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Greta finta rivoluzionaria, vera filo establishment

di Pietrangelo Buttafuoco - 20/08/2019

Greta finta rivoluzionaria, vera filo establishment

Fonte: Il Fatto quotidiano

Il Diavolo può evitarsi la fatica di tutte le cattiverie quando già ci sono i buoni a lastricare il destino dell’uomo con tutte le buone intenzioni nel pensiero unico.
Altro che distruzione del pianeta. L’ammasso mentale d’Occidente – senza lo sforzo di desertificare l’orizzonte puntellandolo di locuste e scorpioni – è risolto in una sceneggiatura: Greta Thunberg, la giovane attivista ambientalista a tutti nota, è in navigazione verso New York.
La ragazza si farà dodici giorni di traversata in barca a vela senza un gabinetto e senza una doccia: No Wc, No Wash. In un post pubblicato il 17 giugno scorso annuncia di voler partecipare al vertice sul clima alle Nazioni Unite il prossimo 21-23 settembre dove, manco a dirlo, la faranno parlare – le daranno certamente il prossimo Nobel per la Pace – e si capisce allora che abitiamo di fatto dentro un edificante film di Hollywood e non la verità della storia.
Nell’esclusiva crociera di miss Greta c’è, dunque, quell’irresistibile fascinazione dello Spirito del Tempo propria dei pifferai capaci di attrarre tutti i topini nell’Hamelin del potere.
I veri rivoluzionari, a cominciare da Francesco d’Assisi, tanto per gradire sono presi a calci dal Papa e soltanto dopo – a rivolgimento compiuto, nel segno del Lupo – trovano accoglienza presso il Soglio. Non c’è rivoluzione che abbia il gran galà benedicente – che ne dica appunto solo bene – di tutto il sistema contro cui proclama di ergersi.
Un comitato cittadino che reclami i controlli sulle miniere dismesse, sospette di essere diventate depositi di scorie pericolose, non è col piffero di Hamelin che può mai trovare risposta. Nel soccorrevole mondo senza gabinetto e senza doccia chiunque chieda udienza sui surriscaldamenti concreti – per esempio l’alto indice di tumori in provincia di Enna, giustificato forse in una realtà industrializzata ma non in un territorio rurale – redige richiesta in triplice copia presso l’autorità costituita per scomparire nella plaga del tempo perso, del silenzio e del nulla di fatto tanto il lastricato delle buone intenzioni è solidamente strutturato nella narrazione edificante e telegenica del multiculturalismo umanista.
Non si è mai abbastanza glamour nella macina della storia altrimenti i rivoluzionari sarebbero sotto i riflettori e non – per come sono – anonimi e tutti sconfitti, attualmente incatenati o ridicolizzati.
Un altro vero rivoluzionario era Bobby Sands, il leader della lotta irlandese, e a proposito di Pontefici, solo un vero rivoluzionario come Karol Wojtyla – a dispetto dell’ordine costituito che marchiava Sands “terrorista” – poteva consentirsi di averlo al proprio fianco e di sostenerlo senza attendere che le sventagliate di mitra di quello diventassero alla moda, soffietti tra gli zefiri del birignao borghese, quelli che dal No War di ieri, sono arrivati oggi al No WC.
La rivoluzione sollecitata dall’establishment è una novità nel parco giochi autoreferenziale di quella peste mentale che è il filantropismo. A Greta, che è vessillifera del Bene Assoluto, nessun capo di stato, nessun parlamento, nessun grande gruppo finanziario e nessun network dice quello che ogni giorno – ogni capo di stato, qualunque parlamento, qualsiasi gruppo finanziario e tutto il moloch dell’informazione – ripete a qualunque disperato di Gaza, a ogni scappato dal Tibet o a un senzatetto di Harlem. E cioè, vedi di farti rompere le corna lontano da qui. Qui dove tutto è un No War, No WC, No Wash: l’essenza dell’Occidente.