Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La trama del terrore iraniano: Falso, Falso, Falso

La trama del terrore iraniano: Falso, Falso, Falso

di Justin Raimondo - 16/10/2011

Fonte: aurorasito


Non è nemmeno una propaganda decente

Falso, falso, falso – sto parlando della recente propaganda anti-iraniana tirata fuori da Washington, che sostiene che la Guardia Rivoluzionaria iraniana sia coinvolta in un “complotto” per far fuori l’ambasciatore saudita negli Stati Uniti e far saltare le ambasciate israeliana e saudita. La narrazione si legge come un melodramma formulato: due iraniani, un cittadino naturalizzato degli Stati Uniti, avrebbero avvicinato qualcuno che pensavano fosse un membro di un cartello della droga messicano – secondo l’accusa, era un “sofisticato” cartello della droga, non del tipo plebeo – e proposto di pagarlo 1,5 milioni di dollari per l’omicidio di Adel al-Jubeir, ambasciatore del Regno a Washington – oh, e tra l’altro, gli iraniani avrebbe detto: “Siete bravi con gli esplosivi?
La chiave per capire quanto sia falsa questa storia si può trovare nell’articolo del New York Times, che ci informa:
Per l’intera operazione, le fonti riservate del governo erano monitorate e guidate da agenti federali, ha detto in conferenza stampa, Preet Bharara, il procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Meridionale. ‘Quindi, in realtà gli esplosivi non furono mai posizionati da nessuna parte’, ha detto, ‘e nessuno in realtà è mai stato in pericolo’“.
Traduzione: il tutto è falso dall’inizio alla fine.
Questo è un altro di quei trionfi giudiziari dell’”anti-terrorismo” fabbricati dalla polizia degli Stati Uniti, dove i federali hanno incastrato qualcuno con cui fabbricare un “crimine” dal nulla, e poi procedere a “risolvere” il caso che fin dall’inizio non è mai esistito. Questo è stato il modello generale delle nostre operazioni “anti-terrorismo” negli Stati Uniti, fin dall’inizio, – perché trovare e catturare i terroristi veri è troppo difficile, almeno per i nostri Keystone Kops. Invece di uscirsene in realtà, e si sa, a cercare i Cattivi, e quindi prenderli, si attirano alcuni ignari immigrati musulmani in una trappola, per poi ammanettarli quando è il momento giusto.
La lunga narrazione tratta dall’atto d’accusa ci dice tutto, ma quello che realmente bisogna sapere, è che: come è possibile che questi due “terroristi” iraniani è capitato di incontrare un assassino del cartello della droga messicano, che casualmente si è saputo essere un vecchio informatore della DEA? Credo che ciò avrebbe dato troppi dettagli: rendendo la storia di gran lunga più saporita con dettagli inquietanti, come la conversazione tra uno dei presunti cospiratori e l’informatore, nel corso del quale il primo dice: “Se volete far saltare in aria un ristorante e uccidere un centinaio di americani, beh, allora fottetevi!
La credibilità di questa storia, prese direttamente, è vicino allo zero. Diciamo che gli iraniani stessero davvero complottando per uccidere l’ambasciatore saudita sul suolo statunitense: l’avrebbero appaltato alla mafia messicana, inviando ogni sorta di denaro riconducibile dall’Iran agli Stati Uniti, e non importa se avrebbero ucciso un centinaio di statunitensi, nel tentativo di raggiungere il loro obiettivo? Oppure avrebbero mandato qualche fanatico, che non solo l’avrebbe fatto gratuitamente, ma avrebbe anche eliminato se stesso (o lei stessa)? Questo fragile racconto per gonzi è talmente palesemente fasullo da far vergognare gli Stati Uniti d’America. Non sanno fare di meglio di così i nostri spettri?
Questa montatura segna una nuova tendenza nel campo della propaganda bellica anti-iraniana. In precedenza, il Partito della Guerra faceva affidamento sulla stessa tecnica che utilizzava nella preparazione dell’invasione dell’Iraq: il vecchio trucco delle “armi di distruzione di massa“. Il grande problema è che è vecchio e usurato: nessuno cui crede più. Una volta bruciato, doppiamente  timido, come si suol dire. Quest’ultima menzogna è un nuovo angolo dello stesso tema, sostituire semplicemente l’Iran al tradizionale spauracchio conosciuto come al-Qaida.
