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Subito fuori dall’Euro, per salvare l’Italia

di Borghi Aquilini - Renato Montagnolo - 25/04/2014

Fonte: Il Primato Nazionale

borghieuroMilano, 23 apr – Come leggiamo sul sito ufficiale, Claudio Borghi Aquilini è un economista, editorialista e Professore incaricato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove insegna Economia degli Intermediari Finanziari, Economia delle Aziende di Credito ed Economia e Mercato dell’Arte. Dall’11 aprile candidato indipendente per la Lega Nord alle elezioni europee.

* Buongiorno professore e grazie per averci concesso questa intervista. La prima domanda è la più scontata: per quale motivo si candida alle europee?

* Mi candido alle europee perché non potevo rifiutare l’offerta della Lega Nord dopo tutto quello che hanno fatto per la diffusione del mio pensiero: la Lega è stato l’unico partito che ha appoggiato totalmente le mie idee, organizzando conferenze, stampando centinaia di migliaia di opuscoli, cambiando il simbolo del partito e mettendo Basta Euro al posto di Padania. Dopo tutto questo sostegno mi sarebbe risultato difficile rifiutare la proposta.

* La sua candidatura con la Lega Nord arriva dopo la partecipazione al Basta Euro Tour. Qual’è stata la risposta da parte del pubblico durante questi convegni a giro per l’Italia?

* La risposta è stata assolutamente superiore alle previsioni. Ormai il pubblico della Lega Nord si è molto evoluto rispetto al passato ed è riuscito a capire che la questione Euro è una priorità assoluta nel dibattito politico. Faccio un esempio: se l’elettore medio della Lega si sentiva oppresso perché aveva una palla al piede, giustificata o non giustificata che questa impressione potesse essere, difatti attraverso questi incontri pubblici si sono resi conto di essere dentro una camera a gas. E sono riusciti a capire quale deve essere in questo determinato momento storico la priorità. Posso quindi dire senza problemi di aver avuto un enorme riscontro, oltre che una grande partecipazione. Inoltre, sono stato favorevolmente impressionato dalla qualità delle domande: con il passare del tempo c’è sempre più consapevolezza e mi vengono poste domande sempre più precise. Posso quindi affermare senza problemi che c’è stata una forte evoluzione nel pubblico e tra gli elettori della Lega Nord.

* Negli ultimi anni abbiamo assistito a governi di austerity impegnati a rispettare i patti che impongono il pareggio di bilancio. Perché, a suo avviso, è stata imposta l’austerità? Come si comporterà la Lega Nord in merito ai vari trattati che hanno messo in ginocchio l’Italia?

* L’austerità è stata imposta perché è una diretta conseguenza dell’Euro. Se lo Stato italiano vuole mantenere l’Euro non può evitare l’austerità. Per questo motivo andrà sempre peggio: perché soltanto uccidendo la domanda interna si riesce a ottenere il pareggio di bilancio. Mi spiego meglio: se l’Euro può comprare troppo facilmente beni esteri, allora significa che a un certo punto ci si trova, come successo del resto in tutta Europa, un deficit di bilancio commerciale perché importo più di quello che esporto. Il problema è che questa differenza deve essere colmata in qualche modo, e nel momento in cui nessuno paga e nessuna presta più soldi allora sei costretto a fare austerità. Così facendo non si consuma più internamente e si riducono le importazioni: è logica. Peccato che questa sia una logica criminale. L’abbattimento del mercato interno e l’imposizione dell’austerità per ottenere il pareggio di bilancio rappresentano un progetto criminale e sono una diretta conseguenza dell’Euro: per questo noi chiediamo l’uscita dalla moneta unica europea, nonché come conseguenza dai vari trattati firmati in passato.

* Per concludere, le rivolgo una domanda relativa al suo saggio Investire nell’arte. Il nuovo oro: come salvare i risparmi dalla crisi. Cosa dovrebbe fare l’Italia per attuare un programma adeguato nel “mercato dell’arte”?

* L’austerità è nemica anche degli investimenti nell’arte. Infatti, per investire nell’arte occorre sovranità. Nel momento in cui devo ottenere il pareggio di bilancio, gli investimenti in cultura diventano un miraggio. L’arte potrebbe essere per l’Italia una risorsa enorme, però necessita di fondi e di una programmazione di lungo periodo

Intervista di Renato Montagnolo