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Eutanasie

di Andrea Zhok - 05/06/2019

Eutanasie

Fonte: Andrea Zhok

 

Stando a quanto riportato dai giornali (ma ancora non voglio crederci) in Olanda alla diciassettenne N.P. è stato concesso il diritto all'eutanasia.

N.P., da quanto si legge, è stata molestata a 11 anni e violentata a 14. Non si comprende se a partire da allora, o se già in precedenza, ha sofferto con continuità di severi stati depressivi.

Secondo la commissione medica che la legge olandese ha preposto alla decisione ultima in questi casi, ci sono gli estremi per concedere l'eutanasia.

Ora, personalmente, da laico, ho sempre considerato, e continuo a considerare, la possibilità dell'accompagnamento ad una 'buona morte' una possibilità da non escludere. Ci sono situazioni estreme, di sofferenza acuta, permanente e senza speranza in cui aiutare una persona a porre fine alla propria condizione può rappresentare un atto di umanità. (E la "morte misericordiosa" è, peraltro, un atto testimoniato innumerevoli volte nella storia).

Tuttavia il caso olandese sembra mostrare come quel livello di equilibrio e buon senso che renderebbe una riflessione del genere accettabile, non sia più qualcosa su cui poter fare affidamento.

Una volta di più si mostra come società dove la ragione liberale è divenuta l'unico "player in town", una forma di pensiero dominante e senza avversari, sono società che perdono fatalmente ogni senso del limite e dell'umano.

Qui abbiamo a che fare con una persona che non ha neppure raggiunto la maggiore età, e che soffre di una patologia psichiatrica tutt'altro che incurabile (questo non significa che la cura sia garantita, ma significa che ci sono concrete speranze di cura).

E tuttavia, nel nome di un senso della "libertà ed autodeterminazione" andato completamente fuori controllo si è deciso di uccidere una minorenne malata, perché le condizioni formali della richiesta sono state rispettate e, come recita la legge, «il/la paziente ha la convinzione che non c’è altra ragionevole soluzione circa la propria situazione; ha consultato almeno un altro medico indipendente che ha visitato il paziente, e ha dato la sua opinione scritta sui requisiti del trattamento dovuto in riferimento ai suddetti punti».

Ora, dati alla mano, la società contemporanea (specificamente nei paesi più affluenti) è una società dove gli stati depressivi, in particolare tra i giovani, appaiono in crescita costante. 
Esattamente quali prospettive si ritiene dunque di dover aprire? 
Ci mettiamo nell'ottica di far fuori tutti quelli troppo sensibili per viverci bene in questo bordello, e magari diamo un bonus a cinici e squaletti?

Saremo (forse già siamo), la prima civiltà nella storia a coltivare sistematicamente una forma di selezione avversa: la conclamata selezione dei peggiori.

A meritare l'eutanasia mi sembra sia qui solo quella prospettiva ideologica che ritiene tutto ciò normale ed accettabile.