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L’evoluzione umana continua, non è ferma, è solo culturale… Boh!

di Fabrizio Fratus - 30/05/2012

Fonte: antidarwin




Il prof. Enzo Pennetta ha commentato un  articolo a firma di Giorgio Tarditi Spagnoli pubblicato sul portale dell’evoluzione Pikaia (http://www.enzopennetta.it/wordpress/2012/05/su-pikaia-una-replica-a-cs-che-sia-un-dibattito-questa-si-che-sarebbe-evoluzione/). Senza stare a commentare la solita e nota presunzione degli evoluzionisti e del tentativo di fare passare la microevoluzione come processo della macroevoluzione mi congratulo per la risposta di Enzo Pennetta data a Giorgio Tarditi Spagnolo.
Anche il comitato antievoluzionista si è occupato all’equazione di Hardy Weinberg  e qui di seguito riporto il botta e risposta con il prof. Piergiorgio Odifreddi e i calcoli del prof. Boria (http://antidarwin.wordpress.com/2011/06/07/botta-e-risposta-con-piergiorgio-odifreddi/).
Il titolo dell’articolo di Giorgio Tarditi Spagnoli dichiara che  L’evoluzione umana continua, ma questa affermazione è condivisa?
È un’affermazione interessante e mi chiedo dove sono le prove di questa continuità. John Sanford, tra i massimi esperti di ingegneria genetica inventore di tre tra i più importanti metodi di manipolazione genetica , nel suo importantissimo testo Entropia genetica e il mistero del genoma, non ancora tradotto in lingua italiana, spiega molto chiaramente che il genoma attualmente non evolve, ma degenera, specie negli organismi più complessi. Il messaggio è piuttosto inquietante, perché indica come la specie umana, proprio perché molto complessa, rischia l’estinzione. J. Sanford, nel suo importantissimo libro spiega che le mutazioni sono solo errori di copiatura del DNA, che la maggior parte di esse sono neutrali  senza pregiudicare la vita dell’organismo. Una piccola parte delle mutazioni, invece, è molto dannosa per l’organismo e sarebbe in questo caso che entrerebbe in funzione la selezione naturale. La funzione della selezione naturale, quindi, per uno dei maggiori genetisti al mondo, è quella di un processo eliminativo e non sicuramente di tipo evolutivo.
Ma c’è di più, nel 2008 Steve Jones, professore di biologia evoluzionistica dell’UCL, University College of London, riconoscendo la validità del lavoro di J. Sanford, ha sostenuto che la degenerazione non fa paura. Il perché? Semplice, per S. Jones l’evoluzione si è “fermata”.
Nel dibattito subentra anche il professore Associato di Antropologia  John Hawks che insieme ai suoi collaboratori è arrivato a sostenere il fatto che l’evoluzione umana degli ultimmi 5000/10.000 anni ha accelerato di 100 volte
Cavalli Sforza, invece, ci spiega  l’evoluzione umana ora è soprattutto culturale come ci raccontava Miahel Georgiev:

…a vedere così le cose è Luigi Luca Cavalli Sforza, medico, genetista di fama internazionale. In un recente e illuminante articolo sul Corriere della Sera (sabato 29 agosto 2009, pagina 36), utilizzando la tecnica della mamma che cerca di distrarre il bimbo che piange, Cavalli Sforza si sforza a spiegare che l’evoluzione ora è rallentata e non ha più l’importanza di una volta, perché è sostituita dalla più veloce evoluzione culturale, che è “l’accumulo di nuove conoscenze”. Invece io da ignorante (cioè poco evoluto) pensavo che l’umanità accumulasse sì conoscenze, ma per acquisirle, la prole, dovesse – a partire da quello che i latini chiamavano “tabula rasa” – imparare lo scibile accumulato. Invece no! Cavalli Sforza, da buon genetista avrebbe scoperto che la tabula rasa è una balla. La verità è che noi evolviamo culturalmente.

Insomma, il punto è semplice: quando ci sono di mezzo gli evoluzionisti, tutto diventa oscuro e nulla è più comprensibile.