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Italia in Europa: semplice espressione geografica

di Mario Porrini - 31/05/2019

Italia in Europa: semplice espressione geografica

Fonte: Italicum

Diceva Sun Tzu nel suo celeberrimo trattato “Arte della Guerra”: L’arte suprema della guerra è quella di sottomettere il nemico senza combattere. Ebbene, dopo le recenti elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo si può tranquillamente sostenere come l’Ue dei banchieri e della grande finanza mondialista abbia sottomesso il sedicente nemico senza dover combattere. L’exploit dei partiti cosiddetti sovranisti non è stato così netto come molti auspicavano o temevano, a secondo dei punti di vista e comunque una loro vittoria con numeri più consistenti non avrebbe cambiato la sostanza delle cose. Infatti, paradossalmente, anche se avessero ottenuto la maggioranza assoluta la vittoria avrebbe arriso comunque ai burocrati di Bruxelles ed ai loro padroni. La loro guerra era già stata vinta nei mesi scorsi, quando avevano costretto il governo italiano giallo-verde, forte dei risultati elettorali alle elezioni politiche nazionali, a tornare precipitosamente sui propri passi e scendere a più miti consigli, dopo aver baldanzosamente annunciato la volontà di sforare del 3% il deficit di bilancio. Imposizione subita nel 2015 anche dal greco Tipras, costretto ad accettare tutti i diktat delle commissione europea dopo aver vinto le elezioni nazionali promettendo una politica sociale in netto contrasto con quanto imponeva la ‘Europa. Sappiamo tutti come sia finita:  Atene è stata costretta a svendere i suoi gioielli di famiglia, applicare una politica di austerità dettata da Bruxelles soltanto per pagare gli interessi sui debiti con interessi superiori a quelli applicati normalmente dagli strozzini. A dimostrazione di come il sia pur minimo tentativo di ribellione da parte di chi si sente oppresso dal grande capitale internazionale venga represso con la massima severità, secondo la massima leninista: “colpiscine uno per educarne cento!”

Il nuovo presidente della commissione europea che presiede l’esecutivo, che assegna i portafogli ai commissari e ne guida l’azione sarà espressione dei partiti europeisti e continuerà nella politica seguita da Jean-Claude Junker. Il Movimento 5 Stelle e la Lega, in passato si erano dichiarati entrambi favorevoli all’uscita dell’Italia dall’Unione europea. Forse non tutti ricordano, perché gli italiani hanno la memoria corta, non tutti ricordano, dicevamo, come Beppe Grillo tuonasse contro Bruxelles e Matteo Salvini girasse con indosso le magliette “Basta euro”. Eppure non parliamo di preistoria ma del 2014 ed il successo di questi due partiti cosiddetti populisti è in buona parte dovuto a queste prese di posizioni antieuropee.

Oggi tutto è cambiato: il M5S è diventato europeista convinto. Questo movimento era nato, secondo quanto dichiarato esplicitamente dal suo leader Beppe Grillo, per incanalare lo scontento della gente su posizioni genericamente antipolitiche, evitando una pericolosa svolta a destra dell’elettorato e depotenziando, in tal modo, la protesta. Tuttavia, il solo criterio dell’onestà ha deluso la gente se questa onestà è abbinata all’incapacità. La parte dei suoi elettori di sinistra, che si erano avvicinati fiduciosi, hanno preferito tornare nelle braccia del PD pieno di inquisiti, che ha fatto disastri inenarrabili con Renzi ma che almeno non dà l’impressione di dilettanti allo sbaraglio .

Discorso diverso per la Lega ma anche per Fratelli d’Italia: molti degli elettori di questi due partiti sarebbero favorevoli ad un’uscita dall’Ue e dall’Euro. Tuttavia Salvini e la Meloni non hanno avuto il coraggio di portare avanti fino in fondo la battaglia per “Italexit”. Hanno preferito puntare sullo slogan “cambiamo l’Europa dall’interno”, pur sapendo molto bene come ciò sia impossibile. I numeri non lo permettono. I movimenti cosiddetti sovranisti del Vecchio Continente, non hanno le medesime idee, anzi su molti punti sono su posizioni diametralmente opposte e, comunque, potrebbero operare soltanto modifiche marginali anche se avessero la maggioranza assoluta. Quanto promesso da Salvini e Meloni rappresenta una menzogna, raccontata con la consapevolezza di non poterla mantenere. Se così non fosse, sarebbe addirittura più grave: vorrebbe dire che questi due personaggi sono così sprovveduti da non conoscere i meccanismi dell’Ue, da ignorare cosa si possa e cosa non si possa fare.  Questa Europa si può modificare soltanto sfasciandola e rifacendola nuova. I burocrati di Bruxelles, governano l’Europa eseguendo gli ordini che provengono da Parigi e soprattutto Berlino. Le nazioni penalizzate da questa gabbia nella quale sono rinchiuse, in primis l’Italia, devono assolutamente uscire se vogliono sopravvivere politicamente ed economicamente come Stati indipendenti e sovrani. Ci sono economie fuori da questo mercato continentale con le quali si potrebbe collaborare e crescere economicamente: Russia, India, Iran, Giappone e tanti altri.

L’Italia deve uscire da questa Europa delle banche se non vuole tornare ad essere considerata “Una semplice espressione geografica!”   

Mario Porrini