Questa storia che coinvolge i cartelli della droga messicani, e il procuratore generale Eric Holder proclama che ne riteniamo “il governo iraniano responsabile“, sembra essere una specie di scherzo di cattivo gusto: dopo tutto, ecco un uomo che se ne sta zitto e fermo mentre guarda le forze dell’ordine degli Stati Uniti spedire delle armi oltre il confine degli Stati Uniti, per armare quegli stessi cartelli. Forse questo “colpo” del Dipartimento di Giustizia, è un favore a tale schema strampalato – e quando Holder ne sarà ritenuto responsabile?
Che il nostro governo faccia emergere una storia come questa, senza alcun riguardo apparente per le regole di base degli scrittori di racconti – creare personaggi credibili che fanno cose credibili – è il modo di Washington per mostrare disprezzo verso gli iraniani, il popolo statunitense e chiunque altro si trova sulla via della loro agenda di guerra. A loro non importa se non è credibile. Pensano che gli statunitensi inghiottiranno qualsiasi cosa, essendo troppo impegnati a cercare di sopravvivere giorno per giorno, in questi giorni, per indagare sui retroscena del resoconto “ufficiale“. E naturalmente i nostra media da morte cerebrale, sono ridotti a un ruolo essenzialmente stenografico, non hanno alcuna intenzione di fare domande scomode.
Questa storia è davvero spaventosa – non perché sia credibile, o verosimile, ma perché non è nessuna delle due. Tuttavia, è la storia più spaventosa che ho sentito da un bel po’, perché dimostra che il governo degli Stati Uniti è determinato ad andare in guerra con l’Iran, non importa quali possano essere le conseguenze. Gettando via la prudenza, i nostri governanti hanno deciso di andare a tutta forza contro Teheran – tutto per mascherare al meglio il nostra malessere economico, dovuto al danno prodotto dalla triplicazione e dalla quadruplicazione dei prezzi del petrolio. In questo modo, Obama può incolpare della nostra economia in rovina Teheran, piuttosto che la propria screditata politica – ed emarginare i repubblicani, che lo hanno criticato per essere “morbido” contro l’Iran.
La ragione della politica estera statunitense è dovuta tutta dalla politica interna. Preparando il paese alla guerra con l’Iran, Obama non solo taglia le unghie del GOP, ma anche placa la onnipotente lobby israeliana, che batte i tamburi di guerra da anni.
Quello che Obama e la sua banda si augurano è che il popolo statunitense sia troppo stanco, troppo abbattuto e troppo malridotto per curarsi di questo ultimo esercizio di propaganda di guerra, e metterlo in discussione. Certamente i media “mainstream“, che sono il settore che più di tutti tifa per Obama, non lo metterà in dubbio.
Qui è dove l’amministrazione ha probabilmente sbagliato i calcoli: le persone sono semplicemente arrabbiate a sufficienza per chiedersi “perché adesso?“. Sono solo abbastanza scocciati di sentirsi chiedere di pagare per l’ennesima crociata all’estero. E sono soltanto abbastanza stanchi delle stronzate che vengono riportate dai “notiziari” giorno dopo giorno, per cominciare a farsi ogni tipo di domande scomode su questa ultima trovata dalla fabbrica delle favola di Washington.
Gli statunitensi già si ritraggono dalla constatazione che il governo iraniano sia direttamente responsabile delle azioni di questi due individui, intuendo che gli alti funzionari iraniani non “necessariamente” avrebbero potuto sapere cosa stesse succedendo. Mentre i dettagli di questo caso diventato noti, la storia di Holder inizia a sfilacciarsi come un maglione scadente – e potete leggere tutto sul suo dipanarsi proprio qui, su Antiwar.com.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora