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Orsi polari cannibali

di Elisabeth Zoja - 07/01/2010

Il 2009 si è concluso in modo drammatico per alcuni orsi polari: nella Hudson Bay sono stati registrati otto casi di uccisione e cannibalismo di cuccioli da parte di maschi adulti. Gli scienziati spiegano questo fenomeno con il tardo gelo della baia: non potendo andare a caccia di foche, gli orsi polari hanno preso di mira i piccoli della loro stessa specie.


 

orso cannibale
Un maschio adulto sbrana il cucciolo appena catturato
“Il 20 novembre qui a Churchill, a est di Gordon Point, abbiamo assistito alla tragica perdita di un cucciolo di 11 mesi”, racconta JoAnne Simerson del San Diego Zoo. È stata la prima ad aver documentato un tale atteggiamento tra orsi polari a Churchill, nella Hudson Bay.

 

 

“Un maschio adulto ha attaccato una giovane femmina col suo cucciolo. Data la differenza di forza, la femmina ha perso la battaglia e il maschio ha ucciso il piccolo. Per riottenerlo lei ha coraggiosamente caricato il maschio, ma era troppo tardi”. In seguito JoAnne racconta lo sbranamento del cucciolo. Alla fine la madre ha raccolto il suo pelo vuoto per portarlo al sicuro.

 

Nell’autunno 2009 la Environment Canada ha registrato ben otto casi di cannibalismo tra orsi polari nella Hudson Bay, di cui quattro a Churchill. Questo paesino di 800 abitanti è considerato la capitale mondiale degli orsi polari: ogni anno da metà ottobre a fine novembre 12.000 turisti e lavoratori stagionali vengono qui per ammirare da vicino la più grande razza mondiale di orsi. Già arrivando dall’aeroporto molti turisti hanno la possibilità di guardare negli occhi la specie polare.

 

 

orso
La madre porta al sicuro il pelo vuoto del suo cucciolo appena sbranato
Solitamente questi orsi non amano la compagnia, ma il ghiaccio della Hudson Bay, che d’estate si scioglie completamente, li costringe a venire a terra. Nei mesi caldi si nascondono nelle fresche caverne sotterranee, con l’arrivo dell’autunno si avvicinano invece alla costa, aspettando che la baia si ghiacci nuovamente.

 

 

Secondo alcuni scienziati è stata la tardività del gelo degli ultimi anni (e di quest’anno in particolare), ad aver causato questi atti di cannibalismo. “Nei miei nove anni passati studiando orsi polari a Churchill non ho mai visto una formazione di ghiaccio così tarda e neanche tanti orsi aspettarla su un area così piccola”, racconta JoAnne.

“In confronto agli anni ’70, la baia si gela in media 3 settimane e mezzo più tardi”, afferma Heather Stewart, ecologista della Behoerde dell’ambiente canadese. Anche in primavera il ghiaccio diminuisce, sciogliendosi in media 2 settimane prima rispetto a 25 anni fa.

 

A noi qualche settimana in più o in meno di ghiaccio non fa quasi differenza, ma gli orsi polari sono così costretti a digiunare più a lungo.

Il dottor Ian Stirling, scienziato ricercatore al Canadian Wildlife Service, spiega che normalmente a dicembre gli orsi dovrebbero già cacciare foche e accumulare strati di grasso. Se però le foche rimangono troppo a lungo inaccessibili, i maschi adulti prendono di mira i cuccioli, i quali a sei mesi sono composti al 50% di grasso.

 

 

orsi
Le giovani madri cercano di proteggere i loro cuccioli, ma data la maggiore forza dei maschi solitamente non ci riescono
“Se il ghiaccio si fosse già formato, inoltre, le madri cercherebbero di tenere i piccoli lontani dai maschi”, spiega Stirling, così invece centinaia di orsi sono schiacciati sulle coste della baia. Gli infanticidi sono dunque notevolmente aumentati: negli ultimi decenni era un evento che capitava solo ogni due o tre anni, mentre nel 2009 ne sono appunto stati registrati otto casi.

 

 

Questo fenomeno ha dunque precedenti, ma finora sono stati pochissimi i casi in cui un orso polare uccidesse un altro orso per poi mangiarlo. Gran parte del cannibalismo documentato in passato riguardava solo orsi già morti. Anche quei casi erano però molto rari.

 

La popolazione di orsi polari della zona è diminuita del 22% rispetto agli anni ’80. Tale percentuale corrisponde esattamente alla diminuzione dell’area di Hudson Bay ricoperta di ghiaccio ogni inverno (Environment Canada). Questa non è ancora una prova della relazione tra i due fenomeni, ma ne è certamente un ulteriore indizio.

 

“La situazione viene aggravata dal costante riscaldamento del clima e dalla conseguente perdita di ghiaccio. Se continua così, tra 50 anni non ci saranno più molti cuccioli in Canada” – afferma Stirling – “non c’è nulla che possiamo fare per proteggere i cuccioli in natura. L’unica cosa è attenuare gli effetti del riscaldamento globale”.