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Ma cosa intende Massimo Cacciari per Europa?

di Fabio Falchi - 31/07/2019

Ma cosa intende Massimo Cacciari per Europa?

Fonte: Fabio Falchi

"Costruire l'Europa" sostiene Cacciari. Ma che intende Cacciari per Europa? Basta leggere "Geo-filosofia dell'Europa" e "L'arcipelago" per capirlo. Non l'Europa che "lega" con l'Asia e che affonda le sue radici nel Mediterraneo, ma "l'Europa" che partendo dall'antica Grecia approdò in Nord America. Non la terra dell'homo europaeus, come l'Ulisse omerico, che sa mediare tra terra e mare, ma l'homo occidentalis che vuole e deve svellere del tutto la sua radice terranea.
Non a caso Cacciari ritiene che il “folle volo” del “secondo” Ulisse non sia altro che il “compimento” del viaggio dell’Ulisse omerico «che ha iscritto “Plus Oultre” sulle sue imprese» . Un impeto sradicante che non si arresta neanche sul mare, ma che conduce a dominare l’antica “dimora” dall’alto, dato che «i metaforici “voli” per mare debbono diventare realtà». Cacciari, pertanto, perviene alla conclusione che «la forma della guerra non ha più a che fare con determinazioni di luogo e neppure con gli elementi originari [in quanto] si muove “a priori” nello spazio come pura forma, tutta a “disposizione della téchne calcolante […] luoghi e tempi vengono sradicati, tratti lassù nell’unità dello sguardo che dall’alto tutti-insieme domina».
In realtà, con il dominio dell’aria, o meglio di ogni spazio (incluso il cyberspazio), “sganciato” quest’ultimo dal riferimento al “territorio” e all’abitare, è sì la volontà di potenza che è a fondamento di una talassocrazia che si manifesta nella sua forma più matura, ma come conseguenza del mutamento geofilosofico e geopolitico iniziatosi con l’affermarsi di una immagine del mondo che è inseparabile dal Wille zur Macht dell’homo oeconomicus. Volontà di potenza che non è la “soluzione” della krisis dell’umanità europea, bensì la manifestazione, la più netta e chiara possibile, di tale krisis.
Non sorprende quindi che Cacciari ritenga che ogni idea di radicamento, di Ort-ung, sia definitivamente “andata a fondo”, e che ci si debba ormai non solo confrontare «col Mare [ma] saltare in esso, lasciarsi alla sua corrente».
Homo occidentalis, dunque, perfetto controtipo dell'Ulisse omerico ossia dell'immagine archetipica dell'homo europaeus,