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Pechino affonda il dollaro e vuole una nuova moneta

di Maurizio Galvani - 26/03/2009

 
 
Dopo che il premier Wen Jiabao si era detto preoccupato per gli investimenti cinesi negli Stati uniti, il governatore della banca centrale del Popolo Zhou Xiaochuan ha proposto di adottare una moneta di riserva diversa dal dollaro. In verità Zhou Xiaochuan non ha detto che la divisa di riferimento Sdr (diritto speciale di prelievo) dovrà sostituire il biglietto verde ma il suo intervento sul sito della banca - scritto in cinese e tradotto in inglese - lascia la porta spalancata a questa interpretazione. Del resto, già una settimana fa, la Russia ha chiesto una riforma dell'ordine valutario mondiale basato sul dollaro e la moneta statunitense è stata sostituita in parte - come moneta di scambio - sia a Cuba, sia in Venezuela che in Iran come in altri paesi del Golfo (questi ultimi, timorosi che una caduta del dollaro possa contrarre le entrate petrolifere). La posizione assunta dalla Cina ha un rilievo importantissimo poiché Pechino detiene 736 miliardi di dollari del debito Usa (ha superato il Giappone che detiene 634 miliardi di tresaury bond) e perché la proposta viene avanzata a pochi giorni dal vertice del G20 che si terrà a Londra all'inizio di aprile. Inoltre, mostra come la Cina vuole orientare i suoi investimenti: le riserve monetarie che detiene ammontano a 1.950 miliardi di dollari.

Il vice-governatore della banca centrale del Popolo, la signora Hu Xiaolian, giorni fa ha messo fine a tutte le polemiche riaffermando che «la Cina continuerà a comprare titoli Usa anche in un prossimo futuro». Tuttavia la proposta di una nuova divisa - sottoforma di diritti speciali di prelievo controllati dall'Fmi - fa avanzare il dubbio che il governo Pechino voglia sganciarsi dagli obblighi che lo legano all'andamento del dollaro. A metà febbraio, il viaggio del nuovo segretario di stato Hillary Clinton ancora una volta è stato dominato dalla questione legata a rapporti di cambio dollaro/yuan. Gli Stati uniti hanno sempre richiesto un apprezzamento del renminbi (yuan) per far fronte ai rapporti commerciali favorevoli a Pechino. Il governo ha operato, nel corso del tempo, più ritocchi e si è adoperato per la lotta alla contraffazione economica che l'amministrazione Bush gli aveva sempre rimproverato. Cambiato il leader alla Casa Bianca, molti vecchi problemi rimangono sul tappeto e ora sono aggravati dalla grave situazione economica internazionale.

La moneta di riferimento Sdr fu proposta nel 1969 quando si voleva sostenere il regime dei cambi fissi stabilito a Bretton Woods, dopo la Seconda guerra mondiale. Però la fine della convertibilità dollaro/oro sancita dal presidente Nixon nel 1971 ne fece cadere la loro utilizzazione: il rapporto tra le monete diventò sempre più flessibile e volatile. La Cina ora propone gli Sdr sostenendo, forse strumentalmente, un ruolo più centrale dell'Fmi. Non sarà facile riorganizzare l'intero sistema internazionale basato sul dollaro anche se di fatto si aggiungono altre realtà che vogliono una moneta più solida del biglietto verde. E alcuni paesi latinoamericani (ad esempio: Brasile, Argentina, Venezuela) chiedono di adottare una moneta locale di scambio.