggi, ha provocato solo in Salento danni al settore dell' olivicoltura per 1 miliardo e 200 milioni di euro, ha colpito una quantità impressionante di ulivi -chi dice 10, chi 12, chi 21 milioni- in tutta la Provincia di Lecce e in alcune parti delle Province di Brindisi e ora di Taranto: gli ultimi focolai si sono infatti accesi nel tarantino e ciò è preoccupante, in quanto il batterio potrebbe prendere una seconda direttrice sud-occidentale verso il materano e da qui il passo verso le Calabrie e il salernitano, nei prossimi anni, sarebbe assicurato. Intanto la produzione salentina è crollata del 68%, frantoi e aziende agricole sono in ginocchio, una intera categoria rovinata, un prodotto simbolo del "Made in Italy" rischia l'estinzione e Paesi produttori secondari come Grecia, Tunisia e Marocco hanno incrementato le vendite a nostro discapito. Recentemente l'EFSA, l'Agenzia europea per la Sicurezza Alimentare, ha lanciato un allarme: xylella fastidiosa non minaccia solo il Salento ma l'intero territorio europeo. Pericolosi focolai si stanno accendendo in Corsica, in Francia, alle Baleari, in Portogallo e in Belgio: sì, in Belgio, a piante ornamentali, così come in Germania. Ritengo veramente vergognoso e assurdo come questo flagello biblico, che colpisce il periferico Salento oggi e che potrebbe espandersi a macchia d'olio domani, non meriti nell' informazione di massa alcun posto rilevante: qualche servizio ogni tanto nei TG (e solo quando vanno coi trattori a protestare a Bari dinnanzi alla Regione), trafiletti nelle pagine interne della stampa, poi il silenzio assordante. Viviamo in ben strani e incomprensibili tempi, dove intelligenza e discernimento si stanno seccando come i rami degli ulivi colpiti dal batterio, che chiude i vasi linfatici. Tutti, oggi, si sono scoperti "ambientalisti" e fanno gli scioperi sul clima che cambia per "colpa dell'uomo". Premesso che il clima è mutevole in sé da che esiste il Pianeta -noi stiamo vivendo in una fase interglaciale che da 12 millenni permette lo sviluppo dell' agricoltura- e che la teoria del riscaldamento antropico non è condivisa da tutti gli scienziati- anche se oggi se sei negazionista vieni emarginato, alla faccia del "dubbio" che dovrebbe essere il sale della vera Scienza- questa confusione totale mentale tra i verbi "inquinare" e "modificare"(il clima) fa sì che il problema cada nell' astrattismo puro, perché è inutile pensare di fare battaglie perse per "tenere sotto controllo"(ma di che? ma di cosa?) il clima, come se il clima, vedete voi, fosse un "climatizzatore" e noi avessimo il telecomando per decidere la temperatura della stanza, schiacciando i tasti più e meno. Questa è follia demenziale, che serve solo a mettere lo sporco sotto il tappeto. E lo sporco è che noi questo povero Pianeta lo stiamo massacrando totalmente, col nostro "sviluppo" e con la "crescita". Fare "scioperi" (virgolettato, perché gli scioperi furono un tempo una cosa seria e drammatica) per fluttuazioni, oscillazioni climatiche, che di per sé sono naturali, non porta a nulla e non porta a nulla fare altri scioperi contro l' "Overshooting day" senza poi mettere davvero in discussione tutta la baracca e magari fregandosene dei problemi veri, quelli che fanno davvero "bruciare la casa" come dice la Thunberg. La mobilitazione delle coscienze dovrebbe essere per tutti quei grandi problemi e disastri come ad esempio xylella fastidiosa, vera, grande, autentica minaccia non solo per gli ulivi ma per i mandorli, i sicomori, i susini, gli olmi, gli ontani, anche la vigna -come succede da anni negli USA- e che potrebbe fare col tempo vere piaghe bibliche. Qualcuno storcerà il naso: xylella è un batterio, è una cosa naturale, che c'entra l'uomo? C'entra eccome: perché secondo alcuni studi questa versione di xylella è stata importata dal Costa Rica, grazie alla faciloneria con cui la globalizzazione esporta tutto e tutti, dai virus ai popoli e poi perché più che del batterio, gli ulivi sono morti di burocrazia e di lentezza e di menefreghismo totale. Non ho tempo di riassumere tutta la vicenda, il tempo perso, la faciloneria, il pressapochismo, corsi e ricorsi, regolamenti e burocrazia asfissiante, interventi del TAR, delle Procure e chi diceva a mani basse che fosse una "fake news". Tempo perso e danni enormi, col batterio che ha dilagato, perché la sputacchina se ne fotte della politica, dei regolamenti regionali/provinciali/nazionali/europei/direttive e quant' altro e continua a fare da vettore. Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur, si diceva un tempo. Infine deve far riflettere una cosa: oltre il 60% delle piante infette sono su terreni abbandonati. L' abbandono dei terreni è un'altra piaga enorme, l'abbandono della terra porta solo a questi frutti amari. Un tempo settore primario -e detto non a caso- oggi l'agricoltura è abbandonata a sé stessa, soffocata da norme e regolamenti astrusi, gli agricoltori abbandonati e indebitati, la burocrazia lenta e asfissiante, tanto che non conviene per molti andare avanti. Eppure da una agricoltura deburocratizzata e con seri incentivi e aiuti, con sostegni e incentivi alla creazione di cooperative di piccoli e medi produttori, con una politica dei prezzi che renderebbe più appetibile il ritorno alla terra, alla produzione, nascerebbero innumerevoli benefici e anche ricchezza. Mi fermo qui, lancio un sasso sperando che qualche Thunberg leccese lo raccolga senza mettersi davanti alla scuola con cartelli di "sciopero", ma al contrario che mobiliti davvero le coscienze per far pressione, pressione vera per il contenimento del contagio, per un autentico ritorno alla terra, alla buona agricoltura, alle buone pratiche agricole e alla rinascita di quel meraviglioso patrimonio oleicolo salentino di cui il "Bel paese dove 'l sì suona" dovrebbe andare orgoglioso, fin quasi superbo.

 

 

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