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Pakistan, spinto alla guerra

di Enrico Piovesana - 13/10/2009





Dopo una sanguinosa serie di attentati, parte una nuova grande offensiva anti-talebana in Sud Waziristan

Un'ondata di attentati e di attacchi terroristici senza precedenti spinge il riluttante esercito pachistano ad eseguire gli ordini di Washington, lanciando una nuova grande offensiva contro le roccaforti del Movimento dei talebani pachistani (Ttp) in Sud Waziristan: la più grande operazione militare dopo quella lanciata a maggio contro i talebani di ‘Mullah Radio' nella Valle di Swat.

Centodici morti in quattro giorni. Venerdì un attentato suicida nel pieno centro di Peshawar ha ucciso 50 persone ferendone oltre un centinaio.
Sabato un commando talebano del Gruppo Amjad Farooqi - fazione punjabi del Ttp - ha assaltato addirittura il quartier generale dell'esercito pachistano a Rawalpindi, uccidendo 6 soldati e prendendone in ostaggio una quarantina: nel blitz condotto domenica dalle teste di cuoio sono morti altri due soldati, tre militari in ostaggio e quattro terroristi.
Lunedì mattina un kamikaze si è fatto saltare in aria vicino a un convoglio dell'esercito nel distretto di Shangala, vicino alla Valle di Swat, uccidendo 41 persone e ferendone decine.

Reazione militare "necessaria". "L'offensiva terrestre contro le roccaforti talebane in Sud Waziristan è imminente", aveva dichiarato già domenica sera il ministro dell'Interno pachistano Rehman Malik. "Non è più questione di impegno nella lotta antiterrorismo: è diventata una questione di necessità".
Così imminente che, nella notte tra domenica e lunedì, i cacciabombardieri della Pakistan Air Force hanno iniziato a preparare il terreno per l'attacco di terra in Sud Waziristan effettuando pesanti bombardamenti aerei che hanno causato almeno 16 morti. Altri raid aerei sono avvenuti nella stessa notte nel distretto di Bajaur, a nord di Peshawar: altri 12 morti.
Le Nazioni Unite - che ancora assistono un milione di civili sfollati dall'offensiva di maggio nello Swat - si stanno attrezzando a ricevere altre centinaia di migliaia di profughi in fuga dal Sud Waziristan.

Malumori antiamericani. Sembrano ormai acqua passata le proteste anti-statunitensi che la scorsa settimana erano state clamorosamente espresse dai vertici dell'esercito pachistano.
I potenti generali di Islamabad avevano alzato al voce contro la sempre più pesante ingerenza di Washington negli affari interni pachistani. A scatenare la reazione dei militari erano state le condizioni dettate dagli Stati Uniti al governo di Islamabad per la concessione di un megafinanziamento quinquennale di 7,5 miliardi di dollari: azioni militari immediate contro le roccaforti talebane nelle Aree Tribali e contro le centrali jihadiste a Quetta e Murdike, smantellamento della rete segreta di forniture nucleari militari pachistane ad altri paesi, espansione delle rappresentanze diplomatiche Usa a Islamabad, Lahore, Peshawar e Karachi - attorno a cui gravitano centinaia di mercenari della Xe (la ex Blackwater) sospettati di condurre operazioni segrete nel paese.