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La guerra delle idee contro il pensiero unico disumanizzante

di Aleksandr Dugin - 19/06/2019

La guerra delle idee contro il pensiero unico disumanizzante

Fonte: Barbadillo

Riassumere diverse ore di colloquio nella sintesi rapida e concisa di una intervista ad Aleksandr Dugin, filosofo e politologo russo, è una operazione ardua e rischiosa per possibili fraintendimenti.

Cercheremo di organizzare un percorso di comprensione, di orientamento dalle parole della guida a questa Quarta Teoria Politica del terzo millennio.

Tu, e le persone che con Te collaborano, siete considerati pericolosi. È concepibile una simile interpretazione del lavoro filosofico in corso?

“Certamente. E ci fa un enorme piacere. Il comunismo e il fascismo non esistono più. L’unico nemico rimasto è il liberalcapitalismo, non solo come strumento di oppressione economica e sociologica, ma come religione del pensiero unico e dogma della globalizzazione”.

Quindi, è in corso una battaglia ad un livello superiore rispetto ai paradigmi finanziari che ci vengono quotidianamente elencati.

“Sicuro. Questa è la guerra delle idee che deve essere portata nel campo dello spirito, si potrebbe dire in quello metafisico. È la lotta per l’uomo contro l’egoismo individualista; è la lotta per la comunità contro la disgregazione della società; è la lotta per la sovranità delle persone e delle Nazioni contro la dissoluzione dei singoli e degli Stati”.

Ma la sinistra, genericamente intesa, continua ad attaccare tutti coloro che si posizionano su questa linea, abbracciando invece il buonismo progressista e il sentimentalismo umanitarista, i diritti dell’individuo e le pulsioni delle minoranze.

Come interrompere questa impostazione ideologica che sembra inossidabile?

“La sinistra, come la destra e il centro, sono su posizioni di retroguardia. Ragionano con concetti ottocenteschi, mentre il liberalismo ha ipnotizzato le loro menti e obnubilato le loro coscienze. Tutti caduti nella trappola illusoria della libertà, mentre siamo immersi nella terza forma totalitaria, quella della dittatura liberale. Questa forma tirannica postmodernista considera nemici tutti coloro che mettono in discussione il suo potere. Bisogna agire con coloro che sono liberi dalla soggezione del potere. Per questo siamo pericolosi: perché non siamo inquadrabili”.

Perciò ogni alleanza potrebbe essere condivisa in questa guerra contro un nemico pervasivo e condizionante?

“Certamente. Ci sono pensatori critici in ogni posizionamento politico. L’operazione è di coordinare le forze, affinché ciascuno possa portare il suo contributo di storia e di pensiero in una resistenza organica contro questo dominio disumanizzante”.

Ma tutti parlano di umanità, come un mantra magnetico per sedare i propri problemi psichici, le proprie paure. Questa umanità è da superare?

“Questa umanità è già superata da tempo. Siamo nel postumanesimo: tra poco i diritti dell’uomo saranno superati dai diritti del cyborg. Chi crede di essere libero inganna se stesso. Siamo alla disumanizzazione dell’uomo, alla liberazione dall’uomo, non dell’uomo”.

Uomo e popolo, due enti di cui molti parlano, generalmente in maniera confusa, talvolta con spunti retorici, ultimamente con atteggiamenti di squalifica se non di demonizzazione.

Sono questi i fattori essenziali della battaglia da combattere?

“Non c’è dubbio. Noi siamo per l’uomo con i suoi legami comunitari fatti di storia, di memoria, di cultura e di identità. Noi siamo con il popolo e per il popolo contro il liberalcapitalismo e per fermare la sua marcia verso il baratro al quale ci sta portando. È il popolo l’autentico portatore della sovranità”.

Populismo e sovranismo: due categorie che la sinistra, dell’Italia per quanto ci riguarda, usa come indicatori di mentalità ignorante, plebea, anomala, retriva, e insulti vari. Come rispondere?

“Leggere, studiare, confrontarsi e lavorare su di sé. La sinistra benestante e di potere ha tradito il popolo in varie nazioni, non solo in Italia. Ma in maniera diffusa, negli stati e nelle diverse strutture societarie, il sentimento di ribellione è sempre più pressante. Deve essere chiaro che il post-liberalismo è contro il popolo, usurpa il concetto stesso di ‘popolo’. Lo indica come un agglomerato di individui, mentre esso è un insieme organico, una entità esistenziale. La sinistra, prima o dopo, sarà costretta a capire a proprie spese quale sia stato e sia il nemico”.

Un’ultima precisazione essenziale. Cosa si intende per Soggetto Radicale?

“È colui che sa per cosa vivere e per cosa combattere. Che ha coscienza di sé e della comunità di appartenenza. Che non cerca un centro di gravità, ma che è lui centro e signore di sé. Che non cerca una entità superiore, ma che ha il divino dentro di sé. È un uomo che appartiene a un passato, che combatte nel presente e che ha un destino in cui credere e da costruire”.

a cura di Adriano Segatori